Nell’attuale contesto economico e sociale è necessario ripensare i concetti di diritti e universalismo. Nel corso del XX secolo questi principi hanno definito lo Stato sociale europeo, ma ora richiedono un aggiornamento per ispirare il progresso e l’innovazione. I servizi, sempre più importanti rispetto alle prestazioni in denaro, devono essere personalizzati per soddisfare le esigenze individuali. Un “universalismo differenziato” che adatta prestazioni e servizi in base alle esigenze degli utenti, alla sostenibilità economica e ai contesti situazionali.
In questo senso potrebbe essere necessario passare dai diritti legali alle garanzie di servizio, spostando l’accento su ciò che lo Stato deve fornire, con possibili sanzioni in caso di inadempienza. All’interno dell’Unione Europea, potrebbe essere esplorato un approccio di governance multilivello, con un “condominio eco-sociale” che accolga gli Stati sociali nazionali.
Tuttavia manca un’agenda chiara su questi fronti, che dovrebbe diventare una priorità per la nuova Commissione. L’UE potrebbe svolgere un ruolo di guida nel fornire una rete di sicurezza paneuropea, con risorse e servizi adeguati per una piena partecipazione alla vita europea. È quanto sostiene Maurizio Ferrera in un articolo (in inglese) per Social Europe, che sull’argomento ha recentemente pubblicato un libro scritto con Joan Mirò e Stefano Ronchi.