A partire dal 1° gennaio 2024 l’Assegno di Inclusione (ADI) è stato introdotto come misura di sostegno economico e di inclusione sociale e professionale. L’erogazione dell’ADI è subordinata al rispetto di specifici requisiti di residenza, cittadinanza, soggiorno e prova dei mezzi basata sull’ISEE, oltre all’adesione a un percorso personalizzato di attivazione e inclusione sociale e lavorativa. Il coinvolgimento attivo dei Servizi sociali è fondamentale per valutare i bisogni del nucleo familiare e definire un Patto per l’Inclusione.
Un recente articolo pubblicato su Welforum.it ha esplorato le caratteristiche dell’ADI attraverso un’analisi delle opinioni di alcuni assistenti sociali, raccolte tramite uno specifico questionario a loro sottoposto.
Dall’indagine è emerso che l’introduzione dell’Assegno di Inclusione ha generato confusione e difficoltà sia tra i servizi sociali sia tra i cittadini (un aspetto che avevamo approfondito in un articolo di qualche mese fa). La complessità della nuova misura e la carenza di formazione adeguata agli operatori hanno causato problemi nell’assistenza ai cittadini e hanno evidenziato la necessità di riorganizzare i servizi.
Secondo gli operatori, molti cittadini sono stati disorientati riguardo ai requisiti e alle procedure dell’ADI. Questo ha portato molte persone a scoraggiarsi nel presentare domanda o a vedere le proprie richieste respinte, spingendole a cercare aiuti economici a livello locale. Inoltre la preoccupazione per la possibile perdita dei benefici del precedente Reddito di Cittadinanza ha indotto i cittadini a esprimere le loro preoccupazioni attraverso gli uffici dei Servizi sociali, i CAF e i Patronati.