Per fare una CER, ovvero una Comunità Energetica Rinnovabile1, ci vogliono tante cose. Per esempio competenze tecniche, pannelli fotovoltaici, ma anche una buona dose di pazienza per far fronte a un numero enorme di imprevisti e lungaggini burocratiche. Questi ingredienti si possono acquisire o comunque, in qualche modo, ci si può lavorare: ci sono consulenti e imprese specializzati, aziende produttrici, un impiegato che finalmente ti aiuta a capire la procedura corretta per sbloccare la tua pratica.
Oltre a tutto questo, per avviare una CER, serve però anche una cosa che non si ottiene nel giro di qualche settimana o mese: una comunità. Lo racconta bene Stefano Consiglio, presidente della Fondazione Con il Sud: “le comunità energetiche rinnovabili sociali possono riuscire ad avere successo solo se riescono a mettere insieme una pluralità di attori, in primo luogo i cittadini, che da consumatori diventano anche produttori. Diventano soggetti in grado di utilizzare in maniera responsabile l’energia”. Consiglio ce lo ha detto durante un’intervista per la seconda puntata di Intrecci: creare comunità insieme, il podcast e la serie giornalistica in cui Secondo Welfare sta andando alla scoperta di iniziative che rafforzano le comunità grazie al supporto delle Fondazioni di origine bancaria.
Dopo la prima tappa di Milano, in questo secondo episodio di Intrecci siamo andate a raccontare la CER di Napoli Est, una delle prime CER solidali nate in Italia.
Mentre nella puntata del podcast raccontiamo la storia della Comunità Energetica e Solidale di Napoli Est e delle persone che hanno contribuito a realizzarla, in questo articolo partiamo dall’esperienza concreta per raccontare qualcosa di più della Fondazione Con il Sud, ente finanziatore del progetto, e per approfondire come le Fondazioni di origine bancaria si impegnano a sostenere l’infrastrutturazione sociale del Mezzogiorno, in particolare con il coinvolgimento delle Fondazioni di comunità.
La CER(S) di Napoli Est
La Comunità Energetica e Solidale di Napoli Est è situata sul tetto della Fondazione Famiglia di Maria, nel quartiere napoletano di San Giovanni a Teduccio. Si tratta di un quartiere periferico con dinamiche sociali complesse e con alti livelli di povertà educativa, povertà materiale e povertà energetica. Il sito della Fondazione Famiglia di Maria racconta che l’ente “opera sin dalla sua istituzione alla fine del 1800 (…) in favore dei minori e delle famiglie che presentano disagi socio-economici”. Negli ultimi decenni, lavorando in stretta sinergia con le principali istituzioni pubbliche e private del territorio – tra cui in primis il Comune di Napoli e la Fondazione Banco di Napoli -, si è rafforzata sempre più come struttura educativa del territorio, col ruolo di “sviluppare ed arricchire la rete di relazioni umane intorno al bambino, per sopperire alle carenze o alle difficoltà dell’ambiente familiare”.
La Fondazione Famiglia di Maria – per il suo profilo e per i problemi che segnano il territorio in cui opera – è sembrata la perfetta candidata per ospitare una delle prime CER solidali in Italia. Da questa intuizione, in collaborazione con Legambiente Campania e Fondazione Con il Sud, è dunque nata la Comunità Energetica e Solidale di Napoli Est.
Ma cosa sono le Comunità Energetiche Rinnovabili? Introdotte in Italia nel 2020, sono entità giuridiche costituite da un insieme di soggetti – individui, famiglie o enti – che condividono l’energia autoprodotta da una fonte rinnovabile. L’energia prodotta dagli impianti di una CER può essere condivisa e consumata solo dalle utenze che sono allacciate alla stessa cabina primaria di distribuzione (qui una mappa interattiva delle cabine primarie, per farsi un’idea). Se le utenze consumano energia nel momento in cui viene prodotta beneficiano di un incentivo; nel caso venga prodotta più energia di quanta ne viene consumata, l’energia in eccesso può essere venduta e immessa nella rete. Le CER solidali (anche chiamate CERS) hanno un elemento in più: si pongono l’obiettivo di generare, attraverso la loro stessa esistenza, impatti sociali positivi sul proprio territorio.
Fondazione Con il Sud: la sfida dell’infrastrutturazione sociale
Come raccontato la Comunità Energetica e Solidale di Napoli Est è stata resa possibile dal sostegno della Fondazione Con il Sud, che ha dato un contributo pari a 100.000 euro. L’esperienza di Napoli Est è stata pensata fin da subito come progetto pilota: dopo questa prima sperimentazione la Fondazione Con il Sud ha investito altri 1,3 milioni di euro per sostenere la costituzione di altre 9 CERS in Campania, Sicilia, Puglia e Basilicata.
