Nei giorni scorsi Milano ha ospitato l’undicesima edizione de Il Tempo delle Donne, il festival organizzato dal Corriere della Sera, che offre un’opportunità unica per discutere i grandi temi della società contemporanea mettendo al centro del dibattito l’universo femminile, la parità di genere e l’innovazione sociale. Anche il nostro Laboratorio ha preso parte alla manifestazione, co-organizzando un incontro su natalità, lavoro e conciliazione. L’evento – moderato da Giuliana Ferraino, giornalista del Corriere della Sera – si è tenuto il 12 settembre presso l’Università degli Studi di Milano, offrendo un’occasione di confronto su sfide e opportunità per il futuro in merito a questi temi.
Italia: una fotografia preoccupante
Ad aprire i lavori è stata Franca Maino, direttrice scientifica di Secondo Welfare e professoressa all’Università degli Studi di Milano. La sua analisi ha subito messo in luce una realtà preoccupante: negli ultimi anni, il tasso di natalità italiano è crollato a livelli senza precedenti. Ormai da diversi anni il nostro Paese è ben al di sotto della soglia di sostituzione generazionale, un dato che rischia di avere pesanti ripercussioni economiche e sociali, e probabilmente nel 2024 si toccherà il livello più basso di nascite.
“L’aumento del tasso di dipendenza degli anziani, il calo della popolazione in età lavorativa e il generale invecchiamento della società stanno mettendo sotto pressione il nostro sistema economico e di welfare”, ha spiegato Maino, evidenziando le criticità di un welfare storicamente sbilanciato a favore delle pensioni, lasciando in secondo piano le esigenze delle famiglie e dei giovani. Il risultato è un sistema che penalizza le donne nella conciliazione tra lavoro e vita privata, riducendo le opportunità sia in ambito domestico che professionale.
Di fronte a questa crisi demografica, la professoressa Maino ha illustrato le possibilità offerte dall’adozione dell’Agenda FAST, un modello strategico per affrontare l’attuale situazione demografica, descritta nel Rapporto “Famiglia, Asili, Servizi, Tempi. L’agenda FAST per contrastare la denatalità in Italia” di Fondazione Lottomatica e scritto dal nostro Laboratorio. L’acronimo FAST rappresenta l’approccio integrato per affrontare la denatalità e le disuguaglianze di genere:
- F come Famiglia: maggiori trasferimenti e agevolazioni fiscali, in modo da ridurre il costo dei figli senza disincentivare il lavoro delle madri.
- A come Asili: potenziamento dei servizi per l’infanzia, soprattutto i nidi, è fondamentale per garantire alle donne la possibilità di partecipare pienamente al mercato del lavoro.
- S come Servizi: sviluppo di una rete di servizi che alleggeriscano il carico di cura, ancora oggi prevalentemente sulle spalle delle donne.
- T come Tempi: promozione della flessibilità lavorativa e riorganizzazione dei tempi della città per facilitare la conciliazione tra lavoro e vita privata.
Le risorse mancano, ma anche la domanda sociale
Nel suo intervento Maurizio Ferrera coautore del Rapporto FAST e professore all’Università di Milano, ha messo in luce il nodo critico della mancanza di risorse. L’Italia, ha spiegato, investe solo l’1,1% del PIL in politiche familiari, contro il 16,1% destinato alle pensioni. “L’Italia investe poco nelle politiche familiari, e questo rende difficile per le coppie decidere di avere figli. Come possiamo chiedere loro di farlo senza fornire adeguati incentivi e supporti?” ha osservato Ferrera.
Il professor Ferrera ha inoltre evidenziato come, oltre alla scarsità di risorse, ci sia una bassa domanda sociale per questo tipo di politiche. Mentre per le pensioni esiste una forte pressione da parte dei sindacati, che sono pronti a far sentire la loro voce per tutelare i diritti dei pensionati, non si verifica lo stesso per quanto riguarda i servizi alle famiglie e la non autosufficienza.
