Determinare se la quota di persone in situazione di povertà nel nostro Paese stia crescendo o diminuendo può sembrare un’analisi semplice. Tuttavia, la stima diventa più complessa considerando la molteplicità di indicatori coinvolti.
La povertà è infatti un fenomeno multidimensionale (lo spiegava anche Franca Maino qui e qui) e può essere pertanto misura attraverso diversi parametri, tra cui il reddito, la spesa delle famiglie e gli standard di benessere materiale. Inoltre, l’indicatore di povertà può essere relativo o assoluto, in base ai criteri monetari scelti (della dimensione “assoluta” se ne parlava anche su Welforum qualche tempo fa).
In un recente articolo su lavoce.info Massimo Baldini ha esaminato dati e confrontato vari indici di povertà, cercando di comprendere questo fenomeno dalle molteplici sfaccettature, che a volte può risultare confondente e rendere difficile l’interpretazione dei dati. L’analisi evidenzia che, in Italia, alcuni indicatori sono in calo mentre altri registrano un aumento. Alcuni, più di altri, forniscono un quadro del disagio economico che risulta più coerente con l’andamento dell’economia, la quale ha mostrato una leggera ripresa a partire dalla metà dello scorso decennio (eccetto il periodo della pandemia di Covid-19), e dell’occupazione.