A giugno, a Catanzaro, si è svolta la prima edizione di COSO – Giornate della coesione sociale, promossa dalla cooperativa sociale Kyosei e da Legacoopsociali sui temi, appunto, della coesione sociale. In questo articolo proponiamo alcuni spunti emersi durante l’evento (qui il programma) che sono tutti approfondibili attraverso questo Quaderno. Pensiamo possano essere utili per promuovere azioni e progetti di coesione sociale nelle proprie comunità e territori.
La coesione sociale è una sfida
La coesione sociale nasce da azioni che rigenerano i territori, migliorano le comunità adottando un modo diverso di approcciarsi ad esse che pone al centro le relazioni, parte dalle persone. Durante COSO è parso evidente e sono emersi alcuni punti di riflessioni interessanti su cui lavorare.
- Valorizzare la diversità e favorire l’integrazione delle comunità. È essenziale promuovere l’integrazione e valorizzare la diversità creando spazi che facilitino l’incontro e lo scambio in contesti sempre più variegati, riconoscendo e valorizzando la coesistenza di idee, stili di vita e interessi diversi. Promuovere spazi di condivisione favorisce l’interazione tra diverse visioni, incentivando diversità e integrazione.
- Avviare percorsi di ascolto per incrementare il capitale sociale. Ascoltare il territorio attraverso percorsi partecipativi è fondamentale per far emergere bisogni e desideri della comunità, anche in contesti critici. Il lavoro sociale deve proattivamente cercare il dialogo con gli abitanti. Ascolto e confronto costruiscono relazioni e consolidano il capitale sociale.
- Sviluppare contesti ibridi fisico e digitali. Il confine tra fisico e digitale è sempre più sfumato, e le comunità locali si costituiscono attraverso entrambe le dimensioni. Utilizzare piattaforme digitali facilita la partecipazione delle comunità, aiutando a individuare temi rilevanti e organizzare processi partecipativi. In questo senso anche il digitale è uno strumento per promuovere la coesione sociale.
- Promuovere processi partecipativi autentici. I processi partecipativi più efficaci rispondono all’intenzione di migliorare i propri contesti di vita. Chi coordina questi percorsi deve creare condizioni che permettano di proporre, scegliere e assumersi responsabilità.
Azioni locali per la coesione sociale: le biblioteche di comunità
La biblioteca (come da tempo raccontiamo sul nostro portale, ndr) non è solo uno spazio dove si conservano i libri, ma un luogo dove si intrecciano relazioni e si coltivano interessi. Le biblioteche di comunità sono strumenti per lo sviluppo dei quartieri, capaci di promuovere benessere e coesione sociale. Sono spazi multifunzionali che offrono molte opportunità a persone di tutte le età. Dal panel dedicato sono emerse indicazioni per trasformare le biblioteche in centri di inclusione e cultura.
- Biblioteche per rilanciare il piacere della lettura. Le biblioteche possono promuovere competenze per la lettura, specialmente tra chi è a rischio di povertà educativa. Per rendere la lettura accessibile e coinvolgente, si possono organizzare laboratori per bambini, club del libro per adolescenti e adulti, sessioni di lettura pubblica, attività di teatralizzazione. Collaborare con scuole e istituzioni educative è essenziale per creare programmi che incentivano il piacere di leggere. Offrire accesso facilitato a libri e risorse didattiche, ampliando gli orari di apertura e organizzando attività di doposcuola e gruppi di studio, può aiutare a ridurre l’abbandono scolastico.
- Biblioteche per promuovere socialità e benessere. Le biblioteche promuovono benessere e socialità, diventando luoghi dove le persone si sentono riconosciute e valorizzate. Le biblioteche possono offrire programmi di gestione delle emozioni e educazione all’affettività, oltre a pratiche di biblioterapia per migliorare il benessere psicologico. Creare “biblioteche umane” con “libri viventi” permette di valorizzare le storie personali, favorire la crescita personale, sviluppare nuovi contatti.
- Biblioteche per costruire comunità locale. Le biblioteche che collaborano con i servizi pubblici possono diventare centri di trasformazione urbana accessibili a tutti. Creare punti di lettura in varie zone della città, ad esempio nelle scuole e negli uffici pubblici, nei servizi sanitari, può avvicinare alla lettura i cittadini. È fondamentale coinvolgere operatori culturali capaci di ascoltare e identificare i bisogni della comunità, per creare servizi efficaci e partecipativi.
