Negli ultimi mesi si è aperto un dibattito sulle possibilità di sviluppo del welfare integrativo nella Pubblica Amministrazione (PA). Avevamo già trattato il tema in relazione alle dichiarazioni del Ministro Paolo Zangrillo, che sottolineò come il welfare sarebbe stato centrale nei prossimi rinnovi contrattuali del comparto pubblico; una posizione poi confermata anche da una Direttiva del Dipartimento della Funzione Pubblica.
In questo senso, qualcosa si era già mosso con il piano di welfare sperimentale per il personale della scuola, recentemente ampliato con servizi offerti dal settore bancario. Ora che è iniziata la trattativa per il rinnovo del contratto 2022-2024 dei lavoratori delle Funzioni Centrali, che coinvolge Ministeri, agenzie (Entrate, Dogane, Aifa, Anpal), Corte dei Conti, Cnel, Inps, Inail e decine di altri enti pubblici in cui lavorano oltre 193.000 persone la questione entra nel vivo. Al tavolo siedono i rappresentanti sindacali e Antonio Naddeo, presidente dell’Aran, l’Agenzia che cura la negoziazione per conto del governo.
In un’intervista al Corriere della Sera, Naddeo ha evidenziato l’importanza di ampliare il lavoro agile e il welfare aziendale per migliorare le condizioni dei dipendenti pubblici. Durante le trattative, oltre agli aumenti salariali, si sta discutendo di iniziative di “lavoro agile, welfare aziendale, formazione: tutte novità che possono entrare nella trattativa e che alla fine potrebbero avere un valore maggiore rispetto ad un aumento economico”. Naddeo ha detto al Corriere che il settore privato non sempre offre condizioni migliori e ha ribadito la necessità di valorizzare il merito individuale nella progressione economica e che “questo è l’anno con più risorse economiche a disposizione”. Vedremo quali saranno gli esiti delle negoziazioni, che dovrebbero chiudersi entro l’anno.