Abbiamo parlato di questo argomento con Stefano Consiglio, presidente della Fondazione Con il Sud, che ha voluto sottolineare come la sostenibilità ambientale a volte venga messa “in contraddizione con quelle che sono le problematiche sociali”. Le CERS come quella di Napoli Est, invece, permettono di coniugare la giustizia sociale e la giustizia ambientale. Le CERS – prosegue Consiglio – sono inoltre uno strumento particolarmente efficace per sostenere “l’infrastrutturazione sociale”, un concetto a cui Fondazione Con il Sud è molto legata.
La Fondazione Con il Sud è un ente nato nel 2006 dall’alleanza tra le Fondazioni di origine bancaria e il mondo del Terzo Settore e del volontariato proprio allo scopo di promuovere l’infrastrutturazione sociale del Mezzogiorno. Fondazione Con il Sud, dunque, non è esattamente una Fondazione di origine bancaria, ma è nata dall’impegno di questi enti filantropici anche a fronte di una loro minor presenza nelle Regioni del sud e delle isole.
Secondo Bandera (2017, 227) per infrastrutturazione sociale si intende lo “sviluppo di strutture immateriali, ovvero di reti relazionali che permettano di mettere in collegamento una molteplicità di luoghi e di soggetti che conoscendosi, dialogando e cooperando possano lavorare insieme per il bene comune”. Per sostenere processi di questo tipo la Fondazione Con il Sud “non interviene direttamente, ma sostiene progetti e forme di collaborazione e aggregazione tra realtà che intendono impegnarsi nell’ottica della responsabilità, della partecipazione e della solidarietà” (Ibidem).
Questo approccio operativo è fondamentale per due motivi, come sottolinea Consiglio. C’è innanzitutto una questione economica: la Fondazione Con il Sud è paragonabile, per capacità erogativa, alle Fondazioni del Centro e del Nord Italia; tuttavia questi enti spesso hanno “come territorio di riferimento una provincia. Noi abbiamo invece 6 Regioni con quasi 20 milioni di cittadini”. Per questo motivo è molto importante, per la Fondazione, cercare e rafforzare alleanze efficaci sul territorio per favorire una sorta di “effetto leva”.
L’infrastrutturazione sociale non avviene però solo grazie alle risorse economiche, ma si basa anche – e forse soprattutto – sul rafforzamento di relazioni e competenze che pongano le basi per uno sviluppo duraturo e solido. Da questo punto di vista, sottolinea ancora Consiglio, la “Fondazione Con il Sud non vuole essere soltanto un erogatore di risorse economiche che danno un po’ di benzina a chi deve partire. La Fondazione vuole anche condividere le conoscenze, le competenze ed esperienze che nel corso di questi anni ha accumulato”.
Le Fondazioni di comunità: risorse e buone idee per i territori
L’approccio partecipativo della Fondazione Con il Sud è ben rappresentato dal suo sostegno alle Fondazioni di comunità (FC), enti che si impegnano a sviluppare e sostenere la qualità della vita delle comunità che risiedono in un determinato territorio (cfr. Bandera 2013). Queste Fondazioni raccolgono, investono e indirizzano “risorse economiche finalizzate a sostenere organizzazioni non profit locali capaci di favorire lo sviluppo di attività, beni e servizi che possano offrire risposte a bisogni emergenti in ambito sociale, culturale o ambientale” (Bandera 2017, 222). Oltre alla funzione erogativa hanno anche la vocazione di catalizzare e diffondere idee, conoscenze e competenze, “importanti per lo sviluppo locale tanto quanto le risorse economiche” (Ibidem).
Le FC, nate e sviluppatesi all’inizio del Novecento negli Stati Uniti, sono state studiate con interesse in tutto il mondo. In Italia le prime Fondazioni di questo tipo si sono sviluppate grazie alla Fondazione Cariplo, che ha svolto un ruolo importante nello studio di questo modello filantropico e che, successivamente, ha sostenuto la costituzione di 16 FC in Lombardia e nel nord del Piemonte2. Negli anni anche la Fondazione Compagnia di San Paolo è stata particolarmente attiva nella promozione delle FC, seguita poi anche da altre Fondazioni di origine bancaria (come la Fondazione di Venezia e Fondazione Cariparma).
Anche la Fondazione Con il Sud ha intuito il valore di queste istituzioni nell’ottica di favorire l’infrastrutturazione sociale dei territori e, nel corso degli anni, ha sostenuto la nascita delle prime 7 Fondazioni di comunità meridionali: nel Centro storico e nel Rione Sanità a Napoli, a Salerno, a Benevento, a Messina, nel Val di Noto, ad Agrigento e Trapani. L’attenzione sia all’erogazione delle risorse che all’aggregazione delle competenze e delle energie dei diversi attori locali è certamente un tratto distintivo che accomuna le Fondazioni di comunità e la Fondazione Con il Sud.
