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Il Pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato nel 2017 con l’intento di ridurre le disuguaglianze e rafforzare i diritti sociali nell’Unione Europea, continua a sfidare gli Stati membri. Anche se i progressi rimangono lenti. Il tema è affrontato in un articolo di Giulio Sensi pubblicato sul Corriere della Sera realizzato con il supporto di Secondo Welfare, nell’ambito di una ormai lunga collaborazione,

L’articolo riporta il punto di vista di  Maurizio Ferrera, docente di Scienza politica all’Università di Milano e advisor scientifico di Percorsi di secondo welfare, di Elena Granaglia, docente di Scienza delle finanze al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Roma Tre, e di Giuseppe Guerini, Presidente di CECOP-CICOPA Europa (Confederazione Europea delle Cooperative Industriali di Lavoro e servizi).

L’articolo sottolinea come il Pilastro europeo dei diritti sociali sia stato concepito come un catalizzatore per il cambiamento, con nuove misure legislative e finanziarie a livello dell’UE volte a migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei cittadini europei. Ferrera, in particolare, evidenzia come il Pilastro sia composto da “venti principi espressi sotto forma di doveri o di aspirazioniil cui valore è soprattutto “politico e non legale“.

Per Ferrera, nonostante le direttive adottate dalla Commissione europea su temi cruciali come il salario minimo e i diritti dei lavoratori su piattaforma, l’efficacia del Pilastro dipende principalmente dalla volontà e dalla capacità degli Stati membri di implementare tali raccomandazioni. L’Italia, ad esempio, nonostante la recente riforma del reddito di cittadinanza, rimane ancora lontana dal pieno rispetto delle raccomandazioni europee. Ferrera ha spiegato che “dipende da molto fattori. Livelli di istruzione non elevati impediscono di poter navigare sui siti e avere informazioni di base o competenze per accedere”.

Elena Granaglia, aggiunge un’altra dimensione critica al dibattito, sottolineando l’importanza di un bilancio europeo più forte per finanziare interventi sociali su larga scala. Secondo Granaglia, affrontare le disuguaglianze richiede non solo politiche sociali solide, ma anche un maggiore controllo sull’economia nel suo complesso.

In vista delle imminenti elezioni europee, fissate per l’8 e 9 giugno, emerge dunque un chiaro appello all’azione. Il ruolo del futuro Parlamento europeo è infatti cruciale nel promuovere e sostenere queste riforme. L’attenzione sul tema dei diritti sociali diventa centrale nel dibattito politico, poiché il successo del Pilastro dipenderà dalla collaborazione tra gli Stati membri e le istituzioni europee, nonché dall’azione e dall’impegno dei cittadini europei nel garantire un’Europa sociale per tutti.


Europa sociale, il confronto Salario, povertà, giovani
Giulio Sensi, Corriere della Sera, 25 maggio 2024

 

 

Foto di copertina: Pexels, pixabay.com