In un mondo sempre più frammentato e in cui i legami sociali si indeboliscono emerge con forza la necessità di riscoprire il valore delle relazioni umane e della partecipazione collettiva. COSO Giornate della coesione sociale – il primo evento sulla coesione sociale in Calabria che si è svolto a Catanzaro il 7 giugno 2024 – si è data l’obiettivo di rispondere a questa esigenza creando uno spazio di incontro in cui condividere esperienze e riflettere su interventi e politiche capaci di intrecciare relazioni tra le persone, esplorare un nuovo modo di approcciarsi alle comunità per costruire una società più coesa e solidale.
Dall’evento COSO 2024, promosso dalla cooperativa sociale Kyosei e da Legacoopsociali, ha preso forma il Manifesto operativo per la coesione sociale, un documento che vuole tracciare strade praticabili per cambiamenti reali e duraturi. Attraverso il Manifesto abbiamo riordinato le indicazioni emerse durante COSO 2024 per ragionare, confrontarsi e promuovere progetti di coesione sociale nelle comunità e nei territori in cui lavorare.
L’obiettivo è quello di formulare linee di intervento e spunti di discussione per animare il dibattito, fornire elementi di orientamento, condividere un modo diverso di approcciarsi, costruire comunità per rendere la coesione sociale accessibile a tutte le persone che la vivono.
I contenuti del Manifesto
I temi che il Manifesto presenta sono emersi grazie al contributo di oltre 140 persone, cittadini, studenti, referenti di organizzazioni e istituzioni provenienti da varie parti della Calabria che hanno partecipato alla prima edizione di COSO. Dagli interventi introduttivi, dalle testimonianze, dai tre panel di approfondimento e discussione, dai racconti di esperienze di comunità creative e resilienti, dalle riflessioni di inquadramento prospettico. Nei diversi momenti ci siamo chiesti quale fosse il modo migliore per costruire comunità più coese e partecipative.
Il “Manifesto operativo per la coesione sociale” non è solo una dichiarazione di intenti ma uno strumento operativo, che mira a coinvolgere chi vive nei contesti locali, chi ci lavora e ci studia, chi svolge attività sociale, chi li amministra, chi si impegna per una convivenza capace di sviluppare nuove opportunità.
È articolato in due parti: la prima (Manifesto), sulla sinistra, contiene i motivi che hanno guidato la realizzazione dell’evento COSO e le prospettive che si immaginano nei territori; la seconda (Canvas), a destra, è strutturata in 9 riquadri da utilizzare per supportare la costruzione di percorsi di partecipazione. Nell’ultimo riquadro indichiamo e suggeriamo alcuni possibili usi di questo strumento. Ciascun quadrante si articola in domande per stimolare e sollecitare spunti, raccogliere proposte e idee dalle esperienze e conoscenza di ognuno. In chiave di coesione sociale. Nell’ottica di un confronto inclusivo e costruttivo. Presenteremo il Manifesto nel corso della quinta edizione della Biennale della Prossimità che si svolgerà a Napoli il 3, 4 e 5 ottobre 2024.
Dagli scambi sono nati spunti interessanti che possiamo riassumere in quattro temi centrali:
- I protagonisti: le persone, il terzo settore e le amministrazioni locali che insieme formano la comunità.
- I luoghi: spazi fisici e digitali per il benessere collettivo, dove impegnarsi per sviluppare strategie di vicinanza attraverso il dialogo e il confronto.
- Le azioni praticabili, gli ostacoli da affrontare e i temi da approfondire che orientano la costruzione di sinergie operative.
- Le linee di intervento per la coesione sociale da sviluppare coinvolgendo le energie disponibili.
Mettiamo ora a fuoco ciascun tema, analizzandolo singolarmente.
Promuovere incontri e dialoghi fra i protagonisti
Essere “protagonisti” implica l’assunzione di ruoli e responsabilità all’interno delle comunità locali, la partecipazione e la cura di una rete di relazioni. Diversi soggetti assumono un ruolo centrale: le persone e le comunità che vivono e abitano il territorio; il terzo settore; e le istituzioni, come le amministrazioni locali e la scuola.
La coesione sociale non può essere imposta dall’alto: deve emergere da un coinvolgimento autentico delle persone che vivono e lavorano nei territori. Si può tuttavia favorirne lo sviluppo portando nuova energia, dinamismo e risorse alle zone di prossimità che fungono da punti di riferimento centrali e identitari per le comunità. Coinvolgere attivamente i beneficiari dei servizi, ampliando le opportunità di interazione e invitandoli a partecipare alla realizzazione di iniziative, attività ed esperienze può attivare dinamiche di cambiamento positivo e duraturo.
