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Primo Welfare / sanità

Spesa sanitaria: all’Italia servirebbero 47,6 miliardi di euro per colmare il gap con gli altri Paesi

A dirlo è la Fondazione GIMBE, che sottolinea come questa situazione si protagga ormai da molti anni e stia erodendo il diritto costituzionale alla tutela della salute.
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L’imponente sotto-finanziamento, la progressiva carenza di personale sanitario, i modelli organizzativi obsoleti, l’incapacità di ridurre le diseguaglianze e l’inevitabile avanzata del privato hanno determinato la progressiva erosione del diritto costituzionale alla tutela della salute, in particolare nelle Regioni del Sud.

È quanto sostiene la Fondazione GIMBE, che con una nota spiega come nel 2022 la spesa sanitaria in Italia si sia confermata inferiore rispetto a molti altri Paesi. La nostra spesa sanitaria pubblica pro-capite è stata pari a 3.255 dollari americani, al di sotto della media OCSE (3.899 $) ma anche di quella dei Paesi UE (4.128 $). In Europa il nostro Paese è infatti 16° nella classifica degli investimenti in sanità. Questo gap si è ampliato progressivamente dal 2010, a seguito di tagli e definanziamento pubblico. Per colmare il ritardo rispetto agli altri Paesi europei dell’area OCSE, secondo GIMBE, servirebbero almeno 47,6 miliardi di euro.

I princìpi fondamentali del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) di universalità, uguaglianza e equità” ha sottolineato NinoCartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE “sono stati traditi e oggi sono ben altre le parole chiave del nostro SSN: infinite liste di attesa, affollamento dei pronto soccorsi, aumento della spesa privata, diseguaglianze di accesso alle prestazioni, inaccessibilità alle innovazioni, migrazione sanitaria, rinuncia alle cure“.

 

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