A Siena, dopo la pandemia, il Terzo Settore è ripartito. Lo ha potuto fare anche grazie al Bando “Riesco, sosteniamo chi sostiene” che, come vi abbiamo raccontato qui, nel 2020 è stato lo strumento attraverso cui la Fondazione Monte dei Paschi di Siena ha investito 500.000 euro per sostenere gli enti del non profit del territorio in maniera strategica e strutturale.
In particolare, il bando si è posto l’obiettivo di innovare l’offerta di welfare locale promossa dal mondo del Terzo Settore, grazie alla nascita di nuovi servizi in risposta ai bisogni sociali intensificati dalla pandemia, ma anche alla promozione di nuovi modelli organizzativi.
La Fondazione ha infatti cercato di innescare un cambiamento profondo nel sistema di welfare senese e non limitarsi a incentivare risposte parziali inerenti esclusivamente l’emergenza.
Con il bando si sono quindi finanziate quattro progettualità in grado di privilegiare innovazioni di prodotto e di processo in alcuni ambiti chiave: i servizi di cura e assistenza domiciliari, le reti di prossimità, la digitalizzazione nel campo del welfare e l’ibridazione con quegli elementi tradizionalmente esclusi dal campo delle politiche sociali, come il welfare culturale.
I progetti finanziati dal bando Riesco
Le iniziative, che in questi mesi vi abbiamo raccontato attraverso la serie #SienaInnovazione, hanno previsto l’attivazione di reti che hanno coinvolto le organizzazioni del mondo del volontariato, alcune cooperative sociali, ma anche associazioni che si occupano di attività culturali e sportive.
Gioia+
Un percorso di “digitalizzazione gentile” rivolto alle persone anziane: è l’obiettivo di Gioia+ che, grazie ad un’apposita App, si propone di rispondere ai bisogni di socialità delle persone più fragili e, al tempo stesso, sostenerle nell’utilizzo delle tecnologie digitali.
Tutto ciò è stato possibile grazie alla previsione di una figura professionale particolare: l’operatore socio-digitale. Si tratta di un operatore, proveniente dal mondo sociale, che svolge un compito di “facilitatore digitale”. Oltre a spiegare e far capire le principali funzionalità di internet, di alcune applicazioni o social network, gli operatori socio-digitali si occupano anche di garantire le più classiche formule di sostegno e di cura.
Connessioni Sociali
Il progetto Connessioni Sociali ha previsto la nascita di una piattaforma per le realtà del volontariato senese, finalizzata a facilitare l’incontro tra domanda e offerta di bisogni e servizi di welfare. Accanto ad essa è stata prevista la presenza di una rete di sportelli di ascolto, che saranno coordinati da operatori formati per aiutare le persone in stato di necessità. Connessioni Sociali prevede la sperimentazione di questo sistema con il coinvolgimento di 30 famiglie; la piattaforma resterà poi a disposizione del territorio.
Comunità Solidali
Nei quartieri di Ravacciano e di Porta Romana è nato il progetto Comunità Solidali con l’obiettivo di attivare e coinvolgere i residenti nella promozione di attività mutualistiche e collaborative.
Tra le iniziative più importanti ci sono state il portierato sociale, la raccolta alimentare e il micro-credito. Ma anche interventi come il doposcuola, la biblioteca e i corsi di musica per i bambini hanno riscosso molto successo. La promozione di questi servizi è stata finalizzata anche a coinvolgere attivamente la comunità locale, che si sta ora organizzando per divenire a tutti gli effetti un interlocutore riconosciuto per le amministrazioni e le istituzioni.
Spazio DirSI
Infine c’è Spazio DirSI, che ha permesso innanzitutto la nascita di un’articolata rete di piccole realtà che sul territorio di Siena si occupano del tema della disabilità, le quali sono riuscite a condividere molte attività e iniziative. Inoltre è stato avviato lo Spazio InformarSI, cioè un punto di ascolto aperto a tutti in cui è possibile informarsi sui servizi e sulle attività per la disabilità presenti nel senese.
Grazie a DirSI, le associazioni coinvolte hanno poi creato la “Comunità dei Peer”: un gruppo di giovani ragazze e ragazzi con disabilità che, affiancati dagli operatori, si sono messi in gioco per mandare avanti lo Spazio InformarSI.
Il percorso di accompagnamento
Durante tutto il 2022, fino a dicembre di quest’anno, questi progetti sono stati supportati da Percorsi di secondo welfare e Walà. Questo percorso di accompagnamento ha preso il via all’inizio dell’anno e si è posto l’obiettivo di dare nuove traiettorie e nuovi spunti per rafforzare i progetti e garantirne la sostenibilità futura.
Il percorso ha cercato di creare condizioni che potessero consentire ai quattro interventi di proseguire le loro attività (o almeno parti di esse) anche al termine del finanziamento. Questo anche grazie a un lavoro incentrato sulle dinamiche organizzative: insieme a Walà abbiamo infatti cercato di rafforzare le reti che – per la prima volta – si sono create sul territorio di Siena.
Il percorso si è inoltre concentrato nel raggiungimento di alcuni degli obiettivi dei singoli progetti, come la definizione delle competenze e del ruolo dell’operatore socio-digitale (Gioia+), l’implementazione della piattaforma digitale e le sue opportunità per tutto il territorio (Connessioni Sociali), la possibilità di modellizzazione delle proposte progettuali (Comunità Solidali), la formalizzazione del partenariato e l’integrazione delle differenti opportunità progettuali che arrivano dal territorio (Spazio DirSI).
