Martedì 26 marzo a Roma è stato presentato il Rapporto 2019 di Welfare Index PMI – promosso da Generali Italia con la partecipazione di Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato e Confprofessioni – che ha analizzato il livello di welfare in 4.561 piccole e medie imprese italiane.
All’evento di presentazione – che si è tenuto presso il Salone delle Fontane all’Eur – hanno partecipato esponenti del mondo imprenditoriale e politico italiano. Tra questi sono intervenuti Riccardo Fraccaro, Ministro per i rapporti con il Parlamento e la democrazia Diretta; Marco Sesana, Country Manager & Ceo Generali Italia e Global Business Lines; Carlo Robiglio, Presidente della Piccola Industria di Confindustria; Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura; Cesare Fumagalli, Segretario Generale di Confartigianato Imprese; Gaetano Stella, Presidente di Confprofessioni; Lucia Sciacca, Direttore Comunicazione e Sostenibilità Generali Country Italia e Enea Dallaglio, Amministratore Delegato Innovation Team, società del gruppo MBS.
I principali risultati dell’indagine
Come negli anni precedenti, Welfare Index PMI si è proposto di monitorare le iniziative di welfare delle imprese – di tutti i settori produttivi e di tutte le classi dimensionali – suddividendole in dodici aree: previdenza integrativa, sanità integrativa, servizi di assistenza, polizze assicurative, conciliazione vita-lavoro, sostegno economico, formazione, sostegno all’istruzione di figli e familiari, cultura e tempo libero, sostegno ai soggetti deboli, sicurezza e prevenzione, welfare allargato al territorio e alle comunità.
Dal Rapporto emerge che nel corso degli ultimi 3 anni le imprese hanno incrementato tanto l’ampiezza quanto l’intensità delle iniziative di welfare adottate rispetto alle 12 aree identificate dalla ricerca. Le imprese "attive", cioè con iniziative in almeno 4 aree, nel 2016 erano il 25%; in soli tre anni sono quasi raddoppiate, raggiungendo il 46%. Ancor più significativa è la crescita delle imprese "molto attive", cioè con iniziative in almeno 6 aree: queste sono infatti quasi triplicate, passando dal 7% nel 2016 al 20% nel 2019.
Di seguito, il report evidenzia come le imprese di grandi dimensioni siano "avvantaggiate" in materia di welfare: per oltre il 70%, infatti, le realtà con più di 250 addetti sono tra quelle definite come "molto attive" in questo campo. Allo stesso tempo, nelle aziende di piccola e media dimensione (fino a 250 dipendenti) la crescita del fenomeno è stata particolarmente veloce, e in questi tre anni la quota delle "molto attive" è più che raddoppiata.
Infine, risulta di particolare interesse il fatto che le imprese che fanno più welfare sembrano aver:
- maturato una consapevolezza del proprio ruolo sociale (il 63,4% dichiara che l’importanza degli obiettivi sociali è aumentata negli ultimi 2-3 anni);
- sviluppato una visione strategica di lungo periodo (il 71,7% di queste dichiara l’intenzione di accrescere ulteriormente il welfare aziendale in futuro);
- definito obiettivi e politiche ben focalizzate, coinvolgendo sistematicamente i lavoratori (il 71,2% contro una media del 51,6%);
- ottenuto di conseguenza risultati che incoraggiano a procedere su questa strada: il 73,1% e il 63,9% rispettivamente rilevano impatti positivi sulla soddisfazione dei lavoratori e sulla produttività del lavoro.
Le prestazioni di welfare più diffuse nelle PMI
Tra le misure di welfare aziendale più diffuse nelle realtà produttive italiane vi sono: la salute e l’assistenza sanitaria integrativa, che riguarda circa la metà delle PMI italiane (46%); la conciliazione vita-lavoro, che interessa il 60% del campione; e gli interventi inerenti la formazione, attuati dal 44% delle imprese considerate.
In conclusione ci sembra però opportuno ricordare che i dati riportati da Welfare Index PMI risentono della modalità peculiare del campionamento utilizzato. Nel momento in cui si prende in considerazione un campione volontario di imprese si dà infatti per scontato che chi partecipa all’indagine sia già a conoscenza di cos’è il welfare aziendale e, allo stesso tempo, sia probabilmente esperto e consapevole del ruolo che questo può giocare sotto diversi punti di vista.
Ad ogni modo, data la rilevanza della ricerca, nei prossimi giorni ci impegnamo ad approfondire le principali questioni emerse da questo interessante report.
Riferimenti