La fio.PSD, Federazione Italiana degli Organismi per le Persone Senza Dimora, ha pubblicato un discussion paper intitolato “Verso l’ADI: una corsa ad ostacoli per le persone senza dimora”, volto a esaminare i limiti dell’Assegno di Inclusione (ADI) e a proporre dieci soluzioni operative per facilitare l’accesso a questa misura e ottimizzare gli strumenti e le pratiche dei servizi sociali.
Le persone in condizione di estrema povertà necessitano di un sostegno economico che garantisca un minimo vitale e promuova opportunità di sviluppo e inclusione sociale. Tuttavia, le attuali misure di supporto economico e inclusione sociale non riescono a soddisfare adeguatamente queste esigenze. Tra le limitazioni analizzate nel paper emergono ritardi significativi nella gestione delle pratiche da parte dell’INPS e una mancanza di chiarezza sui requisiti, che generano incertezze per i richiedenti.
I problemi sono rilevanti soprattutto per quelle persone senza dimora, prive di residenza anagrafica, che incontrano particolari difficoltà nel certificare la loro condizione di svantaggio. Inoltre, la transizione dal Reddito di Cittadinanza all’ADI ha causato interruzioni dei benefici per molte di loro, aggravando ulteriormente la situazione di chi già si trova in condizioni di vulnerabilità.
La fio.PSD propone diverse buone pratiche per affrontare questa situazione, come l’istituzione di sportelli di servizio sociale all’interno delle strutture di accoglienza, e sottolinea l’importanza della collaborazione tra servizi sociali, CAF, patronati e servizi sanitari. Inoltre, l’investimento nella formazione degli operatori e la semplificazione delle procedure di accesso all’ADI sono ritenuti fondamentali per migliorare l’efficacia del sistema di supporto.