Nel corso del 2023 sono morte in strada 415 persone senza dimora, 16 in più rispetto al 2022. A dirlo è il report annuale “La strage invisibile” di fio.PSD, la Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora, che dalla fine degli anni ’80 si dedica alla promozione della solidarietà nell’ambito della grave emarginazione adulta e delle persone senza dimora.
Dai dati raccolti dalla Federazione emerge che lo scorso anno i mesi invernali hanno rappresentato la stagione più dura per chi non può contare su un alloggio adeguato. In questo periodo i decessi sono stati più frequenti, arrivando a coinvolgere oltre 130 persone. Sebbene l’inverno rappresenti il periodo dell’anno più drammatico, in cui anche i riflettori dei media si accendono per riportare i casi di cronaca più eclatanti, il report mette in luce come la “strage invisibile” si alimenti mese dopo mese.
Il fenomeno della grave marginalità adulta è tipico soprattutto delle grandi città, ma è altrettanto vero che in Italia tale fenomeno si sta facendo sempre più esteso e capillare arrivando ad interessare anche i centri urbani di medie dimensioni o più periferici dal momento. Secondo il report sono infatti 215 i Comuni italiani in cui è stato registrato almeno un decesso.
Le regioni in cui i decessi sono stati particolarmente diffusi sono la Lombardia (21%) e il Lazio (18%), dove c’è la maggior presenza di persone senza dimora, seguite da Emilia Romagna (10%), Campania e Veneto (entrambe 8%). Le città con il maggior numero di decessi sono Roma (44) e Milano (22), ma dati allarmanti provengono anche da Bergamo, Torino, Bologna, Brescia e Genova.
Secondo il report di fio.PSD i morti in strada interessano soprattutto uomini (93%) e stranieri (58%), con un’età media di 47,3 anni. Le circostanze in cui muoiono le persone indicano condizioni di abbandono, mancanza di cura e di reti di protezione, un disagio profondo che intreccia la sfera sociale, abitativa e relazionale.
Il 40% delle persone senza dimora è morta nel 2023 per malori (ovvero malesseri fisici improvvisi e aggravamento di situazioni già compromesse), di cui la forma più estrema è rappresentata dagli episodi di ipotermia (15 casi in un anno). Il 42% di esse è morti invece per eventi traumatici ed accidentali, quali atti di aggressione, annegamenti, cadute, incendi e suicidi.
Come afferma la Presidente di fio.PSD Cristina Avonto, per affrontare questa triste situazione serve “un cambiamento politico e culturale. Oggi le risorse messe a disposizione degli ambiti territoriali, da fondi europei e nazionali, anche attraverso il coinvolgimento delle regioni, possono essere una leva per strutturare politiche e servizi sull’abitare. La casa è ciò che manca alle persone senza dimora, la base per una vita stabile e sicura dalla quale ripartire.”
Avonto richiama così l’approccio Housing First – nato agli inizi degli anni ’90 negli Stati Uniti per sostenere le persone senza dimora con necessità complesse – il cui presupposto è che l’abitazione per le persone senza dimora non deve essere l’obiettivo finale di un percorso, ma il punto di partenza per favorire la loro ri-inclusione. Sul sito di fio.PSD è spiegato nel dettaglio in cosa consista l’Housing First e sono disponibili dati di monitoraggio sulla sua diffusione in Italia.