A partire dall’articolo di Maurizio Ferrera sulla riforma della scuola, l’ex ministro dell’istruzione Luigi Berlinguer interviene nel dibattito pubblico sul tema con una lettera al Corriere della Sera.
Berlinguer sottolinea come parte della sinistra, sostenendo il vecchio impianto neoidealistico, dimostri "di non amare l’autonomia né un vero rapporto con il lavoro e con la cultura del lavoro" nonostante "sono questi i sentimenti di larga parte del mondo giovanile, le attese delle famiglie, i bisogni culturali contemporanei: in essi risiede la chiave sostanziale del cambiamento profondo e del superamento necessario della scuola di classe". Orizzonte in cui si muovono l’Europa e gli Stati più avanzati del Nord.
Secondo l’ex ministro oggi "la scuola non solo deve formare la mente al rigore ma deve attrarre, deve presentarsi capace di far faticare nello studio, inesorabilmente, ma anche di suscitare gioia, emozione, di stimolare la creatività. Superare il monopolio del logocentrismo significa dare altrettanto spazio all’arte, all’espressività di ciascuno, al sogno, alla speranza. La scuola italiana ha rifiutato l’arte: una bestemmia. Anche per questo è una scuola di classe. Se non si educa al bello non si forma un cittadino, un professionista colto e democraticamente responsabile".
Serve più autonomia per una buona scuola
Luigi Berlinguer, Corriere della Sera, 31 maggio 2015