La pandemia ha avuto un impatto soprattutto sugli “ultimi”. Come vi abbiamo raccontato a più riprese nel corso degli ultimi due anni, gli effetti economici e sociali della crisi sanitaria sono stati infatti peggiori per le persone già in difficoltà.
Per questo, le organizzazioni che si occupano di sostegno e contrasto alla povertà stanno sperimentando varie soluzioni e vari progetti per rispondere efficacemente ai nuovi bisogni emersi con il Covid-19. Molte di queste realtà, in particolare, stanno cercando di collaborare per fare rete, unire le forze e creare nuovi servizi.
Un esempio interessante di questa dinamica arriva da Siena dove, grazie al bando Riesco, la Fondazione MPS ha sostenuto una serie di progetti per rafforzare e innovare il Terzo Settore. Tra questi c’è Comunità Solidali, un intervento che ha cercato proprio di dar vita a nuove forme di intervento a sostegno dei più fragili coinvolgendo alcune comunità della città di Siena.
Costruire una comunità di pratica per il welfare territoriale
Come avvenuto anche per i progetti Gioia e Spazio DirSI, l’iniziativa ha coinvolto un partenariato di associazioni del territorio senese. Le organizzazioni capofila sono Arci Siena e l’associazione culturale e di promozione sociale Corte dei Miracoli 1.
Si tratta di realtà che operano principalmente nel contesto del quartiere di Ravacciano, un’area residenziale del Comune di Siena e nella zona di Porta Romana. Queste sono aree abitate prevalentemente da persone anziane e studenti universitari, ma anche da soggetti con fragilità socio-culturali e a rischio di isolamento sociale e relazionale.
“Con il progetto Comunità Solidali vogliamo attivare e coinvolgere i residenti di Ravacciano e di alcune aree del centro storico, come Porta Romana, proprio per renderli partecipi della vita del quartiere”, ci dice Gianmarco Lotti di ARCI Siena. “Abbiamo lavorato per costruire una comunità inclusiva, quindi in grado di promuovere pratiche di mutualità e collaborazione. Questo vuol dire coinvolgere le persone e fargli capire l’importanza di dedicare il proprio tempo per realizzare interventi in risposta alle problematiche e ai bisogni del territorio”.
In queste aree ci sono infatti molte persone che hanno difficoltà economiche e lavorative. C’è quindi un problema di marginalità ed esclusione sociale soprattutto a causa della mancanza di reti sociali, della carenza di canali di confronto con le istituzioni e di una difficoltà generalizzata nell’accesso ai servizi territoriali.
Allo stesso tempo, ci sono delle potenzialità inespresse che possono essere valorizzate. “Quello che stiamo facendo è lavorare per dare maggiore consapevolezza del fatto che, unendo le forze, i residenti del quartiere possono fare la differenza. Attivandosi e collaborando, le persone – anche se hanno caratteristiche e un background culturale molto diverso – possono dar vita a nuove risposte dal basso”.
“Per questo, attraverso alcune attività e una serie di eventi di animazione sociale abbiamo cercato di stimolare la comunità del quartiere, e in particolare le persone più a rischio. Abbiamo valorizzato le reti esistenti e ne abbiamo favorite di nuove, allo scopo di innescare la nascita di azioni di welfare partecipativo”, ha detto Lotti.
Sostegno e empowerment della comunità
Per raggiungere questi obiettivi il progetto ha previsto una serie di azioni, ideate e realizzate anche a seguito di un confronto con la comunità del quartiere di Ravacciano e della zona di Porta Romana.
“Tra le iniziative più importanti ci sono state il portierato sociale, la raccolta alimentare e il micro-credito” ci dice Tommaso Sbriccoli della Corte dei Miracoli. “Il portierato permette a tutti di rivolgersi a uno sportello per svolgere tutte quelle pratiche burocratiche che per molti – soprattutto per le persone non italiane – sono complesse. Allo sportello è possibile richiedere l’accesso ai bonus e alle misure previste a livello nazionale o locale, ad esempio diamo un supporto nelle pratiche per richiedere il Reddito di Cittadinanza, facciamo lo SPID o condividiamo informazioni per cercare una casa in affitto oppure un lavoro”,
“Inoltre aiutiamo le persone straniere per tutte le pratiche più importanti” continua Sbriccoli. “Ci occupiamo di quelle riguardanti i permessi di soggiorno, la cittadinanza e i ricongiungimenti familiari. Abbiamo avuto più di 1.000 accessi fino ad ora e oltre 400 utenti. E il lavoro più importante lo abbiamo fatto nel periodo di settembre 2021 per il sostegno ai profughi e rifugiati afgani”.
