Uber, BlaBlaCar, AirBnb. La sharing economy è riuscita a imporsi tra cittadini e consumatori. Ma se i servizi legati all’economia della condivisione sono ormai conosciuti da una larga fetta del pubblico, a restare in un cono d’ombra è la figura del lavoratore. Gli autisti Uber sono dipendenti della società o piccoli imprenditori? Chi affitta una stanza di casa con AirBnb, è un albergatore?
Agli interrogativi sulla natura dei rapporti di lavoro della sharing economy ha provato a rispondere Adapt con lo studio “Uber law: prospettive giuslavoristiche sulla sharing/on-demand economy” di Emanuele Dagnino. Nonostante il modello economico della sharing economy sembri fondato su basi solide che portano alla condivisione di risorse sottoutilizzate come lo spazio e le competenze, la normativa attuale sul lavoro non riesce a rispondere all’impatto dell’innovazione sulla condizione dei lavoratori: di fatto, in quanto autonomi, i lavoratori supportano direttamente i costi di gestione dell’attività, non godono dei trattamenti economici e retributivi del lavoro dipendente e fuoriescono dai sistemi di sicurezza sociale.
Lavoratori da sharing economy: imprenditori o dipendenti?, Nicola di Turi, La nuvola del lavoro, 19 ottobre 2015