Un altro pilastro della coesione sociale è il Terzo Settore, composto da cooperative sociali, associazioni e organizzazioni non profit, che ha il compito di fornire supporto accompagnando le persone in percorsi di autonomia, contribuendo così alla ricostruzione di un tessuto sociale spesso indebolito.
Le amministrazioni locali sono chiamate a svolgere un ruolo di indirizzo e di facilitazione; non sono meri enti regolatori, ma promotrici di collaborazioni e attivatrici di relazioni tra i vari attori sociali. Le amministrazioni locali sono chiamate a fornire gli strumenti per realizzare politiche inclusive e a dare indirizzi strategici capaci di rispondere alle esigenze specifiche delle comunità, a intervenire per sostenere e accompagnare i processi partecipati di trasformazione dei contesti.
Per crescere e migliorare come società si devono unire queste tre dimensioni, attivandosi e incontrandosi attraverso processi decisionali partecipativi. Il Manifesto operativo per la coesione sociale invita a riflettere su questi temi e a porsi nuove domande: chi può essere considerato un protagonista della coesione sociale? Possono esistere altri attori che contribuiscono al cambiamento? In che modo possiamo ampliare il numero dei protagonisti, rendendo la partecipazione più inclusiva?
Allestire luoghi dove sviluppare strategie di vicinanza
Per costruire coesione sociale è necessario prendersi cura dei luoghi e promuovere strategie di vicinanza. Il Manifesto suggerisce le caratteristiche dei luoghi (fisici e digitali) proponendo alcuni indirizzi per favorire prossimità inclusive. I luoghi devono essere accoglienti, con spazi dove le persone possono ritrovarsi e fare cose insieme; invitanti, capaci di recepire le esigenze di chi li vive; devono essere luoghi belli e di scambio, capaci di far star bene e a proprio agio chi vi entra. Devono essere spazi che contrastano la rassegnazione e stimolano un senso di appartenenza. Spazi dove offrire attività culturali ed educative accessibili, spazi capaci di far sentire le persone parte della comunità. Si tratta allestire luoghi che aggregano, beni comuni che contribuiscono al benessere e riducono fenomeni di esclusione sociale.
Anche i luoghi digitali sono importanti per includere e far sentire parte della comunità, ma solo se sono facili da usare, se sono curati e mantenuti, se invitano alla partecipazione, se offrono indicazioni per orientarsi, se incuriosiscono, e se sono laboratori di novità. Solo allora contribuiscono a costruire relazioni piacevoli e collaborative. Gli spazi virtuali favoriscono quindi il dialogo tra individui e istituzioni quando operano in modo trasparente e accessibile, proponendo contenuti interessanti, pertinenti e propositivi.
La presenza sul territorio è altrettanto importante. Per rispondere alle esigenze specifiche dei contesti le strategie di vicinanza richiedono la presenza fisica nei luoghi di vita, attività di ascolto delle esigenze e degli interessi delle persone. È fondamentale adottare strategie comunicative capaci di promuovere attività, proposte, iniziative di aggregazione, nuove possibilità di partecipazione, iniziative che facilitano il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini. Si tratta di sostenere la capacità di attivarsi delle persone, lavorando insieme per decidere il futuro della comunità in un processo che si affianca alle istituzioni. Prendersi cura della prossimità rappresenta la chiave per promuovere comunità locali più coese e inclusive.
Individuare azioni, ostacoli e temi da approfondire
Per dare linfa alla coesione sociale è necessario realizzare interventi concreti e visibili, arricchendo così i punti di vista: concretezza e visioni che si nutrono di partnership territoriali e di sconfinamenti in esperienze nazionali e internazionali.
La promozione della condivisione e dello scambio di competenze attraverso la comunità di pratica di COSO (composta da amministrazioni e organizzazioni impegnate in progetti di coesione sociale) mira proprio a favorire l’intreccio di soluzioni sperimentate nei territori – e tra queste la pratica di coprogrammazioni e coprogettazioni locali.
È proprio grazie a questi processi partecipati di programmazione e alla costruzione di progetti coinvolgenti che si possono costruire collaborazioni operative nelle comunità: dall’organizzazione di eventi temporanei per favorire nuove relazioni, all’attivazione di interventi sperimentali per sensibilizzare e coinvolgere gli attori locali, alla definizione di patti di collaborazione per la cura dei beni comuni e patti educativi di comunità. Per favorire una comunità di apprendimento è necessario dare vita a un gruppo permanente di coordinamento a cui affidare il compito di animare e accompagnare i processi di coesione sociale nei territori e garantire continuità e tenuta dei processi partecipativi attivati.
