Giovedì 25 gennaio è finalmente arrivato l’atteso provvedimento del Governo per le persone anziane e, in particolare, quelle non autosufficienti.
“Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone e del Ministro della salute Orazio Schillaci, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo che introduce disposizioni in materia di politiche in favore delle persone anziane, in attuazione della delega di cui agli articoli 3, 4 e 5 della legge 23 marzo 2023, n. 33”, si legge nel comunicato diffuso dal Governo. “Come promesso abbiamo approvato oggi un decreto legislativo attuativo del Patto per la Terza Età: è una riforma di cui andiamo orgogliosi e che l’Italia aspettava da più di 20 anni, solo una tappa di un percorso che andrà avanti per tutta la Legislatura”, ha commentato la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Il provvedimento, come ha spiegato Il Post, è “il decreto attuativo di una legge delega approvata lo scorso anno sulla riforma dell’assistenza agli anziani: una legge delega non contiene tutti i dettagli del tema che intende trattare, ma è un testo con cui il parlamento stabilisce delle linee guida generali e attribuisce al governo il compito di farle diventare provvedimenti precisi tramite successivi decreti legislativi, come quello approvato dal Consiglio dei ministri giovedì”. Di quella legge delega 2W parlò qui.
Il decreto attuativo approvato pochi giorni fa, prosegue Il Post “stanzia un miliardo di euro per avviare la riforma, attesa da tempo per riordinare prestazioni finora erogate in modo confuso dai vari enti coinvolti. È una riforma considerata particolarmente importante: il governo di Mario Draghi la inserì tra gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)”.
È stato approvato l’atteso decreto attuativo per la riforma dell’assistenza agli anziani • Il Post, 25 gennaio 2024 |
Questo ultimo aspetto lega il provvedimento a una scadenza precisa, come ha ricordato Il Sole 24 Ore. “Bisognava innanzitutto rispettare i tempi dettati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che ha chiesto la legge e dare un segnale sulle risorse, su cui l’ultima legge di bilancio ha taciuto. Così è stato: la nuova architettura come prescritto dal Pnrr fissa al 31 marzo di quest’anno l’obiettivo di dotare finalmente l’Italia di una normativa che in Paesi come Francia e Germania è realtà da decenni. Poi, stanzia un budget di avvio, in attesa di recuperare altri denari per attuare misure che difficilmente saranno a costo zero, se solo si pensa che per l’intera legislatura era stato stimato un esborso fino a 7 miliardi”.
Il quotidiano economico spiega che sono “due i pilastri della riforma, che da un lato mira a promuovere il mantenimento in salute e l’integrazione nella società degli anziani e dall’altro disegna un’architettura di sostegno in grado di erogare valutazioni personalizzate e multidimensionali alle persone che all’età sommino la presenza di una o più cronicità, fino alla vera e propria disabilità e ai casi estremi a cui, appunto, è riservata la sperimentale ‘prestazione universale’”.
Anziani, agevolazioni su trasporti e vacanze. Arriva prestazione universale: 1.380 euro per over 80 • Barbara Gobbi, Il SOle 24 Ore, 25 gennaio 2024 |
“Nel 2021 secondo l’ISTAT, gli anziani non autosufficienti erano circa 3,8 milioni, con un’età media di 82 anni e per la maggior parte donne. Tra le persone con più di 85 anni, solo il 13 per cento era completamente autonomo. Per queste non esiste un programma o una piattaforma dedicata e i servizi sono erogati in modo frammentato dalle aziende sanitarie, dai medici di base e dalle case di riposo”, aggiunge ancora l’articolo del Post
Le misure per le persone anziane non autosufficienti sono di particolare interesse per Percorsi di secondo welfare, anche perché il nostro laboratorio è uno degli oltre 60 enti che animano il Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza.
In questo ambito, il comunicato del Governo spiega che “si provvede a riordinare, semplificare, coordinare e rendere più efficaci una serie di interventi integrati di tipo sanitario e socioassistenziale, aggiuntivi rispetto alle prestazioni già fornite dal Servizio sanitario nazionale. Si prevede, tra l’altro, la ‘Valutazione multidimensionale unificata’ (VMU) di base, a livello nazionale, per l’orientamento della persona anziana e la determinazione della condizione di non autosufficienza e del relativo stato di bisogno assistenziale”.
Comunicato Stampa del Consiglio dei Ministri n.66 • 25 gennaio 2024 |
Inoltre, “dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026, in via sperimentale e nel limite di spesa massimo pari a 300 milioni annui, si introduce una prestazione universale (PU) composta da una quota fissa monetaria e da una quota integrativa definita “assegno di assistenza”, finalizzata all’acquisto di servizi, per promuovere il progressivo potenziamento delle prestazioni assistenziali per il sostegno alle persone anziane non autosufficienti e destinata a sostituire progressivamente l’indennità di accompagnamento”.
Nello specifico, i requisiti richiesti per ottenere detta prestazione, erogata dall’INPS, saranno i seguenti:
- un’età anagrafica di almeno 80 anni;
- un livello di bisogno assistenziale gravissimo, definito dall’INPS, sulla base di determinati indicatori;
- un valore dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) per le prestazioni agevolate di natura sociosanitaria, in corso di validità, non superiore a euro 6.000.
La componente relativa alla quota fissa monetaria corrisponde alla medesima quota stabilita attualmente per l’indennità di accompagnamento (527,16 euro mensili); la quota integrativa è pari a 850 euro mensili ed è finalizzata a remunerare il costo del lavoro di cura e assistenza, svolto da lavoratori domestici o l’acquisto di servizi destinati al lavoro di cura e assistenza.
Le misure hanno generato diversi critiche, anche da parte delle organizzazioni che aderiscono al Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza.
Il coordinatore del Cristiano Gori, a Radio1 Rai, ha segnalato l’insufficienza delle risorse stanziate, l’assenza di alcuni elementi necessari a incoraggiare la domiciliarità e mancanze procedurali su alcuni servizi fondamentali. Gori ha tuttavia giudicato positivamente la semplificazione burocratica prevista dal decreto e parlato di basi significative da cui partire.
Il Caffè di Radio1, intervista a Cristiano Gori, Franca Maino e Maria Teresa Bellucci • Roberto Poletti, Radio1, 26 gennaio 2024 |
Secondo Franca Maino, direttrice scientifica di Percorsi di secondo welfare e docente dell’Università degli Studi di Milano, il decreto è un “piccolo, piccolissimo segnale” da parte del Governo. A suo parere, il provvedimento non interviene in senso universale sul tema della non autosufficienza ma “si rivolge a una fetta circoscritta di una platea molto ampia”, prevedendo criteri economici di accesso che limitano l’impatto delle misure previste. Maino ha spiegato che l’invecchiamento ha costi elevati legati a cura, assistenza e sanità – che oggi sono in gran parte sulle famiglie – e che gli interventi previsti non permettono di farvi fronte se non in minima parte.
Come ha denunciato il Corriere della sera in un’inchiesta di DataRoom curata da Milena Gabanelli e Simona Ravizza, che propone molti dati sul provvedimento, “di fatto, per i non autosufficienti non ci sono mai i fondi: i dati Eurostat ci dicono che in media in Italia spendiamo 270 euro l’anno per un non autosufficiente contro una media Ue di 584. Il decreto attuativo passerà all’esame delle commissioni per essere approvato definitivamente nei primi dieci giorni di marzo”.
Assistenza a 3,8 milioni di anziani non autosufficienti, ecco come il governo Meloni smonta una buona legge • Milena Gabanelli e Simona Ravizza, Corriere della Sera, 31 gennaio 2026 |