Dopo quasi un anno e mezzo dalla proposta della Commissione, il 25 febbraio il Parlamento Europeo ha approvato il Fund for European Aid to the Most Deprived (FEAD), il nuovo fondo da 3.5 miliardi di euro che nel periodo 2014-2020 permetterà agli indigenti europei di accedere più facilmente a cibo, assistenza di base e servizi sociali. Il FEAD va a sostituire il PEAD, programma che dal 1987 ha garantito la distribuzione di aiuti alimentari su tutto il territorio dell’Unione, e che si è concluso definitivamente nel dicembre scorso. Nei piani delle istituzioni europee il nuovo programma di aiuti dovrebbe garantire una risposta più articola e incisiva ai nuovi bisogni sociali emersi a causa della crisi.
Perché il FEAD?
Gli ultimi dati dell’Eurostat riferiti al 2012 indicano come circa 125 milioni di persone all’interno dell’Unione Europea – quasi un quarto della popolazione complessiva dell’UE – risultino a rischio povertà o esclusione sociale. Di questi, circa 50 milioni appaiono affetti da gravi deprivazioni materiali, ovvero impossibilitati, secondo la definizione dell’Organizzazione mondiale della sanità, ad accedere a cibo qualitativamente e quantitativamente adeguato alla normale sussistenza. Molto alto anche il numero delle persone senza fissa dimora, che si aggira sui 4 milioni di individui.
Di fronte a questi dati l’Unione ha scelto di avviare una nuova misura capace di affrontare più efficacemente specifiche aree di bisogno cui il Fondo sociale europeo (FSE), il principale strumento utilizzato dall’UE per contrastare l’esclusione sociale, fatica a garantire risposte adeguate. Il FSE, infatti, richiede che le attività sostenute abbiano uno stretto legame con i temi dell’occupazione o della mobilità, e non prevede misure di contrasto a deprivazioni materiali di prima necessità (alimenti, casa, assistenza sociale, ecc.).
Il FEAD, inoltre, è stato pensato per sostituire il precedente Programma Europeo di Aiuto agli indigenti (PEAD), che dal 1987 ha messo a disposizione degli Stati membri quote di eccedenze agricole dell’Unione e importanti risorse economiche destinate a contrastare la povertà alimentare. Le progressive riforme della Politica Agricola Comune, l’imprevedibilità delle scorte di intervento disponibili, l’aumento dei prezzi delle derrate alimentari sul mercato mondiale e, non da ultima, la sentenza T-576/08 Germania contro Commissione hanno infatti portato alla decisione di terminare il PEAD nel dicembre 2013 (per approfondire rischi e opportunità determinati dal passaggio tra i due programmi si rimanda all’approfondimento di Angela Frigo).
Obiettivi e funzionamento del Fondo
Il FEAD mira a sostenere le persone più svantaggiate, in particolare i bambini colpiti da situazioni di grave deprivazione materiale, per aiutarle a uscire dal circolo vizioso determinato dalla povertà estrema. Negli intenti della Commissione il FEAD, rispondendo ai bisogni più elementari non coperti dal FSE, permetterà alle persone coinvolte di compiere i primi passi sulla strada dell’inclusione sociale, poi potenzialmente raggiungibile anche grazie al contributo delle altre misure di sostegno attualmente attive dell’UE. Concretamente l’obiettivo, nell’ottica della strategia Europa 2020, è quello di ridurre il numero di persone in situazione di povertà o a rischio di povertà ad almeno 20 milioni.
Per meglio rispondere alle esigenze dei vari Stati Membri il Fondo sarà dotato di grande flessibilità. Le autorità nazionali saranno in grado di scegliere, in base ai rischi e bisogni individuati nei diversi contesti, il tipo di assistenza da offrire ai proprio cittadini (garantendo cibo, beni di prima necessità – come vestiti, scarpe, prodotti per l’igiene – o una combinazione di entrambi) e le modalità considerate più adeguate per l’approvvigionamento e la distribuzione del cibo e/o dei beni. La Commissione dovrà tuttavia approvare i programmi nazionali per il periodo 2014-2020, che gli Stati Membri saranno chiamati a presentare entro la fine dell’anno in corso.
Per la distribuzione sui territori le autorità nazionali potranno avvalersi sia di enti pubblici sia di organizzazioni non governative, che avranno modo di usufruire o di risorse pre-acquistate a livello nazionale o di contributi economici necessari ad effettuare gli acquisti. Gli Stati membri avranno l’obbligo di contribuire con un minimo del 15% di cofinanziamento nazionale ai programmi presentati alla Commissione. In situazioni di grave necessità la Commissione potrà tuttavia valutare se aumentare la quota comunitaria fino a un massimo del 95%.
La soddisfazione delle istituzioni europee
L’europarlamentare irlandese Emer Costello, relatore della proposta, si è detto particolarmente soddisfatto del risultato raggiunto con l’approvazione del Fondo: “siamo riusciti a raggiungere i nostri obiettivi chiave nei negoziati con la Commissione e gli Stati membri durati un anno, ossia l’aumento del budget da 2.5 a 3.5 miliardi di euro, rafforzando il ruolo delle organizzazioni anti-povertà nella progettazione, gestione e monitoraggio del programma e per semplificare le procedure amministrative”. “Il nuovo programma FEAD” ha aggiunto Costello “è la prima iniziativa europea specifica per aiutare le persone in situazione di privazione estrema, in particolare per la povertà alimentare, per i senzatetto e per la povertà infantile in tutti gli Stati membri".
Soddisfatto anche il Commissario per l’occupazione, gli affari sociali e l’occupazione Lázsló Andor, che ha indicato come il FEAD sia un “valido sostegno per aiutare le persone più vulnerabili in Europa, che dimostra la solidarietà dell’UE con i più deboli”. Andor ha inoltre sottolineato come il Fondo possa essere uno strumento “più adeguato rispetto al precedente programma comunitario di aiuti per le persone più bisognose, che è stato limitato agli aiuti alimentari”. “Ora guardo avanti per l’adozione definitiva del Fondo nelle prossime settimane dagli Stati membri in seno al Consiglio, in modo che il sollievo urgente può raggiungere tempestivamente coloro che ne hanno più bisogno”.
L’adozione del Fondo potrà infatti dirsi effettiva solo dopo l’approvazione formale del Consiglio dell’UE, che si riunirà nelle prossime settimane. Nel frattempo saranno distribuite le ultime quote di risorse previste dal PEAD, in modo da non creare un vuoto di aiuti che, in questo momento di forte crisi, potrebbe risultare particolarmente gravoso per le organizzazioni che quotidianamente sostengono gli europei che si trovano in situazioni di grave indigenza.
Riferimenti
Il testo adottato nella seduta del 25.02.2014
Dati Eurostat sulla povertà nell’UE
La notizia sul sito del Parlamento Europeo
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