Il 22 luglio scorso è stato presentato dal Ministro del Lavoro Poletti il «Piano nazionale di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale» che, secondo quanto ribadito dalle dichiarazioni del Governo, dovrebbe essere finanziato nella prossima legge di stabilità.
Dalle informazioni reperibili fino ad ora, questo piano nazionale prevederebbe l’introduzione di una misura di welfare chiamata RIA – Reddito d’Inclusione Attiva, un assegno familiare per i nuclei aventi un ISEE inferiore a circa 3.000 euro, non beneficiari di altri trattamenti previdenziali o assistenziali rilevanti o comunque inferiori ad una determinata soglia. In cambio chi riceve il sussidio dovrebbe impegnarsi ad accettare di partecipare a percorsi formativi. La misura costerebbe 1,5 miliardi. “Quanto al finanziamento dei servizi per l’inclusione attiva, i territori potranno beneficiare di risorse del Fondo Sociale Europeo, e in particolare del PON Inclusione che il Governo ha presentato a Bruxelles e che la Commissione Europea ha approvato, per un ammontare di 1,2 miliardi nei prossimi sette anni.”
Dalle poche informazioni disponibili è tuttavia possibile fare alcune considerazioni in relazione alle vicende ed il dibattito pubblico degli ultimi mesi.
Tutti i limiti del Reddito d’inclusione attiva
Elena Monticelli, Sblinaciamoci.info, 30 settembre 2015