Percorsi di secondo welfare sta accompagnando la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella nello sviluppo di OsservaBiella – Osservatorio territoriale del Biellese, progetto volto a individuare, monitorare e conoscere i principali bisogni della comunità e attivare, coinvolgendo gli stakeholder del territorio, progettualità finalizzate alla crescita e allo sviluppo.
Ogni anno OsservaBiella prevede la realizzazione di un approfondimento tematico su tema avvertito come particolarmente urgente e rilevante in relazione alle condizioni del territorio, che si affianca al Rapporto annuale (qui l’edizione 2021). Dopo l’approfondimento 2021 dedicato all’occupazione femminile, per il 2022 gli attori del territorio hanno scelto di affrontare le sfide per i giovani tra i 15 e i 34 anni tra istruzione, formazione e mercato del lavoro, nel contesto della pandemia da Covid-19.
Il 13 giugno a Biella è stato presentato il il frutto di questo lavoro di analisi: il rapporto “I giovani nel Biellese: istruzione, formazione e mercato del lavoro” curato da Franca Maino e Celestina Valeria De Tommaso.
Uno strumento per sostenere i più colpiti dalla pandemia
Negli ultimi due anni sui giovani si è abbattuta dapprima la pandemia e, più recentemente, gli effetti della guerra, generando un generale restringimento di orizzonti e occasioni formative. Il report realizzato da Maino e De Tommaso prende in considerazione quattro tematiche principali che riguardano i giovani – istruzione, formazione, giovani e mercato del lavoro, partecipazione e associazionismo giovanile – e si configura come uno strumento utile per gli attori del territorio che si occupano di questa fascia d’età.
Come ha spiegato il Presidente di Fondazione CR Biella Franco Ferraris, “i nostri giovani sono un patrimonio prezioso e a loro abbiamo scelto di dedicare un approfondimento specifico in modo da avere dati su cui ragionare per azioni concrete ed efficaci per aiutarli ad esprimere il proprio potenziale nello studio e nel lavoro”. Inoltre, ha spiegato il Presidente Ferraris“abbiamo scelto di dedicare a loro il programma per i festeggiamenti del nostro trentennale con la redazione del documento Biella 2030 affidato a 30 giovani under 30 e questo rapporto non solo consolida ulteriormente questa azione, ma è propedeutico per futuri interventi e bandi”.
In questa direzione il rapporto presenta dati particolarmente aggiornarti riferiti al territorio biellese, frutto dell’ampia analisi realizzata dalle ricercatrici di Secondo welfare. Come ha spiegato Valeria De Tommaso, “il Rapporto contiene dati quantitativi originali, locali e provinciali, attraverso cui siamo riusciti a ‘fotografare’ il contesto dei giovani nel Biellese, a rilevare potenzialità e criticità territoriali e a identificare le possibili aree di intervento riguardanti le politiche giovanili a livello locale”. A queste informazioni si aggiungono poi quelle raccolto attraverso la “realizzazione di 37 interviste con attori regionali e locali, operativi nel settore dell’occupazione, della formazione, dell’istruzione, della cultura e dell’associazionismo giovanile”.
“L’analisi” ha aggiunto la direttrice di Secondo Welfare Franca Maino “ha evidenziato che il target più fragile e maggiormente colpito dalle conseguenze del biennio pandemico è quello che si accinge a uscire o è già uscito dalla rete scolastica. È in questa fascia che si prendono le scelte decisive riguardanti la prosecuzione del percorso formativo non obbligatorio e l’inserimento in specifici settori del mercato del lavoro”. In questo quadro, ha ricordato Maino “la famiglia ha un ruolo cruciale nelle scelte dell’adolescente, sia indirettamente, in considerazione, ad esempio, delle aspettative riguardanti il percorso formativo dei figli, che direttamente, alla luce delle possibilità economiche di cui dispone, ma la sfida è attivare il sistema scolastico, il mercato del lavoro, il welfare locale e la comunità nel suo insieme e in modo coordinato e sinergico”.
Una call per progettare iniziative dedicate ai giovani
Entrambe le ricercatrici di Secondo Welfare concordano sul fatto che il territorio del Biellese ha mostrato – già prima della pandemia – la volontà di investire sui giovani e sulle aree di policy che li riguardano. I dati raccolti mostrano infatti come siano numerose le progettualità avviate a livello provinciale e nell’alveo di iniziative regionali che vanno a sostegno di questa fascia di età.
La Fondazione CR Biella, anche alla luce delle considerazione del report, ha deciso di aggiungere uno speciale “booster” aprendo, in coincidenza con la presentazione del rapporto, una call di coprogettazione territoriale specifica che porterà all’avvio di nuove iniziative per i giovani.
