Quando si parla di misure che potrebbero aiutare a contrastare la denatalità (tema di cui Secondo Welfare si sta occupando da alcuni mesi) si va quasi sempre a finire sulla questione dei costi sostenuti dalle famiglie. Come spiega Dario Di Vico sul Corriere, per mantenere un figlio si spendono mediamente 640 euro al mese: calcolo fatto della Banca d’Italia ed è riferito al periodo 2017-2020.
Bankitalia ha messo in relazione questo costo con l’Assegno Unico Universale: “il risultato è che per il primo quinto della scala dei redditi (le famiglie meno abbienti) il bonus copre solo una parte, tra un terzo e la metà della spesa necessaria per crescere un erede“. Troppo poco dunque.
Ma Di Vico, partendo dalle ulteriori riflessioni degli economisti di via Nazionale, si chiede se la questione non sia più complessa. La causa prima del gelo demografico è riconducibile alla mancanza di reddito o, forse, c’è anche un “sistema di valori che sta dietro la scelta della paternità/maternità, nel presunto «egoismo dell’aperitivo»? Di sicuro l’orizzonte antropologico da indagare è ampio — si manifesta peraltro in molti ambiti come nel caso delle dimissioni dal lavoro — ed esprime una (scabrosa) domanda di senso. Forse più che di portafoglio”.