Come accade che uno spazio si trasformi in un luogo? In che modo le aree in cui viviamo, lavoriamo e ci spostiamo riescono a divenire dei luoghi speciali in cui riusciamo ad esprimere realmente noi stessi e la nostra socialità?
Queste sono alcune delle domande che si è posta Rivista Solidea, pubblicazione promossa dall’omonima Società di mutuo soccorso e parte del nostro network. Il periodico ha infatti dedicato il secondo numero del 2022 proprio alla questione della rigenerazione urbana e dei luoghi: quelli della comunità, della cultura e del lavoro. I contenuti della rivista ripercorrono diverse esperienze raccontate da chi le ha immaginate, vissute o studiate: giovani creativi, professionisti, cooperative di comunità, attivisti e attiviste, architetti, amministratori cittadini, rappresentanti del Terzo Settore, editori, docenti e ricercatori.
Secondo Welfare si occupa di rigenerazione da parecchio tempo e recentemente ha anche realizzato una serie che si chiama RigenerAzioni. Ci fa quindi piacere poter segnalare approfondimenti di qualità su questo tema.
I principali contenuti della rivista
Il numero si apre con il racconto diretto di alcuni progettisti che si occupano proprio di dare nuova vita ai luoghi abbandonati, come ex fabbriche, ex caserme ed ex stazioni. Come evidenzia la rivista, accanto a loro c’è anche tutto il lavoro di quelle organizzazioni del Terzo Settore che operano in questi spazi e danno vita a nuove economie mutualistiche e forme di ricomposizione sociale. Questo perché i luoghi sono “dispositivi relazionali”, cioè sono contesti in cui si creano relazioni sociali, si fa comunità e in cui le persone si mettono in gioco.
A questo riguardo sono raccontate alcune storie di particolare interesse. Tra queste si parla del ruolo dei patti territoriali, di rigenerazione e sviluppo locale attivati da alcune cooperative di comunità. Viene quindi descritto un progetto ambizioso – finanziato attraverso il PNRR – che andrà a promuovere nuove forme di assistenza socio-sanitaria territoriale, attraverso le Case della comunità, e si approfondiscono esperienze di co-housing promossi da donne vittime di violenza.
Ampio spazio è lasciato poi alle nuove prospettive di sviluppo urbano, descrivendo il caso di Torino. Nel capoluogo piemontese sono infatti sorte molte iniziative “dal basso” che si propongono di “ridisegnare” il contesto cittadino attraverso la co-progettazione e nuove forme di gestione e autogestione dei luoghi dismessi.
Il nostro contributo sui luoghi dello smart working
Ma i luoghi sono anche quelli del lavoro. In merito, un articolo del nostro ricercatore Valentino Santoni evidenzia come la forte diffusione dello smart working stia portando molte aziende a ripensare i loro uffici e i loro spazi, anche allo scopo di coinvolgere maggiormente i propri collaboratori. Nascono quindi nuove idee e nuovi approcci, come l’Activity Based Working, che puntano a costruire uno “smart office” in cui lavoratori e lavoratrici possano lavorare sia da remoto sia in presenza continuando a collaborare in modo efficace.