Nella giornata di oggi Giorgia Meloni si è presentata alla Camera dei Deputati per chiedere la fiducia al suo Governo. Nel discorso pronunciato dalla Presidente del Consiglio sono numerosi i passaggi che riguardano il secondo welfare, come le politiche rivolte ai giovani, la cura degli anziani, la conciliazione, l’istruzione, la formazione, l’immigrazione. Prendendo in considerazione i temi che già prima del voto avevamo giudicato prioritari, di seguito proponiamo alcuni passaggi del discorso che a nostro avviso sono significativi in tal senso. Nei prossimi giorni proporremo alcuni approfondimenti su di essi.
Natalità: un piano “imponente”, economico e culturale
Il tema della natalità, a cui Secondo Welfare negli ultimi mesi ha dedicato grande attenzione con la serie Denatalitalia, ha avuto molto spazio nel discorso programmatico del Presidente del Consiglio.
Meloni ha affermato che “accanto a scuola e università” c’è “un’altra istituzione formativa importante. Forse la più importante. Ed è la famiglia. Nucleo primario delle nostre società, culla degli affetti e luogo nel quale si forma l’identità di ognuno di noi. Intendiamo sostenerla e tutelarla; e con questa sostenere la natalità”.
In tal senso “per uscire dalla glaciazione demografica e tornare a produrre quegli anni di futuro, quel Pil demografico di cui abbiamo bisogno, serve un piano imponente, economico ma anche culturale, per riscoprire la bellezza della genitorialità e rimettere la famiglia al centro della società.”
A questo scopo tra i primi obiettivi del Governo ci sarà “aumentare gli importi dell’Assegno Unico e Universale e aiutare le giovani coppie ad ottenere un mutuo per la prima casa, lavorando progressivamente anche per l’introduzione del quoziente famigliare. E visto che i progetti familiari vanno di pari passo con il lavoro, vogliamo incentivare in ogni modo l’occupazione femminile, premiando quelle aziende che adottano politiche che offrono soluzioni efficaci per conciliare i tempi casa-lavoro e sostenendo i Comuni per garantire asili nido gratuiti e aperti fino all’orario di chiusura di negozi e uffici”.
Povertà: cambiare il Reddito di Cittadinanza
Come confermato dal recente Rapporto di Caritas in Italia “c’è un tema di povertà dilagante che non possiamo ignorare”. Meloni ha spiegato che il suo Governo intende continuare a sostenere chi ha bisogno ma anche cambiare il Reddito di Cittadinanza, senza però specificare esattamente in quale modo.
“Vogliamo mantenere e, laddove possibile, aumentare il doveroso sostegno economico per i soggetti effettivamente fragili non in condizioni di lavorare. Ma per gli altri, per chi è in grado di lavorare, la soluzione non può essere il Reddito di Cittadinanza, ma il lavoro, la formazione e l’accompagnamento al lavoro, anche sfruttando appieno le risorse e le possibilità messe a disposizione dal Fondo sociale europeo. Perché per come è stato pensato e realizzato, il Reddito di Cittadinanza ha rappresentato una sconfitta per chi era in grado di fare la sua parte per l’Italia, oltre che per se stesso e per la sua famiglia.”
C’è dunque da attendersi, anche alla luce della scelta di Marina Elvira Calderone al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che tra i primi provvedimenti di welfare del Governo ci saranno interventi volti a depotenziare fortemente la parte di politiche attive del Reddito di Cittadinanza.
Welfare aziendale: citato per la prima volta in un discorso di insediamento
“Oltre al caro energia, le famiglie italiane si trovano a dover fronteggiare un livello di inflazione che ha raggiunto l’11,1% su base annua e ne sta erodendo inesorabilmente il potere d’acquisto, nonostante una parte di questi aumenti sia stata assorbita dalle aziende”.
Per affrontare questi problemi secondo Meloni “è indispensabile intervenire con misure volte ad accrescere il reddito disponibile delle famiglie, partendo dalla riduzione delle imposte sui premi di produttività, dall’innalzamento ulteriore della soglia di esenzione dei cosiddetti fringe benefit e dal potenziamento del welfare aziendale”.
È la prima volta che in un discorso programmatico il welfare aziendale è citato esplicitamente, facendo peraltro riferimento a una delle misure – il fringe benefit – su cui negli ultimi mesi è cresciuto il dibattito. La Legge di Bilancio sarà probabilmente il primo banco di prova in cui vedremo se e quanto il Governo intende investire su questo fronte.
Immigrazione: un “Piano Mattei” per bloccare i flussi
Sul fronte dell’immigrazione Meloni ha affermato che non intende “in alcun modo mettere in discussione il diritto d’asilo per chi fugge da guerre e persecuzioni. Tutto quello che noi vogliamo fare in materia di immigrazione è impedire che la selezione di chi arriva in Italia sia fatta dagli scafisti”.
Meloni sposta però l’attenzione dal nostro Paese spiegando che è necessario “rimuovere le cause che portano i migranti, soprattutto i più giovani, ad abbandonare la propria terra, le proprie radici culturali, la propria famiglia per cercare una vita migliore in Europa.” “Credo che l’Italia debba farsi promotrice di un “piano Mattei” per l’Africa, un modello virtuoso di collaborazione e di crescita tra Unione Europea e nazioni africane, anche per contrastare il preoccupante dilagare del radicalismo islamista, soprattutto nell’area sub-sahariana”, ha spiegato Meloni riferendosi allo storico presidente dell’Eni che molto operò in Africa. La proposta, di cui non si sono dati altri dettagli, ricorda precedenti annunci di Piani Marshall per il continente africano fatti negli scorsi anni.