“La metodologia di ascolto territoriale sempre più capillare e approfondita avviata con OsservaBiella e collegata all’attività erogativa della Fondazione sta entrando in una fase più matura” ha spiegato il Segretario Generale Andrea Quaregna. “Dopo l’avvio del percorso, infatti, la programmazione annuale delle attività dell’ente si collegherà sempre più in modo puntuale e coerente con le aree di particolare interesse territoriale segnalate dei report dell’Osservatorio, come in questo caso specifico. Una nuova metodologia molto impegnativa per la struttura che ha collaborato alla pubblicazione del report, ma che siamo certi darà frutti importanti permettendoci di essere sempre più efficaci”.
Alcuni dati dal rapporto
Il report, già disponibile sul sito di Secondo Welfare su quello di Osservabiella, offre come detto numerosi dati utili a capire la condizione dei giovani nel Biellese. Di seguito ne riportiamo alcuni relativi ai temi della formazione e del lavoro.
Formazione
La provincia di Biella – insieme a Torino, Alessandria e Novara – è caratterizzata dal numero più elevato degli iscritti ai licei (il 52,4%). Negli ultimi dieci anni scolastici, la diminuzione più elevata di studenti si è registrata negli Istituti Tecnici (-27,5%). Famiglie e studenti si rivolgono spesso a percorsi di studio più generalisti, piuttosto che scegliere ambiti di specializzazione troppo mirati. Il proseguimento nel percorso di studi è l’esito di una correlazione con diversi fattori, tra cui la condizione sociale, professionale e culturale dei genitori. Le aspettative dei genitori possono inoltre influire su tali scelte.
La pandemia da Covid-19 ha influito negativamente su questi processi, esacerbando situazioni di smarrimento, incertezza e depressione. I rendimenti scolastici in italiano e matematica hanno subito un grave colpo in tutte le province piemontesi. Nella Provincia di Biella, ad esempio, si registra un forte calo sui test di matematica: la Provincia è infatti terza in Piemonte – preceduta solo da Novara e Cuneo – per l’intensità del calo delle performance in questa materia.
Le fragilità sono inoltre confermate dai dati ASL in riferimento al numero di utenti 0-17 anni e 15-34 anni che nel corso degli ultimi tre anni (2018-2021) sono stati presi in carico dal reparto di neuropsichiatria infantile e psichiatria, che dal numero di giovani 14-25 anni che, nell’ultimo anno, si sono rivolti allo Spazio Ascolto Adolescenti e Famiglie .
Lavoro
La Provincia di Biella riporta un tasso di occupazione dei giovani dai 15 ai 24 anni al di sotto della media piemontese (21,2%): dal 2018 al 2021, il tasso di occupazione in questa fascia è tuttavia aumentato (dal 16,5% al 17,9%), mentre si è ridotto tra i 25 e i 34 anni (dal 77% al 75,4%), collocandosi tuttavia al di sopra della media regionale (73,5%).
Il tasso di disoccupazione giovanile invece è passato, per i giovani tra i 15 e i 24 anni, dal 43,1% nel 2018 al 10,1% nel 2020 sino al 22,3% nel 2021, al di sotto della media piemontese (23,4%). In riferimento ai giovani tra i 25 e i 34 anni, la variazione percentuale tra le due annualità (2019 e 2020) è la più alta tra le province piemontesi (dal 7,1% nel 2018 al 14,9 nel 2020 vs. il 10,5% in Piemonte). Tuttavia, il valore è tornato stabile nel 2021, raggiungendo il 9,4% (9,2% in Piemonte).
Il tasso di inattività dei giovani 15-24 tra 2018 e 2021 è aumentato rispetto al 2018 (da 71% al 75,9%) e, al contrario, si è ridotto per i giovani con un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (dal 17,1% al 16,7%).
Il numero di NEET – giovani che non studiano, non lavorano e non sono impegnati in percorsi formativi – ha subito un calo di circa 3 punti percentuali dal 2019 al 2020. Al contempo, è utile evidenziare un corrispettivo aumento di giovani (+17 punti percentuali rispetto al 2019) che, nel 2021, si sono rivolti ai Centri per l’Impiego per poter beneficiare delle iniziative di Garanzia Giovani.
Nel 2019, la maggiore difficoltà di reperimento di forza lavoro era espressa nell’indirizzo meccanico per i qualificati (40%), del tessile per i diplomati (41%) e di ingegneria per i laureati (58%). Anche in riferimento ai percorsi universitari, la difficoltà di reperimento di laureati in ingegneria si salda ad un forte calo – negli ultimi dieci anni – degli iscritti a tale corso di laurea (-63%). Nel 2020, è aumentata inoltre la richiesta di figure addette al commercio all’ingrosso e/o al dettaglio. In generale, il 45% delle aziende dichiara di avere difficoltà a reperire giovani.