Con la crisi energetica alle porte sarebbe meglio non demonizzare la Didattica a distanza (Dad). Anzi, il prossimo inverno si potrebbe usare per un giorno alla settimana per risparmiare sul riscaldamento e contribuire ad abbassare i costi. È questo in estrema sintesi il messaggio che Antonello Giannelli, a capo del più grande sindacato dei presidi italiani (Anp), fa passare al Corriere della Sera.
In un’intervista rilasciata a Gianna Fregonara, Giannelli spiega che “lo studio è un diritto costituzionale e dunque non si può comprimere“. Però, aggiunge, di fronte all’emergenza energetica “il governo e il Parlamento potrebbero imporre una soluzione temporanea a tutte le scuole“. Quale? Oltre all’abbassamento delle temperatura – quasi certo – e la rimodulazione degli orari – possibile ma non ovunque, anche per problemi di trasporti – si potrebbe pensare anche un giorno di Didattica a distanza: “siamo pronti a considerare anche questa opzione purché sia per tutti gli istituti. Questa soluzione se usata bene può essere utile“.
Dichiarazioni che lasciano sorpresi dopo due anni di pandemia. Da un lato perché Giannelli sembra ignorare l’opinione negativa di studenti (e genitori) sulla Dad e le sue conseguenze psicologiche sui più giovani. Dall’altro perché, nonostante l’ampio dibattito sul tema – alimentato anche dalla nostra serie #OltreLaDad – i dirigenti scolastici, o quanto meno il loro principale rappresentante, non sembrano tenere in considerazione la profonda differenze tra Dad e Didattica digitale integrata. A fare le spese di questa nuova emergenza saranno ancora i più giovani, già così provati dal periodo pandemico?