Dal 1° aprile lo smart working passerà da essere una misura emergenziale a prassi diffusa e strutturata all’interno delle aziende. L’attività di lavoro prevalentemente in remoto porterà ad una revisione dell’organizzazione aziendale da parte delle imprese, con un welfare sempre più impostato sugli individui e meno “aziendacentrico”. A dirlo sono Diego Paciello e Serena Uccello sul Sole 24 Ore.
Se prima le misure di welfare aziendale, rispetto ai lavoratori in remoto, erano una risposta ad un periodo di crisi, oggi stanno diventando misure sistematiche nella gestione dei sistemi di welfare. Tra i benefit introdotti da diversi provider si trovano mense a domicilio, servizi fruibili da remoto e servizi di conciliazione taylor made erogati dove lavora il dipendente.
Questo tipo di rimodulazione ha evidenti implicazioni nella gestione fiscale e contributiva, evidenziando il bisogno di un aggiornamento delle normative in merito. Ciò nonostante, sono state diverse le realtà che in questi mesi hanno tracciato un corso d’azione con priorità definite.