- Biblioteche per l’accessibilità. L’accessibilità deve essere sia fisica che psicologica. Le biblioteche devono abbattere le barriere mentali, proponendo attività culturali che rispondano ai bisogni di benessere, svago e conoscenza, favorendo la socializzazione. Organizzare attività culturali per bambini, collaborare con scuole e asili, coinvolgere giovani adulti e famiglie, e lavorare con gruppi, anche di persone anziane, crea ambienti accoglienti e inclusivi.
- Biblioteche per comunicare nella comunità. Una strategia di comunicazione efficace è essenziale per coinvolgere la comunità. Promuovere le attività delle biblioteche attraverso vari canali permette di raggiungere un pubblico ampio e diversificato. Coinvolgere le persone del posto, specialmente i giovani, nella comunicazione, ad esempio con recensioni video di libri o attività sui social, aumenta la partecipazione.
- Biblioteche per valorizzare la comunità. Le biblioteche di quartiere possono diventare punti di riferimento, offrendo accesso alla cultura e spazi di incontro. Strutturare percorsi partecipativi per definire insieme i temi di discussione rilevanti, collaborando con le autorità locali, è fondamentale. Un esempio è la biblioteca di nuova concezione che sta nascendo nel quartiere Santa Maria di Catanzaro grazie al progetto Bibliovento. Soffia il vento delle storie finanziato da Fondazione Con il Sud e dal Centro per il libro e la lettura in collaborazione con ANCI. Uno spazio pubblico che ha valore se è utile al benessere dei cittadini, li coinvolge nella sua identità e creazione, facendo in modo che la comunità di Santa Maria la senta come propria.
Percorsi di coesione sociale nelle comunità locali: esperienze di sviluppo di comunità
Creare e rafforzare legami con le persone che vivono le comunità, ascoltarle, coinvolgerle sono azioni necessarie per favorire e supportare la loro partecipazione e il loro essere parte delle comunità. Per promuovere la coesione sociale nei territori, è essenziale approcciarsi alle comunità in modo nuovo partendo dalle persone, coinvolgendole attivamente, ascoltando le loro esigenze e promuovendo eventi, progetti che alimentino il senso di appartenenza e radicamento. L’organizzazione di attività (piccole feste di quartiere, eventi culturali, cura degli spazi collettivi, progetti educativi) consente di costruire e sviluppare spazi di partecipazione con un maggiore impatto sociale e visibilità. È fondamentale così preparare le comunità per evitare fenomeni di rifiuto e conflitti. Durante COSO 2024 cittadini, associazioni, cooperative e un iper collettivo di professionisti hanno raccontato come stanno costruendo comunità nei loro territori e come queste partecipano attivamente al loro sviluppo quando ricevono stimoli adeguati. Di seguito proponiamo alcuni esempi concreti.
Vrica (dal nome dialettale di erica, la pianta sempreverde che cresceva abbondantemente nel quartiere) è un percorso sperimentale di comunità, di confronto costruito dai e con i cittadini del quartiere di Santa Maria di Catanzaro. In cui le persone del posto si incontrano per discutere bisogni, idee di sviluppo, desideri e proposte per migliorare il loro quartiere. Non per essere solo destinatari ma protagonisti attivi della comunità. Vrica si basa sul presupposto che lo sviluppo avviene solo con la concreta partecipazione dei cittadini. Perchè l’obiettivo principale è lo sviluppo stesso della comunità.
Il Festival del Lamento a Soveria Mannelli in Catanzaro è una rassegna culturale che celebra e ironizza una delle caratteristiche tipiche dei calabresi: la tendenza a lamentarsi che “non ci sia niente” (un comportamento che si riscontra in ogni essere umano), cercando di superarla attraverso la condivisione pubblica dei propri lamenti.
