Pillole
Povertà e inclusione

Alleanza contro la povertà: troppe persone senza sostegno nel post Reddito di Cittadinanza

Le domande accolte per l'Assegno di Inclusione e il Sostegno per la formazione e il lavoro sono molto poche rispetto alla platea di chi si trova in povertà assoluta. Il rischio è che centinaia di persone restino senza aiuto e, tra pochi mesi, la situazione potrebbe richiedere interventi emergenziali.
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Secondo i primi dati dell’Inps sull’Assegno di Inclusione (ADI), la nuova misura per contrastare la povertà in Italia, su 651.000 domande presentate e 446.000 lavorate, sono appena 288.000 quelle accolte. Per l’Alleanza contro la povertà, è un dato preoccupante secondo  che al momento risulta inferiore persino alle stime fatte dal governo, che aveva annunciato una potenziale platea beneficiari di circa 737.000 nuclei familiari per l’ADI.

Secondo l’Alleanza, infatti, 288.000 nuclei familiari sono “pochissimi rispetto a quanti in Italia, necessitano di un supporto economico, per non cadere o ricadere in una condizione di povertà assoluta“. Proprio sui potenziali beneficiari l’Alleanza a settembre aveva presentato un Position Paper in cui evidenziava il rischio di dimezzare la platea, che a quanto pare si sta concretizzando.

In queso senso appare centrale il tema delle domande respinte, che al momento sono 117.461. Secondo l’Alleanza contro la povertà sarebbe importante “sapere nel dettaglio qual è il peso delle singole cause di respingimento” perché, come già evidenziato in passato, “i requisiti economici richiesti per l’ADI non rappresentano e non esauriscono la platea di coloro che, in Italia, sono effettivamente a rischio di povertà assoluta“. In questo senso è plausibile “che non accedano alle misure di sostegno […] centinaia di migliaia di persone in condizioni di estrema vulnerabilità economica e sociale”. Questo anche perché il Sostegno per la formazione e il lavoro, la misura di attivazione lavorativa che affianca l’ADI nel post Reddito di Cittadinanza, non è pensata per contrastare la povertà sul lungo periodo (dura solo un anno) e ha una percentuale di domande accolte ancora più bassa dell’ADI: 70.000 su 250.000.

Il rischio è che i poveri, suddivisi in ‘categorie’, restino in buona parte privi di supporti e di politiche di sostegno capaci di rispondere, almeno parzialmente, ai loro bisogni. Se il rapporto tra domande attese e domande pervenute e, soprattutto, se i numeri delle domande respinte dovessero rimanere questi, dovremo fare i conti con un aumento della povertà assoluta nel nostro Paese, che richiederà interventi urgenti e strutturali, così come strutturale è questo fenomeno, da ormai più di 10 anni“, ha sottolineato Antonio Russo, portavoce dell’Alleanza contro la povertà.

 

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