I fondi di coesione UE sono pensati per ridurre le disuguaglianze e possono essere usati anche per rendere le città più smart e accessibili a tutti. Questo utilizzo però non sembra essere sempre coerente, come dimostra il fatto che siano stati usati per finanziare (anche) progetti di sorveglianza. A Venezia, ad esempio, come raccontato nell’inchiesta Smart Controlled, le risorse europee sono state impiegate per creare una Smart Control Room; un’esperienza simile è stata inaugurata a Firenze nel marzo scorso.
A volte l’uso non è solo discutibile, ma anche poco trasparente. È il caso di Roma, dove nel 2021 è stata finanziata una data platform con 900.000 euro del programma Pon Metro 2014-2020, ma le informazioni pubbliche sul progetto rimangono frammentarie. Nonostante il finanziamento sia concluso a fine 2023, è difficile capire a cosa serva esattamente.
A quasi quattro anni dalla presentazione della piattaforma, valutare l’efficacia del progetto non è semplice. Tuttavia, ulteriori risposte potrebbero arrivare in futuro, poiché il progetto è stato nuovamente finanziato, questa volta con fondi ancora maggiori, sempre nell’ambito delle politiche di coesione dell’UE. Ne parla Laura Carrer su Slow News nella serie “Coesione e sorveglianza” di ABNE.
Che fine ha fatto la Roma data platform?
Laura Carrer, Slow News
Quando una città è davvero intelligente
Laura Carrer, Slow News
A Brave New Europe (ABNE) è il progetto promosso da Slow News e Secondo Welfare, grazie al sostegno della Commissione UE, per aiutare cittadini e cittadine a conoscere meglio la Politica di coesione europea. Tra i partner della terza edizione – Voyager – ci sono Internazionale, Zai.net, Revue Dessinée Italia, Le Grand Continent e Radio Popolare. Vuoi rimanere informato sul progetto? Iscriviti alla newsletter! |