Trame è un festival, un evento culturale dedicato ai libri sulle mafie che si svolge ogni anno a Lamezia Terme in provincia di Catanzaro. Durante l’evento ci si riunisce per parlare di legalità e diritti attraverso interviste, dibattiti, spettacoli teatrali, concerti, proiezioni cinematografiche, mostre fotografiche e laboratori. Trame rappresenta un’opportunità per fare comunità promuovendo il suo sviluppo, stimolando la partecipazione attiva dei cittadini, il dialogo e la collaborazione tra le diverse realtà culturali presenti nella comunità. In questo senso la coesione sociale implica incontro, convivenza e scambio di idee e valori.
Officine Gomitoli è un centro interculturale che a Napoli si è aperto per offrire un luogo continuo di attività e opportunità sociali, personali per adolescenti e giovani migranti e italiani, promuovere una cultura di uguaglianza sostanziale. Dove organizzano attività educative, artistiche e formative di aggregazione in officine tematiche (laboratori creativi, mostre, attività teatrali, proiezioni, corsi di lingue e di musica), si sviluppano competenze per l’inserimento nel mondo del lavoro. Si contribuisce così a costruire una comunità accogliente e solidale, capace di farsi carico delle difficoltà dell’integrazione, avvicinando la cultura ai problemi sociali.
La Rivoluzione delle Seppie è un iper collettivo di professionisti che si incontra a Belmonte Calabro in Cosenza e ha come obiettivo la riattivazione culturale delle aree marginali per sperimentare nuovi metodi di vivere e collettivamente. Creare un nuova comunità alimentandola attraverso lo scambio di conoscenze. Laboratori, eventi e progetti di educazione non formale coinvolgono la comunità locale e creano sinergie tra diverse discipline e professionisti, trasformando spazi abbandonati in luoghi vivi e condivisi.
Azioni di sistema per le politiche di coesione sociale: comunità di pratica fra le città della Calabria
L’attivazione di una comunità di pratiche tra le città calabresi del Piano Nazionale Metro Plus e Città Medie Sud offre l’opportunità di collaborare, valorizzare tutte le iniziative programmate dai Comuni, essere valore sociale e valore aggiunto alle politiche sociali in Calabria1.
Il PN Metro Plus rappresenta un’opportunità per queste città di ideare programmi di sviluppo adatti alle loro specificità territoriali. Promuovere un coordinamento regionale tra le città coinvolte permette di condividere esperienze positive e risolvere problematiche comuni. Creare una rete di scambio di informazioni e monitoraggio facilita la coesione tra gli enti del Terzo Settore delle diverse città coinvolte. Dal panel dedicato sono emerse indicazioni per orientare le iniziative in corso di realizzazione.
- Lettura del territorio, co-programmazione, co-progettazione. Analizzare le esigenze del territorio, coinvolgendo servizi sociali, associazioni locali e cittadini, permette di creare programmi che rispondono a bisogni reali. Facilitare il dialogo tra cittadini e istituzioni, attraverso piattaforme accessibili e spazi accoglienti, stimola la partecipazione attiva. La progettazione partecipata deve includere enti del terzo settore, istituzioni e cittadini, garantendo un aggiornamento continuo basato sui riscontri della comunità. Favorire partenariati pubblico-privati massimizza le risorse e assicura la sostenibilità a lungo termine. Studiare interventi di successo in altre città consente di adattare le migliori pratiche al contesto locale.
- Rigenerazione urbana e sociale. Interventi di rigenerazione urbana, focalizzati sulla riqualificazione delle aree abbandonate, trasformano spazi degradati in centri culturali e hub di servizi utili alla comunità. Riqualificare strutture di prossimità crea centri di partecipazione sociale e dialogo con le istituzioni.
- Percorsi di inclusione lavorativa e supporto ai soggetti fragili. La coesione sociale si realizza con interventi mirati e il supporto di équipe multidimensionali che assistono famiglie e individui con interventi educativi, psicologici e domiciliari. Per dare priorità all’inclusione lavorativa dei soggetti fragili si devono offrire opportunità di impiego e formazione professionale sperimentando la “dote inclusione” per supporti personalizzati. Per i giovani NEET è opportuno attivare centri di aggregazione stimolanti per proporre attività e iniziative sociali.