Cosa abbiamo imparato da questo percorso
Il percorso svolto ci ha permesso di sviluppare alcuni apprendimenti interessanti, che proviamo a proporre brevemente di seguito sperando possano essere utili anche ad altre realtà alle prese con le medesime sfide che abbiamo avuto modo di affrontare in questi mesi di lavoro.
Il digitale per gli anziani: senza vero empowerment non si va lontani
L’utilizzo delle tecnologie digitali può essere cruciale per favorire la socializzazione tra le persone anziane. Inoltre, a seguito della pandemia, molte delle organizzazioni che si occupano di cura e accudimento degli anziani hanno visto la necessità di innovare la loro offerta, a fronte di bisogni in continua evoluzione.
Come dimostra il caso di Gioia+, investire nel digitale però non è sufficiente. Se non si hanno le giuste competenze anche internet può diventare un “non luogo”. Ed è per questo che occorre investire molto nella formazione di operatori “socio-digitali”: figure che provengono dal mondo sociale e che lavorano per cooperative o fanno i volontari all’interno di associazioni. Si tratta di persone che sanno quindi come gestire situazioni di fragilità e al tempo stesso portano avanti un intervento di empowerment della persona organizzando dei momenti di socializzazione e formazione leggera dedicati proprio agli strumenti digitali.
In questo momento, con il supporto di Secondo Welfare e Walà, il gruppo di Gioia+ sta realizzando un documento per permettere alla figura dell’operatore socio-digitale di essere riconosciuta, sia informalmente sia formalmente.
Piattaforme ibride e aperte, grazie al Terzo Settore
Un’altra cosa che abbiamo scoperto è come si possano valorizzare al meglio le piattaforme digitali. Come ben raccontato dal volume “Platform welfare”, questi strumenti sono fondamentali per aggregare la domanda di servizi di welfare e, al contempo, mettere in relazione i fornitori con i potenziali beneficiari. Le piattaforme in questo senso possono essere strategiche anche per il mondo del volontariato, che ha la necessità di innovarsi dopo la pandemia.
Proprio per questo, nel caso di Connessioni Sociali il lavoro di accompagnamento si è concentrato sulla costruzione di una piattaforma “aperta” anche al territorio. Dopo una fase di sperimentazione, il portale resterà infatti a disposizione dei cittadini, che avranno una nuova opportunità per conoscere i servizi del territorio. Anche le organizzazioni di volontariato potranno farsi conoscere in modo innovativo e intercettare nuovi beneficiari.
Accanto alla piattaforma, è poi stato riservato un ruolo centrale alla rete di sportelli di ascolto, che saranno coordinati da operatori formati per aiutare le persone in stato di necessità. Gli sportelli rappresentano un presidio “fisico” che affiancherà quello digitale e che sarà necessario per conoscere i bisogni, ma anche per orientare e guidare le persone in stato di necessità.
Il welfare partecipato parte dalla comunità
In alcune aree di Siena da tempo c’è un problema di marginalità ed esclusione sociale soprattutto a causa della mancanza di reti sociali e della carenza di canali di confronto con le istituzioni. Per questo con Comunità Solidali si è fatto leva sul coinvolgimento attivo della comunità, cercando di dare vita a risposte “dal basso” in una logica di welfare partecipato.
La grande sfida è ora quella di rafforzare le reti che si sono create per farle divenire a tutti gli effetti un interlocutore riconosciuto per le amministrazioni e le istituzioni, in modo da poter essere coinvolti nei processi di costruzione delle politiche sociali locali. Per questo sarà decisivo costruire un “modello” di questo intervento, allo scopo di poterlo poi riproporre in altri contesti in cui si presentano le stesse difficoltà. In questo caso, il lavoro progettuale si è concentrato proprio su questo tema.
Informare e includere per affrontare la disabilità
Spazio DirSI ci ha aiutato a mettere in evidenza come, per sopperire alla carenza di informazioni, oggi è sempre più centrale il ruolo degli sportelli informativi. Questi fungono da tramite con i servizi territoriali, fornendo informazioni e permettendo di confrontarsi con persone esperte sul tema per ricevere supporto e orientamento nell’individuazione di quanto disponibile.
L’accompagnamento ha quindi cercato di valorizzare il ruolo degli sportelli, in modo particolare lavorando sulla rete di organizzazioni del Terzo Settore che si è creata sul territorio. Il progetto è stato di fatto un percorso di empowerment per quella porzione del Terzo Settore senese che si occupa di disabilità. Il lavoro è stato quindi finalizzato a rafforzare il ruolo della rete allo scopo di costruire un’alleanza sul territorio che sia pronta a rispondere anche a sollecitazioni future.
Le opportunità per le realtà che si occupano di disabilità possono essere molteplici. E possono nascere sia sul piano locale, come il percorso di co-progettazione “Siena Sociale” avviato nel 2021 dal Comune toscano, sia a livello nazionale, grazie alle risorse che stanno arrivando attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Per questo è importante per il Terzo Settore farsi trovare pronto.
Questo articolo è parte della serie #SienaInnovazione, con cui Secondo Welfare racconta il percorso dei progetti promossi attraverso il Bando Riesco: esempi di innovazione sociale nati nel Senese, utili per altri territori chiamati a innovare il proprio welfare locale. La serie è realizzata con il contributo della Fondazione MPS. |