Quali sono i comportamenti delle imprese italiane in materia di welfare? Cosa scelgono i lavoratori e le lavoratrici attraverso le piattaforme dei provider? Si tratta di domande a cui è sempre più importante saper rispondere per poter comprendere come oggi sono utilizzate le risorse del welfare aziendale. E soprattutto come potrebbero essere usate al meglio.

In questo senso dati e informazioni provenienti dagli operatori del settore possono essere d’aiuto. A questo riguardo, Edenred ha pubblicato l’Osservatorio Welfare 2024, un documento che racchiude i dati di oltre 5.000 imprese clienti dell’operatore di welfare aziendale e di 750.000 lavoratori e lavoratrici che utilizzano la piattaforma del provider1.

Quali sono le imprese che fanno welfare

Innanzitutto è interessante comprendere quali tipologie di imprese fanno welfare aziendale. Per quanto riguarda il settore produttivo, stando ai dati di Edenred, il comparto più rappresentato è quello dell’industria manifatturiera; seguono poi i settori del commercio, dei servizi professionali, della gestione di software e media e dei servizi bancari e assicurativi.

Come emerge dalla figura 1, se si confrontano questi dati con quelli dell’Istat relativi alla distribuzione delle aziende italiane per settore produttivo risulta evidente un forte divario. In sintesi, i comparti del commercio, dell’edilizia e della ristorazione sono sotto-rappresentati mentre altri, come quello dell’industria, sono invece sovra-rappresentati.

Questo dipende, probabilmente, anche dal fatto che le imprese del settore metalmeccanico prevedono nel loro CCNL, ormai da diversi anni, una quota da spendere proprio in benefit di welfare, che rispetto ad altri ambiti continua a essere un tema centrale della contrattazione.

Il welfare nelle imprese Edenred, per settore produttivo (2023). Fonte: Osservatorio Welfare 2024.
Figura 1. Il welfare nelle imprese Edenred, per settore produttivo (2023). Fonte: Osservatorio Welfare 2024.

Per quanto riguarda la dimensione aziendale, le piccole imprese con meno di 50 dipendenti sembrano avere maggiori difficoltà a implementare misure di welfare aziendale: rappresentano infatti il 46% del campione di Edenred. Si tratta di una questione rilevante perché, come evidenzia la figura 2, esse rappresentano il 98% del tessuto imprenditoriale del nostro Paese.

 

Composizione del campione imprese rispetto al tessuto italiano, per dimensione aziendale (2023) Fonte: Osservatorio Welfare 2024
Figura 2. Composizione del campione imprese rispetto al tessuto italiano, per dimensione aziendale (2023) Fonte: Osservatorio Welfare 2024

C’è infine la questione territoriale. Come si vede dalla figura 3, il 77% delle organizzazioni che utilizzano la piattaforma di welfare di Edenred è situata al Nord (soprattutto in Lombardia e Veneto); il 18% è invece al Centro (quasi totalmente nel Lazio), mentre solo il 5% si trova nelle regioni del Sud e nelle Isole.

Imprese di Edenred che adottano misure di welfare, per contesto territoriale. Fonte: Osservatorio Welfare 2024.
Figura 3. Imprese di Edenred che adottano misure di welfare, per contesto territoriale (2023). Fonte: Osservatorio Welfare 2024.

Il “premio” welfare e la composizione del campione

L’indagine di Edenred permette poi di conoscere l’importo che mediamente le aziende stanziano per ogni singolo lavoratore e lavoratrice.

Nel 2023, il credito pro capite per il welfare è stato pari a 910 euro, un dato in crescita rispetto agli 850 euro del 2021, ma in leggera diminuzione rispetto ai 940 euro del 2022. È importante sottolineare che il dato del 2022 è stato però influenzato in maniera significativa dal provvedimento temporaneo che ha elevato il limite di spesa dei fringe benefit2 a 3.000 euro, attuato a partire da novembre 2022, ne abbiamo parlato qui e qui. Questa misura non è stata confermata nel 20233, il che giustifica il leggero calo osservato nell’indagine.

Dall’altro lato, in linea con le rilevazioni degli anni precedenti, sembrano esserci delle differenze sostanziali determinate dal settore economico in cui operano le aziende considerate. Si passa infatti dai 551 euro pro capite per dipendenti di imprese del settore dei servizi amministrativi (che rappresentano lo 10,7% del campione utenti complessivo) fino ai 1.683 euro pro capite per i dipendenti dei servizi finanziari (8,1% del campione utenti complessivo). Il settore industria e manifattura, il più corposo nel campione (35,8% circa), registra per il 2023 un credito welfare medio pro capite pari a 693 euro (figura 4).

Figura 4. Importo medio dei benefit di welfare in base al settore produttivo. Fonte: Osservatorio Welfare 2024
Figura 4. Importo medio dei benefit di welfare in base al settore produttivo (2023). Fonte: Osservatorio Welfare 2024

Le scelte di lavoratori e lavoratrici

Per quel che riguarda le scelte dei lavoratori e delle lavoratrici, le prestazioni più apprezzate riguardano i fringe benefit (come i buoni spesa o le card acquisto), l’area ricreativa (es. spese per viaggi e vacanze, per attività sportive e palestra, per l’abbonamento a servizi streaming), l’area dell’istruzione dei figli (figura 5). Seguono poi la previdenza complementare e la sanità integrativa.

Figura 5. Le aree welfare più richieste dalle imprese Edenred (2023). Fonte: Osservatorio Welfare 2024.

In linea con gli anni precedenti, nel 2023 nella composizione complessiva dei consumi sembra crescere il peso di tutte quelle prestazioni più lontane dalla “sfera sociale”. Le aree di spesa che possono potenzialmente generare un impatto sociale evidente – come quelle legate all’istruzione, alla previdenza, alla sanità e all’assistenza dei familiari – riguardano infatti il 35% dei volumi di spesa complessivi per il 2023 (figura 6).

