La Politica di coesione dell’Unione Europea ha lo scopo di ridurre le disparità tra i territori e garantire opportunità uguali per tutti i cittadini. Essa si basa storicamente su diversi strumenti come il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e il Fondo Sociale Europeo (FSE), con l’obiettivo di migliorare la coesione economica, sociale e territoriale nell’Unione.
Oggi la Politica di coesione deve fari i conti anche con alcune istanze più recenti – come la transizione verso la neutralità climatica, per cui è stato istituito il Just Transition Fund – e con le risposte nate dopo l’emergenza pandemica – è il caso del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), nato nell’ambito di Next Generation EU.
Perché questa politica funzioni non bastano le istituzioni: la partecipazione attiva dei cittadini è fondamentale, soprattuto per stimolare gli enti pubblici al buon uso dei fondi, migliore il coinvolgimento della società civile a livello locale e monitorare gli effetti dei progetti finanziati. In questo senso è sempre più prezioso è il ruolo del giornalismo, il quale può raccontare la complessità, le criticità, ma anche le innumerevoli possibilità delle politiche europee, come spiega Alberto Puffiato in un articolo su Slow News.
L’articolo è parte di A Brave New Europe, progetto promosso da Slow News con il supporto scientifico di Secondo Welfare che, unendo competenze giornalistiche e accademiche, vuole raccontare la Politica di coesione europea partendo dalle storie di persone, comunità e territori.
La politica di coesione europea
Alberto Puliafito, SlowNews, gennaio 2023