- Azioni di sistema sinergiche. Diverse le azioni trasversali attivabili: implementare un sistema di monitoraggio e valutazione per seguire i progressi dei progetti e migliorarne l’impatto; creare aggregatori di innovazione sociale promossi dalle amministrazioni comunali con il terzo settore; integrare i fondi disponibili evitando frammentazioni nelle iniziative; promuovere azioni di potenziamento organizzativo per aiutare enti del terzo settore e operatori istituzionali nel migliorare competenze gestionali e operative; offrire programmi di formazione continua per gestire con efficacia co-programmazione e co-progettazione.
Scenari e prospettive a breve termine
Gli interventi conclusivi di COSO 2024 hanno permesso di individuare spunti operativi per promuovere la coesione sociale nelle comunità.
Gildo De Stefano, animatore territoriale, ha richiamato cinque azioni chiave: aumentare le relazioni sociali, promuovere scambi e connessioni, creare esperienze comuni per accrescere il capitale sociale, curare spazi e tempi per costruire comunità, e facilitare processi partecipativi che portino a risultati concreti.
Antonella Agnoli, progettista culturale, ha sottolineato che i cittadini cercano luoghi fisici per stare insieme e svolgere attività comuni. La biblioteca, come luogo pubblico, può migliorare la vita delle persone, promuovendo uguaglianza, fiducia e abbattendo le barriere, rendendo le comunità meno vulnerabili. È un luogo accessibile che favorisce relazioni e interazioni, e che deve essere costruito con la comunità.
Ledo Prato, presidente di Rete delle Culture, ha ricordato che la cultura è una risorsa vitale per la coesione sociale. Grazie ai PN Metro Plus e Città Medie, le cinque città della Calabria finanziate possono sperimentare co-programmazione e co-progettazione. La comunità di pratica avviata a Catanzaro costituirà un laboratorio di formazione per condividere esperienze e pratiche, formulando linee operative comuni.
Eleonora Vanni, presidente di Legacoopsociali, ha evidenziato che la cooperazione sociale non è solo uno strumento per offrire servizi, ma consente di valorizzare l’identità locale e lavorare per il bene comune, trasformando e rivitalizzando i territori. La mutualità, fondamentale per il movimento cooperativo, comporta uno scambio reciproco con le comunità e un costante lavoro di ripensamento e riprogettazione partecipata delle forme di convivenza e di sviluppo.
Nel suo intervento di chiusura, Nicola Fiorita, sindaco di Catanzaro, ha ripreso alcuni spunti emersi durante la giornata. Ha sottolineato che per ricreare fiducia nelle istituzioni è necessario partecipare alla vita politica con spirito costruttivo e curare i legami sociali. Senza rigenerare le relazioni comunitarie, gli interventi urbanistici non raggiungono gli obiettivi trasformativi. L’amministrazione comunale di Catanzaro si impegna a creare condizioni per una partecipazione che attivi cambiamenti inclusivi e duraturi. Catanzaro aspira a diventare la capitale della coesione sociale, mettendo al centro delle politiche amministrative l’attenzione alle persone, alle periferie e ai territori, valorizzando competenze e attivismo locali.
Da questi spunti ripartirà COSO 2025, che sarà dedicato al tema “Inclusione sociale e lavorativa delle persone vulnerabili“. L’appuntamento è a Catanzaro venerdì 6 giugno 2025.
Questo contributo è parte del Focus tematico Collaborare e partecipare, che presenta idee, esperienze e proposte per riflettere sui temi della collaborazione e della partecipazione per facilitare cooperazione e coinvolgimento. Curato da Pares, il Focus è aperto a policy maker, community maker, agenti di sviluppo, imprenditori, attivisti e consulenti che vogliono condividere strumenti e apprendimenti, a partire da casi concreti. Qui sono consultabili tutti i contenuti del Focus. |
Note
- Il PN Metro Plus è un programma triennale innovativo dedicato a 39 città medie del Mezzogiorno. I Comuni beneficiari sono chiamati a co-progettare con i soggetti del terzo settore la promozione di uno sviluppo sociale, giusto e sostenibile, anche attraverso la cultura, il patrimonio naturale, il turismo sostenibile e la sicurezza. In Calabria le città selezionate sono Catanzaro, Castrovillari, Crotone, Lamezia Terme e Corigliano-Rossano