“Questo crea un circolo vizioso”, ha spiegato Ferrera, “perché la politica tende a rispondere dove c’è più pressione, ignorando temi che non generano la stessa visibilità”. Una delle proposte avanzate dal rapporto FAST è proprio quella di sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica e i decisori politici sul tema della natalità, rendendolo una priorità a livello nazionale.
Esempi virtuosi di politiche territoriali
I problemi, dunque, sono numerosi e variegati. Ma per fortuna anche in questo contesto non mancano esempi di politiche innovative a livello locale, dimostrando che il cambiamento è possibile. Claudia Moneta, Direttore Generale della Direzione Famiglia e Pari Opportunità della Regione Lombardia, durante il suo intervento ha ad esempio ha illustrato le politiche e le iniziative attuate dalla Lombardia. Tra queste, il progetto delle Reti Territoriali di Conciliazione, rappresenta un esempio di collaborazione pubblico-privato avviato nel 2010. Proprio per rafforzare il ruolo di queste reti, lo scorso anno è stato realizzato il percorso formativo WorkLife Community, a cui ha partecipato anche il nostro Laboratorio, con l’obiettivo di migliorare le politiche di conciliazione attraverso il coinvolgimento di soggetti operanti a vari livelli sul territorio.
Barbara Farina, Direttrice di Legacoop Lombardia, ha raccontato invece l’esperienza del welfare aziendale nel mondo cooperativo, sottolineando come il settore delle cooperative stia investendo sempre di più per promuovere la parità di genere e la conciliazione vita-lavoro. Tema al centro della recente ricerca “Il welfare aziendale nelle cooperative della Lombardia” curata da Secondo Welfare e dall’Università degli Studi di Milano nell’ambito del progetto MEIEC, con l’obiettivo di migliorare le competenze delle organizzazioni del movimento cooperativo. La ricerca verrà presentata il venerdì 20 settembre presso l’Università degli Studi di Milano.
La Responsabile Obiettivo Persone della Fondazione Compagnia di San Paolo, Marzia Sica, ha quindi illustrato il progetto Equilibri, nato nel 2022 grazie anche al supporto di Percorsi di secondo welfare, il quale mira a creare e rafforzare reti multi-attore sul territorio piemontese per promuovere l’occupazione femminile e contemporaneamente migliorare i servizi educativi per i bambini attraverso infrastrutture sociali innovative. Equilibri rappresenta dunque un esempio concreto di come sia possibile costruire sistemi di collaborazione tra istituzioni pubbliche, privati e Terzo Settore per offrire risposte integrate ai bisogni delle famiglie.
La necessità di un cambio di passo
A chiudere il dibattito è stata Ilaria Madama, professoressa dell’Università degli Studi di Milano, che ha sottolineato l’importanza della coprogettazione (pratica collaborativa al centro del Sesto Rapporto sul Secondo Welfare) come strumento per affrontare le sfide demografiche, economiche e sociali del futuro.
Secondo Madama, la vera sfida in tal senso non risiede solo nella definizione delle politiche, ma nella loro attuazione concreta. “Occorre superare l’inerzia politica e investire in temi di lungo periodo, perché solo così possiamo trasformare gli impegni presi in diritti fruibili“, ha affermato. La sua riflessione ha toccato anche il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, evidenziando come, nonostante gli investimenti previsti per i servizi all’infanzia, gli obiettivi fissati per il 2025 siano già stati rivisti al ribasso.
Questo incontro de Il Tempo delle Donne ha lasciato dunque molti spunti di riflessione, permettendo di evidenziare, in particolare, la necessità di interventi concreti, specialmente a livello territoriale, per affrontare una delle sfide più complesse del nostro tempo: come invertire il declino demografico dell’Italia garantendo al contempo maggiore equità di genere e sostegno alle famiglie.