Il modello delle FC, dal 1999 a oggi, si è consolidato e diffuso in tutta Italia: secondo l’ultima Guida sulle Fondazioni di comunità in Italia, pubblicata da Assifero nel 2023, le Fondazioni di comunità in Italia sono 52. Secondo la stima della Guida sono oltre 18 milioni le persone che gravitano nel sistema delle FC: si tratta di persone che sono servite dalle FC e che, a loro volta, possono essere attivate e coinvolte nelle attività delle Fondazioni (ne abbiamo parlato approfonditamente qui).
Il legame tra CER e filantropia
Ma tornando al tema da cui siamo partiti, a livello filantropico non è stata solo la Fondazione Con il Sud a cogliere l’importanza delle CER e il loro potenziale in termini di giustizia ambientale e inclusione sociale. La Fondazione CRC, per esempio, è stata la prima Fondazione di origine bancaria in Italia a sostenere e promuovere la costituzione di CER sul proprio territorio.
Un’esperienza particolarmente interessante è poi quella di Lecco (che avevamo approfondito qui), dove poche settimane fa è nata ufficialmente una CERS (Comunità Energetica Rinnovabile e Solidale). Il progetto lecchese ha individuato una declinazione di solidarietà diversa da quella della Comunità Energetica e Solidale di Napoli Est: qui gli incentivi ottenuti grazie alla produzione di energia rinnovabile verranno utilizzati per finanziare un fondo sociale la cui gestione verrà affidata alla Fondazione Comunitaria del Lecchese (la prima FC nata in Italia). La CERS di Lecco ha visto il coinvolgimento di moltissimi altri attori locali pubblici e del secondo welfare e ha potuto contare sull’accompagnamento fornito dalla Fondazione Cariplo tramite il bando Alternative.
Proprio l’accompagnamento e la consulenza sono aspetti tutt’altro che secondari in progetti come le CER: nel processo di costituzione sono necessarie moltissime competenze tecniche, legali, organizzative e logistiche. Per questo motivo molte delle Fondazioni che promuovono lo sviluppo delle CER prevedono attività specifiche in questi ambiti.
Un esempio è quello della Fondazione Compagnia di San Paolo, che nell’ultimo biennio ha realizzato diverse iniziative a sostegno delle CER a impatto sociale. Tra queste rientrano il bando Sinergie (2022) e il bando Sinergie II – Sviluppo di Comunità Energetiche Rinnovabili a Impatto Sociale, aperto fino alla fine del 2024 e volto a supportare lo sviluppo e l’allargamento di CER già esistenti nei territori di Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria. Parallelamente al lancio del bando “Sinergie II” la Fondazione Compagnia di San Paolo – in collaborazione con la Regione Piemonte, lo Studio Legale Weigmann e l’Energy Center del Politecnico di Torino – ha reso disponibile un servizio di sportello gratuito: Sinergie Condivise, un portale online dedicato all’informazione e al supporto per la creazione di comunità energetiche. Il sito ospita anche una Guida alle Comunità Energetiche Rinnovabili a impatto sociale costantemente aggiornata, promossa da Fondazione Compagnia di San Paolo, Energy Center del Politecnico di Torino e Studio Legale Weigmann con il contributo della Fondazione Cariplo e della Regione Piemonte.
Le esperienze raccontate sono altri due esempi di come la filantropia sia attenta a studiare e sperimentare nuovi approcci e modelli, adottando la lente dell’infrastrutturazione sociale e ponendo particolare attenzione alla creazione e al rafforzamento di competenze e capacità. Elementi cruciali per “fare comunità” sui territori, come stiamo scoprendo nelle tappe di Intrecci.
Intrecci è realizzato da Percorsi di secondo welfare con il supporto di Acri, l’Associazione delle Fondazioni di origine bancaria. Intrecci è un progetto giornalistico ibrido: un podcast per conoscere attraverso le voci dei protagonisti i progetti di comunità e una serie di articoli di approfondimento per mettere a fuoco il ruolo della filantropia. |
Riferimenti bibliografici
- Bandera L. (2013), Le Fondazioni di comunità: una nuova declinazione della filantropia, in Maino F. e Ferrera M. (a cura di), Primo Rapporto sul secondo welfare in Italia 2013, Torino, Centro di Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi.
- Bandera L. (2017), Il ruolo delle Fondazioni di comunità per l’infrastrutturazione sociale del Mezzogiorno, in Maino F. e Ferrera M. (a cura di), Terzo Rapporto sul secondo welfare in Italia 2017, Torino, Centro di Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi, pp. 221-244.
- Bandera L., Barbetta G.P., Cima S. e Petrolati F. (a cura di) (2019), Fondazioni di Comunità. L’esperienza di Fondazione Cariplo, “Quaderni dell’Osservatorio”, n. 31, Milano, Fondazione Cariplo.
Note
- Entità giuridiche costituite da un insieme di soggetti – individui, famiglie o enti – che condividono l’energia autoprodotta da una fonte rinnovabile.
- Per approfondire il ruolo della Fondazione Cariplo nella nascita e nella diffusione delle Fondazioni di comunità in Italia si rimanda a Bandera et al. (2019).