In generale, guardando al confronto tra gli ultimi 7 anni, emerge una ricollocazione della spesa in welfare influenzata dalle differenti congiunture economiche e sociali, ma soprattutto dalle temporanee misure governative riguardanti i fringe.

Come sono cambiati i consumi di welfare aziendale nelle imprese Edenred, anni 2017-2023 Fonte: Osservatorio Welfare 2024.
Figura 6. Come sono cambiati i consumi di welfare aziendale nelle imprese Edenred (2017-2023). Fonte: Osservatorio Welfare 2024.

Le scelte dei lavoratori sembrano dipendere soprattutto da due variabili: disponibilità di spesa e età. Per quanto riguarda il budget welfare disponibile, questo influisce soprattutto a causa del limite relativo ai fringe benefit: all’aumentare del credito disponibile, infatti, i lavoratori tendono a spendere di più per istruzione, previdenza complementare e le prestazioni inerenti all’ambito ricreativo (figura 7).

Figura 7. Le scelte dei lavoratori delle imprese clienti di Edenred. in base al “budget” welfare. Fonte: Osservatorio Welfare 2024.
Figura 7. Le scelte dei lavoratori in base al “budget” welfare. Fonte: osservatorio Welfare 2024.

In riferimento all’età sembrano esserci invece dei picchi di consumo del credito welfare per i rimborsi in materia di istruzione e educazione dei figli tra coloro che hanno tra i 40 e i 59 anni (25%) e un aumento sostanzioso dei versamenti verso enti o casse di previdenza complementare per coloro che hanno più di 60 anni (21% circa). I lavoratori più giovani (al di sotto dei 39 anni) tendono invece a prediligere le prestazioni relative all’area ricreativa e del wellness (figura 8).

Le scelte dei lavoratori sul welfare aziendale in base all’età (2023). Fonte Osservatorio Welfare 2024.
Figura 8. Le scelte dei lavoratori in base all’età (2023). Fonte: Osservatorio Welfare 2024.

I dati sul welfare come patrimonio comune

L’Osservatorio di Edenred rappresenta un’interessante fonte di informazioni per conoscere i comportamenti di imprese, lavoratori e lavoratrici in materia di welfare aziendale.

Giulio Siniscalco, Commercial Director Benefit & Engagement di Edenred Italia, ci ha spiegato che l’Osservatorio Welfare 2024 è stato presentato “durante il Welfare Forum Milano, l’evento annuale di Edenred Italia che ha visto la partecipazione di oltre 380 dirigenti, HR manager, opinion leader, ricercatori ed esperti nel campo delle risorse umane, per presentare una fotografia sullo stato del settore, rilevare i nuovi trend e offrire spunti interessanti sullo sviluppo e l’evoluzione del welfare aziendale nel nostro Paese”.

Il lavoro di Edenred in effetti può aiutare ricercatori, professionisti e addetti ai lavori a capire cosa succede nel campo del welfare aziendale, ma anche capire come si stanno muovendo gli operatori in base ai dati che hanno a disposizione. A questo riguardo, Siniscalco ha sottolineato come “dal nostro studio emergono tre principali aspetti su cui ritengo necessario puntare nell’evoluzione delle soluzioni di welfare in azienda: sostegno al potere d’acquisto, flessibilità dei servizi proposti e coinvolgimento delle persone. Oltre ad essere un elemento chiave per incrementare il reddito e supportare i salari, il welfare risponde efficacemente a esigenze diverse in base alle fasce d’età e facilita la conciliazione vita-lavoro. Favorisce, inoltre, il coinvolgimento delle persone, impattando così sulle performance delle aziende”.

Siniscalco in questo senso ha inoltre ricordato come “la presenza di un piano di welfare incide in modo significativo anche sulla soddisfazione lavorativa e sulla percezione dell’azienda da parte dei talenti, basti pensare che per 7 dipendenti su 10 è decisiva la presenza di un piano di flexible benefit nella scelta dell’azienda in cui lavorare. Le nuove generazioni, in particolare, non sono più attratte unicamente da leve quali la stabilità o la remunerazione, ma si aspettano un sistema di benefit in grado di promuovere il loro benessere e l’equilibrio vita-lavoro”.

Il nostro auspicio è che sempre più queste informazioni divengano patrimonio comune di tutte e tutti. Recentemente vi abbiamo parlato di altre due esperienze di questo tipo – l’Osservatorio di DoubleYou e i dati di TreCuori – che forniscono molti spunti di riflessioni che si sovrappongono a quelli offerti da Edenred. La speranza è che sempre più operatori scelgano la strada della condivisione dei loro dati ma, proprio per quanto detto sopra, si potrebbe fare un passo in più. Crediamo sarebbe infatti utile e strategico se gli operatori del mercato – sostenuti magari da AIWA, l’Associazione Italiana Welfare Aziendale, o da altri enti in grado di coordinare questo genere di lavoro – promuovessero un “osservatorio comune” per esporre i loro dati ed evidenziare l’impatto che il welfare aziendale ha per le organizzazioni e le loro persone.

 

 

Note

  1. I dati fanno riferimento all’anno 2023.
  2. Tra le formule più comuni di fringe benefit ci sono card o voucher acquisto da spendere presso catene commerciali o negozi (anche della grande distribuzione online) e buoni benzina.
  3. Per il 2023 la soglia dei fringe benefit è stata di 258,23 euro per lavoratori/trici senza figli, mentre è aumentata a 3.000 euro per coloro con figli a carico.
Foto di copertina: Mikhail Nilov, Pexels.com