Nell’immaginario comune la disabilità viene associata a sedie a rotelle, bagni dedicati, bastoni per camminare o altri dispositivi di supporto. Le disabilità però possono essere anche invisibili e, anzi, un rapporto del Governo britannico dice che rappresentano l’80% di tutte le disabilità nel mondo. Il concetto è piuttosto elastico. Le disabilità invisibili possono essere dovute a un insieme di problematiche che rendono più difficile affrontare la vita quotidiana, a patologie agli stadi iniziali che diventeranno visibili col tempo, particolari condizioni di salute mentale o malattie congenite.
Nel 2016 l’associazione britannica Hidden Disabilities ha ideato un modo per rendere note queste disabilità che non si vedono “a occhio nudo”: un cordino di quelli per appendere i badge, verde con disegnati sopra dei girasoli. È usato in molti Paesi, tra cui l’Italia, per segnalare che si ha diritto ad un’assistenza particolare o a una precedenza, perché si sta usufruendo di corsie o parcheggi riservati, o semplicemente se in fila al supermercato ci vuole un po’ più di tempo per insacchettare la spesa.
Come spiega Il Post, ci sono diverse associazioni e progetti che, come Hidden Disabilities, con modi e linguaggi diversi fanno informazione sulle disabilità invisibili, come Invisible disabilities, associazione statunitense, o l’Invisible disability project, un movimento culturale che si propone di combattere lo stigma associato alla disabilità e più in generale di promuovere l’inclusività.