Mentre langue il primo welfare, quello con i soldi pubblici, si espande sempre più il secondo, quello delle imprese private. Il trend è molto sostenuto: se nel 2011 solo il 5% delle aziende aveva piani di welfare strutturati, nel 2014 la percentuale è salita al 17% e quest’anno sono coinvolte sempre più anche le piccole e medie imprese.
Uno degli ultimi accordi sindacali di welfare diventato operativo è quello alla Bekaert (ex Pirelli) di Figline Valdarno: ai 400 lavoratori buoni da 150 euro da spendere in benzina, prodotti per bambini, abbigliamento, libri, pacchetti vacanze. Poco prima era stato il momento della Ducati Motors, con benefit come borse di studio, permessi, assistenza all’infanzia, piani sanitari e di previdenza integrativa.
Ma sono anche numerose le aziende di dimensioni più piccole che negli ultimi mesi hanno puntato sul welfare. Un esempio è la Berto’s di Tribano vicino a Padova (cucine professionali e 100 dipendenti) che ha introdotto un rimborso spese per i libri e la scuola dei figli e ha varato orari di lavoro personalizzati come sostegno alla genitorialità. Senza contare la schiera di banche (nel 2014 l’80% dei principali gruppi) che si è accordata per premiare la produttività dei dipendenti con contributi per servizi sanitari e pensioni integrative o con benefit per lo studio dei figli o l’acquisto di benzina.
Welfare in buoni benzina da 150 euro
Enzo Riboni, Corriere della Sera, 23 giugno 2015