Giovani: citati spesso, ma niente proposte specifiche
Meloni ha dedicato spazio anche ai giovani, individuando molte delle problematiche – reali o presunte – che riguardano la loro vita.
“L’Italia non è un Paese per giovani. La nostra società nel tempo si è sempre più disinteressata del loro futuro, persino del diffuso fenomeno di quei giovani che si auto-escludono dal circuito formativo e lavorativo (i Neet, ndr), così come della crescente emergenza delle devianze, fatte di droga, alcolismo, criminalità.”
Tuttavia non sono state menzionate misure specifiche a loro dedicate. “Noi intendiamo lavorare sulla crescita dei giovani. Promuovere le attività artistiche e culturali, e accanto a queste lo sport, straordinario strumento di socialità, di formazione umana e benessere. Lavorare sulla formazione scolastica, per lo più affidata all’abnegazione e al talento dei nostri insegnanti, spesso lasciati soli a nuotare in un mare di carenze strutturali, tecnologiche, motivazionali.” Un tema, quest’ultimo, che Secondo Welfare sta seguendo da qualche tempo con la serie Oltre la Dad.
Scuola: merito come inclusione
Il Governo, quindi, si concentrerà sulla formazione scolastica, attraverso quello che per Meloni è “il più formidabile strumento per aumentare la ricchezza di una nazione, sotto tutti i punti di vista”. Sul tema ha detto che l’università e la scuola “torneranno centrali nell’azione di governo”, con una certa attenzione verso gli insegnanti “spesso lasciati soli a nuotare in un mare di carenze strutturali, tecnologiche, motivazionali”.
Meloni ha inoltre ribadito il rapporto tra istruzione e merito parlando di un sistema scolastico “appiattito al ribasso”, dove chi vive in famiglie più agiate ha più possibilità di recuperare le lacune scolastiche rispetto a studenti provenienti da famiglie meno abbienti, le cui lacune “non vengono colmate da nessuno”. La Presidente del Consiglio ha parlato di “come, oggi, chi vive in una famiglia agiata abbia una chance in più per recuperare le lacune di un sistema scolastico appiattito al ribasso, mentre gli studenti dotati di minori risorse vengono danneggiati da un insegnamento che non premia il merito, perché quelle lacune non vengono colmate da nessuno”.
Terzo Settore: standing ovation ma nessuna proposta
Un passaggio molto apprezzato dall’aula è stato quello dedicato alle organizzazioni del Terzo Settore. “Il mio ringraziamento va ai lavoratori dei servizi pubblici essenziali, che non si sono mai fermati, e alla straordinaria realtà del nostro Terzo Settore, rappresentante virtuoso di quei corpi intermedi che consideriamo vitali per la nostra società.” A queste parole i parlamentari si sono alzati ad applaudire, ma nel resto del discorso non sono stati fatti riferimenti e provvedimenti o interventi che il Governo intende realizzare per sostenere la società civile nelle sue diverse espressioni.
Anziani non autosufficienti: poche parole, aspettando la riforma
“L’Italia ha bisogno di una nuova alleanza intergenerazionale, che abbia nella famiglia il suo pilastro e rafforzi il legame che unisce le generazioni, i figli con i nonni e i giovani con gli anziani, che vanno protetti, valorizzati e sostenuti perché rappresentano le nostre radici e la nostra storia”.
Queste le uniche parole, neanche troppo esplicite, dedicate da Meloni alla cura degli anziani. La speranza è che all’atto pratico il Governo continui il lavoro avviato per la riforma della non autosufficienza, che andrà realizzata entro la primavera del prossimo anno per rispettare i termini previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
PNRR: il Governo discuterà possibili aggiustamenti con la UE
In questo senso, dopo il botta e risposta delle scorse settimane tra Meloni e Draghi sullo stato di avanzamento del PNRR, c’era attesa per capire quale sarà la posizione del Governo sul Piano.
“Il PNRR è un’opportunità straordinaria di ammodernare l’Italia: abbiamo tutti il dovere di sfruttarla al meglio. La sfida è complessa a causa dei limiti strutturali e burocratici che da sempre rendono difficoltoso per l’Italia riuscire ad utilizzare interamente persino i fondi europei della programmazione ordinaria”. Meloni ha colto l’occasione per parlare dei ritardi nella spesa delle risorse stanziate – “la Nota di aggiornamento al Def 2022 ha ridotto la spesa pubblica attivata dal PNRR a 15 miliardi rispetto ai 29,4 miliardi previsti nel Def dell’aprile scorso” – e l’impegno a utilizzare le risorse secondo il programma stabilito: “spenderemo al meglio i 68,9 miliardi a fondo perduto e i 122,6 miliardi concessi a prestito all’Italia dal Next Generation EU”.
Meloni ha spiegato che tutto proseguirà “senza ritardi e senza sprechi”, ma il Governo si riserva di concordare con la Commissione europea “gli aggiustamenti necessari per ottimizzare la spesa, alla luce soprattutto del rincaro dei prezzi delle materie prime e della crisi energetica”.
Staremo a vedere cosa accadrà nelle prossime settimane. Da come verrà affrontato questo importante capitolo dell’azione di Governo dipenderanno peraltro anche l’azione riguardante anche molte delle altre tematiche citate durante il discorso.