Voltaire tra le altre diceva che «il grado di civiltà di un paese si misura osservando la condizione delle sue carceri». Possiamo quindi dire che il celebre filosofo francese deve essersi fermato a Padova. Questo perché il 20 maggio, con la partecipazione di autorevoli ospiti giunti da diversi paesi, sarà presentato il nuovo Working Paper della Collana 2WEL, Percorsi di Secondo Welfare, Forgiveness and Work behind Bars: Giotto in the Due Palazzi Prison of Padua, in un convegno che si terrà a Roma nel carcere di Regina Coeli.
All’incontro parteciperanno importanti ospiti internazionali: il magistrato brasiliano Luiz Carlos Rezende E Santos, già membro del Consejo Nacional de Justicia, Jürgen Hillmer dell’Università di Brema in Germania, Senator für Justiz und Verfassung, e lo sceriffo della Contea di Cook (Chicago) Thomas J. Dart. Concluderà i lavori Paola Severino, oggi prorettore vicario della Luiss, che nel 2012, incontrando l’esperienza della cooperativa Giotto, ebbe a dire: «Oggi in carcere ho visto dei lavori straordinari, non i soliti pezzetti messi insieme per far passare il tempo ai detenuti. Le biciclette, i panettoni, i call center che funzionano. Non elemosine, ma qualcosa di attrattivo per gli imprenditori e utile per l’economia del paese».
La ricerca che oggi sarà presentata e discussa a Roma, grazie anche al sostegno ricevuto dall’importante Fetzer Institute, sviluppa esattamente l’evidenza che sorprese l’allora Ministro della Giustizia. Infatti il paper ha come oggetto l’esperienza della Cooperativa Giotto di Padova, che dal 1991 sviluppa percorsi lavorativi per i detenuti del carcere cittadino, e i positivi risultati che questa ha raggiunto sul fronte del reinserimento sociale e del contrasto alla recidiva del reato.
Voltaire si è fermato a Padova, parola di bici & panettoni
Giulio Pasi, Il Sussidiario, 19 maggio 2015