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Dal 1° luglio, come stabilito dalla Legge di Stabilità, la soglia esentasse per i buoni pasto elettronici è passata da 5.29 euro a 7 euro. Una previsione apparentemente priva di grande importanza, che tuttavia in appena un mese ha già portato a effetti significativi sul mercato dei voucher. Nel mese di luglio, infatti, le richieste per le tessere digitali sono aumentate di circa l’80%. Un dato significativo se si pensa che finora il mercato dei buoni – che conta oltre 2.3 milioni di utilizzatori e un consumo di circa 500 milioni di voucher l’anno – si è concentrato quasi esclusivamente sul cartaceo (appena il 15% dei voucher sono spendibili con strumenti elettronici).

Quali le ragioni di questo balzo in avanti? Certamente le nuove norme favorevoli al digitale permetteranno alle aziende di integrare, a costi tutto sommato contenuti, il reddito dei propri dipendenti, garantendo loro un aumento medio di circa 400 euro annui per la spesa alimentare. Stando alle proiezioni, grazie alle nuove agevolazioni fiscali le imprese italiane andranno così ad investire 500 milioni di euro per arricchire la pausa pranzo dei propri dipendenti.

Secondo Gregorio Fogliani, presidente di Qui! Group, una delle aziende leader del settore “l’aumento delle richieste è la prova che le imprese stanno cogliendo l’opportunità di fare welfare per i propri dipendenti, partendo proprio dal servizio sostitutivo di mensa di ultima generazione". Al di là dei vantaggi per i dipendenti, secondo Fogliani “ l’evoluzione verso il digitale per le aziende significherà una notevole semplificazione della gestione” e quindi minori oneri per l’erogazione di questo genere di servizio di welfare.

 

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