Gli strumenti per promuovere lo sviluppo e l’inclusione di comunità sono molteplici, accomunati da un approccio incentrato sulla comprensione dell’altro e sulla cura delle relazioni piuttosto che sulla creazione di servizi o sulla realizzazione di attività. L’approccio alla coesione sociale delineato nel Manifesto auspica una collaborazione tra istituzioni locali e pubbliche affinché esse possano lavorare con la comunità per promuovere politiche di sviluppo e rigenerazione. La comunità educante ha poi portato alla riflessione su come coinvolgere scuole e agenzie educative, consentendo ai giovani di esprimere idee e partecipare attivamente. La cooperazione è considerata non solo come fornitore di servizi, ma come garante dei diritti dei cittadini e promotrice della collaborazione tra comunità, enti locali e imprese cooperative. La rigenerazione urbana, tema della prima edizione di COSO, è un mezzo per trasformare aree degradate in spazi utili alla comunità, mentre il tema delle competenze ha sottolineato l’importanza di formazione e capacità per affrontare le sfide della coesione sociale. Infine, il monitoraggio e la valutazione sono stati indicati come strumenti fondamentali per gestire progetti concreti e per il coordinamento e l’integrazione delle risorse.
A fronte di proposte diverse, sorgono naturalmente ostacoli da considerare. I principali riguardano la mancanza di formazione adeguata per coloro che devono operare: il personale deve essere preparato al dialogo e al confronto e deve essere consapevole che questo tipo di progetti richiede tempo e pazienza, perché i risultati e gli impatti non sono immediati. La complessità di un sistema in continuo cambiamento, che richiede un miglioramento costante delle competenze, rende inoltre fondamentale garantire continuità alle tante occasioni di confronto e dialogo per permettere al lavoro svolto di sedimentarsi e diventare patrimonio comune. Occorre perciò ponderare in maniera realistica i progetti futuri e conciliare consapevolezze e desideri, poiché è più facile immaginare strade possibili che percorrerle; serve un equilibrio tra ciò che si vorrebbe fare e ciò che può essere realizzato. Gli attriti e i conflitti devono essere accolti e gestiti, poiché solo in un ambiente capace di costruire soluzioni evolutive e innovative si può collaborare in modo efficace.
Condividere prospettive di intervento per costruire coesione sociale
Alla luce di quanto emerso finora, promuovere la coesione sociale e sostenere lo sviluppo dei territori richiede un approccio basato sul coinvolgimento attivo delle persone.
In primo luogo, è fondamentale collaborare con le istituzioni per cogliere le opportunità esistenti e rispondere in modo efficace ai bisogni delle comunità. La collaborazione con le istituzioni è essenziale non solo per legittimare la partecipazione, ma anche per identificare nuove occasioni di crescita, gestire le risorse disponibili in modo responsabile, e creare opportunità che siano sostenibili e orientate a un futuro coeso. Non si tratta di un semplice scambio di risorse, ma di un rapporto attivo, di una relazione da coltivare.
In secondo luogo, nel disegno che stiamo proponendo un ruolo chiave è svolto dagli enti di Terzo Settore e in particolare dalla cooperazione sociale chiamata ad essere motore di coesione. La cooperazione sociale non è solo strumento per offrire servizi, ma una forza capace di promuovere relazioni e collaborazioni tra i diversi attori coinvolti nella vita della comunità. Tale ruolo va riconosciuto e supportato dall’interno, poiché è attraverso la cooperazione che possiamo costruire un tessuto sociale più forte.In terzo luogo, per radicare queste nuove politiche è necessario un approccio che faccia crescere nel tessuto sociale di prossimità la consapevolezza di essere parte attiva di un futuro condiviso. Ogni individuo deve potersi sentire attore del cambiamento, con la libertà di esprimere idee, progetti e attività che possano contribuire al benessere collettivo. Questo senso di appartenenza va affiancato anche da un continuo adattamento e aggiornamento delle attività e delle iniziative, ponendo al centro le persone e le relazioni che si sviluppano tra loro nei contesti di vita. Si tratta di un ripensamento che richiede flessibilità e che presuppone un lavoro “con” la comunità, e non “su”, o “per” la comunità. Le persone in quest’ottica non sono solo beneficiarie dei servizi ma partecipano attivamente alla loro ideazione, realizzazione e mantenimento. Ogni comunità è diversa e ha bisogni specifici, ma tutte condividono il desiderio di essere ascoltate, coinvolte e supportate. La coesione sociale non è un obiettivo che si può raggiungere da soli: richiede un impegno condiviso da parte di tutti.
Questo contributo è parte del Focus tematico Collaborare e partecipare, che presenta idee, esperienze e proposte per riflettere sui temi della collaborazione e della partecipazione per facilitare cooperazione e coinvolgimento. Curato da Pares, il Focus è aperto a policy maker, community maker, agenti di sviluppo, imprenditori, attivisti e consulenti che vogliono condividere strumenti e apprendimenti, a partire da casi concreti. Qui sono consultabili tutti i contenuti del Focus. |