Martedì 10 aprile, presso il Salone delle Fontane all’Eur, a Roma, è stato presentato il Rapporto Welfare Index PMI 2018, la terza edizione dell’iniziativa – promossa da Generali Italia, Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato e Confprofessioni – che si propone di stimare la qualità e la diffusione del welfare aziendale all’interno delle piccole e medie imprese italiane.
All’evento hanno partecipato, tra gli altri, Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali; Marco Sesana, Country Manager e Amministratore Delegato di Generali Italia; Carlo Robiglio, Presidente della Piccola Industria di Confindustria; Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura; Cesare Fumagalli, Segretario Generale di Confartigianato Imprese; e Gaetano Stella, Presidente di Confprofessioni.
I principali risultati del Rapporto
Come ogni anno, Welfare Index PMI si è occupato di monitorare la diffusione del welfare aziendale nelle piccole e medie che, su base volontaria, hanno deciso di partecipare allo studio. In particolare, sono state prese in considerazione 12 aree di intervento: previdenza integrativa, sanità integrativa, servizi di assistenza, polizze assicurative, conciliazione vita-lavoro, sostegno economico, formazione, sostegno all’istruzione di figli e familiari, cultura e tempo libero, sostegno ai soggetti deboli, sicurezza e prevenzione, welfare allargato al territorio e alle comunità.
Secondo i risultati dell’indagine – che quest’anno ha visto la partecipazione di oltre 4.000 realtà produttive (il 20% in più rispetto al 2017) – le iniziative di welfare sarebbero strettamente correlate al miglioramento del clima aziendale: oltre il 42% degli intervistati sottolinea infatti come il principale obiettivo dei benefit e dei servizi di natura aziendale sia quello di incrementare il benessere dei lavoratori e delle loro famiglie.
Il 35% delle imprese ha dichiarato inoltre che – grazie alla maggiore soddisfazione dei lavoratori dovuta alla presenza di prestazioni di welfare – ha incrementato la propria produttività. Tale percentuale sale al 63% nelle aziende che, secondo il Rapporto, sono “molto attive” in materia di welfare (cioè in quelle realtà che realizzano prestazioni riguardanti almeno 6 aree delle 12 considerate).
Le principali tendenze e le prospettive per il futuro
Secondo il Rapporto, le piccole medie imprese sono oggi sempre più protagoniste del cambiamento sociale. A questo riguardo, rispetto alle edizioni precedenti è cresciuto sensibilmente il numero di aziende che ha avviato piani di welfare che fanno riferimento ad almeno 4 delle 12 aree considerate: queste realtà, che nel 2016 erano il 25%, oggi superano il 41% del totale. In particolare, all’interno del campione dell’indagine è raddoppiato il numero delle aziende “molto attive”: si è passati dal 7,2% del 2016 al 14,3% quest’anno.
Anche per il futuro prossimo gli investimenti delle PMI nel welfare sembrano destinati a crescere. Oltre il 52% degli imprenditori intervistati ha dichiarato di voler incrementare gli interventi aziendali nei prossimi 3-5 anni. Le aree verso cui c’è maggiore interesse sono quelle della salute e dell’assistenza, della conciliazione vita-lavoro e della formazione.
A questo riguardo, Marco Sesana, Country Manager e Amministratore Delegato di Generali Italia, ha dichiarato che "il welfare fa crescere le imprese e fa bene al Paese. Il benessere dei dipendenti e l’aumento della produttività sono i risultati che l’imprenditore oggi dichiara con il suo impegno nel welfare aziendale. Noi continueremo a sostenere, insieme alle confederazioni, la diffusione della cultura del welfare nelle piccole medie imprese con Welfare Index PMI, ma anche con le nostre competenze e la nostra innovazione in ambito assicurativo".