Secondo Eurostat le donne nell’Unione Europea guadagnano in media il 13% in meno degli uomini. Si tratta del cosiddetto gender pay gap o divario di genere retributivo, che in Italia è presente in tutti i settori di impiego, a vantaggio degli uomini (ne avevamo parlato qui). La questione, come spieghiamo di seguito, ha la propria radice nella scarsa trasparenza alle informazioni sui livelli di retribuzione che, appunto, sono diversi da uomini e donne. Ora però un accordo raggiunto a livello comunitario promette di cambiare le cose.
Perché la mancanza di trasparenza è un problema
Spesso, anche a causa di un’educazione finanziaria insufficiente, parlare di soldi è ancora un tabù. E il problema, oltre che nella vita quotidiana, si vede anche nell’accesso alle informazioni che riguardano diversi i livelli di retribuzione rivolti a donne e uomini. Sono molti i casi in cui manca la trasparenza, anche negli annunci di lavoro.
Di recente un’indagine di Repubblica ha raccontato che sulla piattaforma Indeed, motore di ricerca per trovare lavoro, nel secondo trimestre 2022 solo il 10% dei post italiani aveva una indicazione salariale. Il trend è in linea con la Germania (10%) e la Spagna (13%), mentre per Francia, Irlanda e Olanda la media è di uno su tre, e nel Regno Unito di uno su due annunci.
Quello della trasparenza e dell’asimmetria informativa è quindi un limite diffuso. Come spiega Pawel Adrjan, economista di Indeed, si tratta di un problema diffuso che parte dal presupposto errato: che, sfruttando l’alto tasso di disoccupazione, nascondere il salario permetta alle aziende di mantenerlo più basso. Questo, però, è problematico perché non cambia le carte, ma semplicemente allunga il processo di assunzione.
In altri Paesi esistono, però, anche esempi virtuosi. Per favorire un sistema economico più trasparente – riporta Bloomberg – Alphabet, Ibm e Wells Fargo hanno deciso di pubblicare l’indicazione salariale in tutti i loro annunci di lavoro per gli Stati Uniti.
L’accordo europeo sulla trasparenza salariale
Anche a livello di Unione Europea è stato promosso di recente il tema della trasparenza legato al tema salariale. Che ha avuto un riscontro importante. Giovedì 15 dicembre i negoziatori del Parlamento europeo e dei Paesi dell’Unione hanno raggiunto un accordo: le aziende europee saranno tenute a divulgare informazioni sui salari. L’obiettivo, appunto, è quello di favorire la trasparenza e l’accessibilità alle informazioni per poter comparare i livelli di retribuzione di persone che sono impiegate nello stesso ente.
L’accordo prevede anche un’importante novità in tema di gender pay gap: le valutazioni sul livello retributivo dovranno basarsi su criteri neutri rispetto al genere, in modo da classificare e valutare il mercato del lavoro senza cristallizzare le disuguaglianze. In generale, gli annunci di lavoro e le competenze richieste a riguardo dovranno essere inclusivi e non discriminatori. Inoltre, se la rendicontazione salariale dovesse mostrare un divario retributivo di genere di almeno del 5%, i datori di lavoro saranno tenuti a condurre una valutazione salariale congiunta in collaborazione con i loro rappresentanti dei lavoratori.
È inoltre previsto che gli Stati membri istituiscano sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive per i datori di lavoro che violano le norme, mentre a lavoratori e lavoratrici che subiscono violazioni e discriminazioni dovrà essere garantito il diritto al risarcimento.
Avere informazioni complete e trasparenti è un fattore rilevante anche a livello di crescita e realizzazione personale. Chi entra nel mondo del lavoro, infatti, deve avere la possibilità di scegliere il proprio impiego all’interno di un quadro completo.