Nel Decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2022, approvato dal Senato la scorsa settimana, c’è una norma che prevede di considerare soggette a Iva attività fino ad ora esenti. La misura va a ricomprendere tra le operazioni effettuate nell’esercizio di impresa, o considerare in ogni caso avente natura commerciale, una serie di operazioni attualmente escluse e realizzate da organizzazioni del Terzo Settore.
La norma, scrive Marco d’Isanto su Vita, è “l’ennesimo pasticcio all’italiana“. Una modifica così rilevante non può essere infatti adottata in tutta fretta e utilizzando un paradigma che rivela l’assoluta incapacità tecnica del legislatore di ricomporre un quadro armonico tra la Riforma del Terzo Settore, la disciplina da essa prevista ai fini delle imposte dirette e la disciplina prevista per le organizzazioni escluse o che resteranno al di fuori del Terzo Settore.
Per queste ragioni, come richiesto anche dal Forum del Terzo Settore, la norma sia ritirata e riscritta tenendo conto dell’intero quadro normativo e dell’esigenza di fornire alle organizzazioni di Terzo Settore non l’ennesima “bastonata” ma un quadro stabile e ragionato sul piano tributario.