A seguito del ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan, infatti, sono arrivate centinaia di richieste per ricongiungimenti familiari e per visti umanitari. Ma a Siena non si sono fatti trovare impreparati. “Siamo stati tra i primi a livello nazionale ad aiutare le persone che scappavano dall’Afghanistan. Abbiamo fatto tantissimi pratiche per i ricongiungimenti e per i visti umanitari: ci sono arrivate oltre 100 domande da tutta Italia. Oggi abbiamo anche un contatto diretto con l’ambasciata di Teheran per facilitare questo processo”, ha continuato Sbriccoli.
C’è stato poi il sistema di micro-credito e risparmio “condiviso”. È stato creato un gruppo composto da circa 10 persone per mettere insieme delle risorse economiche e facilitare poi l’acquisto di beni o servizi. Questo sistema è stato coadiuvato anche grazie alla collaborazione con Patricia Pulido, un’esperta di educazione finanziaria che sta facendo un percorso di formazione.
La raccolta alimentare ha invece coinvolto 37 famiglie – per un totale di circa 90 persone – che hanno manifestato difficoltà sul piano economico, soprattutto a seguito della pandemia. Ci sono state una serie di raccolte a cui hanno partecipato il forno di Ravacciano e i supermercati della zona, ma anche i soci e i volontari delle associazioni e i residenti. Tutti i giovedì vengono poi distribuiti i generi alimentari ai nuclei che ne hanno fatto richiesta.
Ci sono poi attività come il doposcuola, la biblioteca e i corsi di musica per i bambini che stanno riscuotendo un grande successo sia nell’area di Porta Romana sia a Ravacciano. “Abbiamo cercato di realizzare dei servizi in un contesto in cui l’offerta è davvero ridotta. Abbiamo fatto anche molti eventi per coinvolgere tutti i residenti: questo è piaciuto molto alla comunità coinvolta”, dice Sbriccoli.
Costruire una comunità di pratica per il territorio
Oltre a rispondere ai bisogni dei residenti, tutte queste iniziative hanno concretamente favorito il coinvolgimento della comunità. “Molte delle attività sono portate avanti dai volontari che sono arrivati alle nostre associazioni proprio grazie al progetto Comunità Solidale”, spiega ancora Lotti. “Il nostro è stato un percorso incentrato su quella che potremmo definire peer education, cioè incentrato non solo sull’ideazione di nuove risposte ma sul coinvolgimento e l’attivazione delle persone”.
Molti di coloro che hanno partecipato al gruppo di micro-credito o hanno utilizzato lo sportello hanno poi voluto donare il loro tempo per svolgere attività utili a tutti. E questo è evidenziato anche dai numeri di persone impegnate nel volontariato.
Circa la metà dei 35 volontari di Arci e Corte dei Miracoli che collaborano per Comunità Solidali si sono infatti avvicinati solo dopo aver usufruito di una delle misure legate al progetto. “Questo significa che le persone che trovano un aiuto poi diventano protagonisti di altri servizi: si genera comunità e senso di appartenenza”, conclude Lotti.
È questo il valore della comunità di pratica. Nel momento in cui si riesce a costruire un contesto sociale coeso e unito le persone saranno più disposte ad impegnarsi in attività congiunte, ad aiutarsi a vicenda, a condividere informazioni e a costruire relazioni che consentono di imparare gli uni dagli altri. Così si costruisce una vera comunità all’interno della quale si mettono a sistema esperienze, storie, strumenti e risorse.
Ora che la strada è stata tracciata la sfida è quella di non lasciare che quanto fatto fino ad oggi vada perso, ma al contrario sia riconosciuto da tutti: in primis dalle istituzioni. “Ora dobbiamo far sì che queste reti si rafforzino e continuino ad alimentare nuovi progetti e azioni all’interno del contesto di Ravacciano e di Porta Romana. Stiamo facendo del nostro meglio per farle divenire un interlocutore riconosciuto per le amministrazioni e le istituzioni, in modo da poter dire la loro nei processi di costruzione delle politiche sociali locali”, conclude Sbriccoli.
Anche a tale scopo, Comunità Solidali – insieme agli altri progetti del bando Riesco – è parte di un percorso promosso dalla Fondazione MPS e sostenuto da Percorsi di secondo welfare e dalla società benefit Walà, finalizzato a dare nuovi strumenti in un’ottica di sostenibilità.
Questo articolo è parte della serie #SienaInnovazione, con cui Secondo Welfare racconta il percorso di quattro progetti promossi attraverso il Bando Riesco: esempi di innovazione sociale nati nel Senese, utili per altri territori chiamati a innovare il proprio welfare locale. La serie è realizzata con il contributo della Fondazione MPS.
Note
- Il progetto vede poi il coinvolgimento di altre organizzazioni del territorio: il Circolo Arci “Cultura e sport”, le associazioni Didee, “Libera Università del Teatro” e S.C.U.O.L.A., il laboratorio interculturale Verso, il Comitato di Ravacciano, la parrocchia San Francesco all’Alberino, il forno di Ravacciano e i supermercati di Ravacciano e San Prospero.