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Welfare socio-culturale

Lo sviluppo di condizioni di reale benessere, autonomia ed equità oggi passa sempre più spesso anche dalla dimensione culturale. Un migliore accesso al sapere, il superamento del divario digitale, il contrasto all’analfabetismo funzionale, la diffusione opportunità di informazione, l’aggiornamento delle conoscenze, la partecipazione momenti di coesione e di interazione “civica” sono infatti sempre più importanti per formare cittadini coscienti delle sfide che deve affrontare la nostra società.

Per questo abbiamo iniziato a parlare di esperienze di welfare socio-culturale, in grado cioè di tenere insieme le diverse e numerose declinazioni della cultura con la tutela del benessere complessivo della persona al fine di permetterne un empowerment solido e continuativo.

In questo senso appare particolarmente significativa la nascita e lo sviluppo di luoghi come biblioteche, centri culturali e poli museali in grado di generare e rafforzare questa sinergia. Spazi di aggregazione per le comunità, luoghi dove studiare, sperimentare la promozione del lavoro agile e sostenere misure di conciliazione o, ancora, laboratori in cui costruire processi di inclusione per individui e gruppi che corrono il rischio di restare ai margini della società.

Ve le raccontiamo in questa sezione.

È quello che emerge da Per Aspera ad Astra, un progetto culturale promosso da Acri insieme a 12 Fondazioni di origine bancaria allo scopo di trasformare il carcere grazie alla cultura e alla bellezza. Un progetto ambizioso che fa capire come mai la dimensione associativa è importante per la filantropia.
🎧 Nella quarta puntata del podcast Intrecci raccontiamo Per Aspera ad Astra, un progetto che ambisce a riconfigurare il carcere attraverso il teatro e la bellezza. L'iniziativa è nata dall'esperienza della Compagnia della Fortezza di Volterra ed è promossa da Acri insieme a 12 Fondazioni di origine bancaria in tutta Italia.
Di fronte ai bisogni crescenti di ragazzi e ragazze che vivono a Milano ci siamo chiesti quali infrastrutture oggi siano capaci di rispondere efficacemente e trasversalmente alle loro necessità educative, culturali e relazionali. Tra le numerose offerte pubbliche e private presenti in città, gli oratori rappresentano una categoria che merita un’attenzione particolare. Vi spieghiamo perché.
Massimiliano Anzivino, Francesco Caligaris e Alfonso Noviello hanno scritto cinque approfondimenti in cui raccontano come le biblioteche possano diventare nuovi centri di welfare in cui identificare i bisogni sociali, immaginare le risposte possibili e realizzarle insieme alle comunità
Il Rondò dei Talenti di Cuneo lancia il suo primo festival dell’educazione. Un evento estivo dedicato all’apprendimento, alla crescita e all'inclusione, con Summer School e attività per tutta la comunità.
Il progetto "Genitori Adesso", sviluppato dalla rete BAM - Biblioteche Area Montebellunese, ha coinvolto enti locali e comunità per rispondere alle necessità dei neogenitori attraverso forme innovative di welfare socioculturale. Una sperimentazione interessante che potrebbe essere presa ad esempio su altri territori.
Celebrata a Chiusi la ricorrenza dell’associazione di volontariato che raccoglie oltre 1.400 soci. Il presidente Talozzi: "Alleanza con politica e sanità per continuare a garantire diritti e dignità". Tra gli ospiti, Valentino Santoni di Percorsi di secondo welfare.
I mutamenti necessari allo sviluppo non sono facili da realizzare. La prima cosa da fare è rispolverare la mission più profonda delle biblioteche, cercando di sostenere chi ci lavora con una dotazione adeguata di strumenti e alleanze.
Dal gruppo di lettura alle reti territoriali, dall’ibridazione rigenerante all’apertura ai giovani: spunti operativi (e punti in comune) su diverse biblioteche che nel nostro Paese stanno cercando di essere nuovi luoghi di welfare
Continua il nostro viaggio alla scoperta delle biblioteche come nuovi luoghi di welfare. Parliamo di ruoli, funzioni e confini che occorre sviluppare, oltre che delle attenzioni necessarie perché i cambiamenti siano positivi e sostenibili.
A livello internazionale sono tanti i casi di biblioteche che si sono innovate per andare incontro ai bisogni sociali delle proprie comunità. Andiamo a scoprire tre esperienze poco note ma molto interessanti che si sono sviluppate in Inghilterra, Svezia e Danimarca.
L’idea del sociale sta cambiando le biblioteche, che da “case dei libri” stanno diventando luoghi dove si possono costruire nuove relazioni e immaginare servizi di welfare “leggeri” attraverso processi territoriali partecipati.
Le biblioteche rispondono da sempre a una pluralità di bisogni. Sono ad esempio presidi civici e sociali che offrono la possibilità di socializzare e acquisire liberamente una formazione autonoma, fuori dagli spazi istituzionalmente deputati all’apprendimento e all’istruzione. Ma sapranno sopravvivere alle innovazioni degli ultimi anni?