Secondo il rapporto dell’Ocse sulle disuguaglianze e sul loro impatto sulla crescita economica la forbice tra chi ha più e chi ha meno non è mai stata così ampia negli ultimi trant’anni. Oggi, in Italia, il rapporto tra il reddito medio del 10% più abbiente della popolazione e il 10% più povero è di 10 a 1. Questa situazione, denunciata dall’Organizzazione parigina, non è solamente l’evidente fallimento dell’idea di redistribuzione della ricchezza, ma anche una pesante zavorra alla crescita economica.
L’Ocse ricorda infatti che la forbice aumenta non solo se si guarda al rapporto dei salari, ma è lampante anche usando il coefficiente di Gini, cioè una misurazione delle diseguaglianze che varia da zero – dove tutti hanno lo stesso reddito – a uno – dove tutto il reddito va a una persona -. Ebbene, nei Paesi Ocse negli anni Ottanta il coefficiente era a quota 0,29 e nel 2011/2012 è cresciuto di tre punti, a 0,32.
La politica, quindi, deve pensare in maniera molto ‘ampia’ a risolvere i problemi di redistribuzione e povertà. Motivo per cui sono ben accette le scelte di puntare sul rafforzamento dei redditi medio-bassi, fondamentali per il flusso di consumi e quindi ripresa.
Redditi: per ogni euro ai più poveri ne vanno 10 ai più ricchi. Così l’Italia ha perso 7 punti di crescita
Raffaele Ricciardi, La Repubblica, 9 dicembre 2014
Potrebbe interessarti anche:
Giustizia sociale in picchiata: l’Europa al tempo dell’austerità