Pillole
Povertà alimentare

L’indagine Waste Watcher 2023 sullo spreco alimentare

In Italia è diminuito lo spreco alimentare, anche se registra ancora numeri elevati: nel 2022 sono state buttate 4,2 tonnellate milioni di tonnellate di cibo, per un valore di 9,3 miliardi di euro.
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In occasione della X Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare è stato diffuso “Il caso Italia” 2023, il report di Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability. L’indagine ha approfondito le dinamiche dello spreco alimentare nel nostro Paese e esaminato i comportanti alimentari degli italiani.

Secondo il report lo spreco domestico di cibo è diminuito rispetto all’indagine precedente: nel 2022 abbiamo gettato 524,1 g di cibo pro capite alla settimana, ovvero -12% rispetto all’indagine di un anno fa. Il valore dello spreco domestico, secondo le stime del report, è comunque alto: 6,48 miliardi di euro all’anno. Considerando l’intera filiera – dal produttore al consumatore, fra perdite in campo e sprechi nella catena dell’industria e della distribuzione del cibo – sono state buttate poco più di 4,2 milioni di tonnellate di cibo, per un valore di 9,3 miliardi di euro.

L’indagine ha approfondito anche le abitudini di spesa e consumo, scoprendo che nell’ultimo anno gli italiani e le italiane hanno ridotto il consumo extra-domestico di pasti, hanno manifestato una maggiore attenzione e sobrietà nelle abitudini di acquisto e una maggior attenzione alla prevenzione degli sprechi (anche in risposta all’inflazione).

Lo spreco alimentare – tema che Secondo Welfare segue da parecchi anni con un proprio focus sulla povertà alimentare – ha un impatto negativo sia sull’ambiente che sulla società, poiché comporta non solo lo spreco del cibo, ma anche delle risorse idriche ed energetiche utilizzate per produrre, trasportare e conservare il cibo che poi viene buttato. Per questo secondo Andrea Segrè, agroeconomista fondatore di Spreco Zero (promotore del Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability), è importante favorire “le food policies, che coordinano la filiera del cibo nelle nostre città“. Tuttavia, “la prevenzione inizia quando spingiamo il carrello della spesa: la scommessa si gioca soprattutto nelle nostre case e in una svolta culturale profonda e personale“.

 

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Foto di copertina: Alexander Fox | PlaNet Fox da Pixabay.