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Negli ultimi decenni i cambiamenti demografici hanno profondamente modificato la società: il tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro è cresciuto in modo significativo, i tassi di fertilità sono progressivamente diminuiti assestandosi da tempo al di sotto del tasso di sostituzione, il tasso di dipendenza delle persone anziane è destinato a superare il 50% nel 2050 (Database Eurostat). Pur indicando un miglioramento della presenza femminile nel mercato del lavoro e la diffusione di modelli familiari più flessibili, questi trend rappresentano una sfida per i policy-maker e per il mondo delle imprese, con riferimento sia alla conciliazione vita-lavoro sia alle profonde trasformazioni organizzative che stanno investendo il mercato del lavoro. Garantire la possibilità di avere figli senza dover rinunciare alla propria occupazione e favorendo il mantenimento di adeguati livelli di produzione e la sostenibilità dei sistemi pensionistici è di cruciale importanza per la tenuta del welfare e per il sistema produttivo.

Accanto ad un pilastro pubblico ancora in lenta trasformazione e incapace di rispondere adeguatamente alle esigenze di individui e famiglie, misure di welfare aziendale insieme ad una serie di cambiamenti nell’organizzazione del lavoro possono giocare un ruolo importante. Negli ultimi anni è stata infatti introdotta una legislazione più favorevole al welfare in azienda e di regolazione del lavoro agile, e si sono diffuse iniziative a livello aziendale e territoriale con l’obiettivo di facilitare tanto la conciliazione vita-lavoro quanto cambiamenti organizzativi legati ai temi della produttività, dell’innovazione dei processi aziendali puntando a sfruttare la rivoluzione IT per generare maggiore efficienza.

Nel 2017 è stata approvata la Legge 81 sullo smart working, la cui entrata in vigore intende promuovere l’organizzazione del lavoro flessibile, rispondendo proprio ad un crescente bisogno di conciliare i tempi lavorativi con i tempi di cura familiare. La legge risponde anche alle trasformazioni del lavoro connesse alla diffusione di strumenti tecnologici sempre più avanzati che favoriscono una modalità di lavoro “a distanza”, un tempo impensabile. Nonostante l’Italia risulti agli ultimi posti nell’UE28 per numero di lavoratori “agili”, non mancano esempi di aziende che hanno intrapreso percorsi di smart working.

Welfare aziendale e lavoro agile, strumenti che concorrono a mantenere in equilibrio lavoro e bisogni, sono diventati così un tassello importante di un modello sociale e del lavoro in profonda trasformazione. I vantaggi per l’impresa (benefici fiscali, rafforzamento del legame con i lavoratori, aumento della produttività) e per i lavoratori (soddisfacimento di nuovi bisogni, di alcune richieste “gratificanti” e maggiore benessere organizzativo) viaggiano sullo stesso binario e possono favorire l’emergere di un nuovo patto di fiducia tra l’azienda e la persona e al contempo contribuire, in una logica sistemica, a ripensare il modello di protezione sociale. Il Quaderno FMV 2/2018, curato dalla nostra direttrice Franca Maino, approfondisce questi nessi puntando i riflettori sullo smart working, oggi al centro del dibattito e in crescente diffusione in ambito lavorativo.

Di fronte a queste sfide e alle opportunità che si sono aperte con il mutato quadro normativo, è importante chiedersi quali siano le implicazioni del lavoro agile sotto il profilo organizzativo e dal punto di vista delle nuove forme di tutela messe a disposizione di lavoratori e lavoratrici. Un tema questo affrontato in tutto il Quaderno, a partire dall’introduzione scritta da Franca Maino, e in particolare nel contributo di Laura Tucci, ma anche in quello di Luca Solari e Massimo Lupi, che si interrogano sulla centralità della valutazione. La seconda parte del Quaderno è invece dedicata – con i contributi di Elisabetta Fermo sul caso di Ubi Banca, di Davide Boccardo e Adele Mapelli sul Davines Village, e di Arianna Visentini su smart working e processi di cambiamento – ad alcune esperienze aziendali di lavoro agile. Il contributo di Elena Barazzetta dà invece conto della diffusione dello smart working tra la PA.

Gli effetti del lavoro agile non sono, però, solo positivi. Possono originare anche conseguenze negative, solo in parte attese. Tra queste certamente l’incapacità di prendere le distanze dalle attività lavorative. Essere sempre raggiungibili e disponibili può accrescere invece che ridurre il conflitto tra lavoro e famiglia e/o sfera personale, ridefinendo – fino a farlo scomparire – il confine tra occupazione e vita privata. L’iper-connettività può anche esporre i lavoratori “agili” a maggiori rischi di salute (si pensi a patologie come la dipendenza tecnologica, il techno-stress, il burnout).

Per questo oggi la ricerca da un lato e la regolazione dall’altro si possono configurare come due “baluardi” importanti per evitare che la diffusione del lavoro agile in Italia – nel tentativo di colmare il divario con paesi su questo fronte più avanzati – si traduca in soluzioni poco attente a evitare effetti negativi sul benessere e sulla salute di lavoratori/trici.


I “Quaderni FMV Corporate Family Responsibility”, collana di pubblicazioni monotematiche realizzate dalla Fondazione Marco Vigorelli, approfondiscono i diversi ambiti della corporate family responsibility, raccogliendo il know-how di FMV e le riflessioni dei principali esperti di settore. I Quaderni analizzano le crisi e gli sviluppi, i mutamenti e le trasformazioni della società contemporanea e il loro impatto sulla conciliazione famiglia-lavoro tenendo conto dei soggetti e delle relazioni che ne sono responsabili. L’analisi critica e documentata sui temi e sulle esperienze presentati offre una riflessione costante e approfondita con un linguaggio aperto e di contaminazione, un approccio multidisciplinare, tra le diverse prospettive (in primis economica, giuridica, sociale, psicologica). Il secondo Quaderno sarà presentato a Milano – presso la Facoltà di Scienze Politiche, Economiche e Sociali dell’Università degli Studi di Milano – nel corso dell’evento "Lavoro, lavoratori e lavoratrici ”smart”: una ricerca accademica ed evidenze aziendali", a cui sarà presente la direttrice del nostro Laboratorio Franca Maino.