I nuovi dati dei test Ocse e Invalsi sono stati letti in maniera non corretta da alcuni osservatori e organi di stampa, che ne hanno sovrastimato la loro negatività. Questo ha portato noti commentatori a scagliarvisi contro definendoli “inaffidabili e sminuenti” o addirittura “stupidi quiz”. Farlo è sbagliato: questi test “sono strumenti di conoscenza importanti“, sono ormai molto seri e ci segnalano problemi reali, dandone una prima misurazione da cui partire per la diagnosi e i successivi interventi.
A dirlo è Andrea Gavosto, Direttore della Fondazione Agnelli, che sulla Stampa spiega che “attaccarli è come accanirsi contro il termometro quando si ha la febbre“. Piuttosto che prendersela contro gli strumenti occorrerebbe prendere atto che i problemi della nostra scuola sono cresciuti drammaticamente durante il Covid, soprattutto con la Dad (ne abbiamo parlato qui). “Finora si è fatto poco per rimediare” spiega Gavosto “ma i danni rischiano di protrarsi a lungo, mettendo a rischio il futuro di una generazione“.
Si tratta di un tema particolarmente sentito da Secondo Welfare, che lo sta seguendo da diversi punti di vista: ad esempio con la serie #OltreLaDad, con questa recente ricerca sulle disuguaglianze educative del nostro sistema scolastico e sul rapporto tra scuole e territorio (vedi qui).