Il Centro Studi Tortuga ha recentemente pubblicato il rapporto “Verso una genitorialità condivisa”, che analizza l’esperienza di 24 grandi aziende italiane che hanno esteso i congedi di paternità ben oltre i 10 giorni previsti dalla legge, offrendo una media di 8,6 settimane retribuite al 100%. In queste aziende, come Barilla, ENEL, Gucci e Unicredit, oltre il 70% dei padri ha aderito al congedo, soprattutto nella fascia 30-39 anni, spinto dal desiderio di essere più presenti nella vita familiare.
I risultati sono positivi sia per i lavoratori sia per le imprese: il 63% delle aziende è riuscito a gestire le assenze senza costi aggiuntivi, riorganizzando il lavoro internamente e ottenendo in molti casi un miglioramento della produttività. Il 96% dei padri che inizialmente non avevano aderito si è dichiarato pronto a farlo in futuro. Tuttavia, alcuni padri non hanno usufruito del congedo per timore di ripercussioni sulla carriera o per pressioni sul lavoro.
Oltre ai congedi, molte aziende hanno introdotto misure di conciliazione vita-lavoro, come asili nido aziendali e flessibilità nel lavoro da remoto. Secondo il rapporto, queste esperienze rappresentano un importante passo verso la parità di genere, migliorando il benessere dei dipendenti e promuovendo una visione di genitorialità più condivisa. Sebbene le aziende coinvolte siano grandi realtà, il modello potrebbe ispirare cambiamenti più ampi nel panorama nazionale, dove lo sbilanciamento del carico familiare sulle donne è una delle cause della bassa natalità e dell’occupazione femminile ridotta, temi che abbiamo approfondito nella nostra serie Denatalitalia.