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Come vi stiamo raccontando ormai da qualche tempo, lo sviluppo del modello smart city costituisce ad oggi una delle migliori strade per sostenere le sfide più impegnative del ventunesimo secolo, con riferimento non solo alle questione ambientali ed energetiche ma anche alle problematiche sociali. Il processo della globalizzazione, in maniera un po’ paradossale, sta infatti (ri)portando le città ad assumere un ruolo sempre più rilevante sotto il profilo sociale, economico e politico, tanto che il secolo in corso è già stato ribattezzato da più osservatori “il secolo urbano” o “il secolo delle città”.

Il Comune di Milano pare essersi pienamente allineato a quest’idea – come dimostra anche il recente ingresso della città nel City Resilience Framework della Rockfeller Foundation – dotandosi di un documento strategico (“Linee di indirizzo per Milano Smart City”) sulla base del quale perseguire obiettivi come l’innovazione dei processi, la coesione e l’inclusione sociale, un maggiore rispetto per l’ambiente e una gestione più responsabile delle risorse energetiche. In parole povere, misure che mirino al miglioramento della qualità della vita per gli abitanti e gli utenti della città. In questo senso Palazzo Marino, attraverso la progressiva applicazione di del Piano di sviluppo del Welfare della Città di Milano, si sta concentrando verso il sostegno e la promozione di iniziative realizzate dal settore privato, sia nella sua componente profit che in quella non-profit, per costituire in modo partecipato e condiviso nuove reti di servizi dedicati alla cittadinanza.

In particolare, tra le diverse azioni contemplate dal Piano, pare aver ha assunto un ruolo centrale la numero 46, che prevede la progettazione di una “piattaforma che rafforzi la connessione tra pubblico, privato sociale e imprese per favorire il procacciamento delle risorse e il finanziamento delle iniziative sociali”. In sostanza il Comune si è impegnato a strutturare un sistema di crowdfunding civico che coinvolga direttamente i cittadini, sia sul piano dei progetti da sostenere attraverso questo strumento che su quello del contributo economico.

Crowdfunding civico, di cosa stiamo parlando?

Il civic crowdfunding si configura come un finanziamento collettivo effettuato da singoli cittadini, organizzazioni del terzo settore o imprese private per la realizzazione di opere e progetti pubblici non realizzabili, spesso per mancanza di fondi adeguati, attraverso l’uso esclusivo delle risorse pubbliche.

Questa pratica si è diffusa negli Stati Uniti ormai da qualche anno.
I cittadini di Boston, ad esempio, da diverso tempo possono impegnarsi direttamente nella gestione e nel mantenimento di alcuni parchi pubblici della città attraverso la Franklin Park Coalition. A New York grazie a contributi privati sta prendendo forma +Pool, un ambizioso progetto che mira a realizzare una piscina pubblica galleggiante che, grazie a speciali processi di depurazione, permetterà ai newyorkesi di trovare ristoro nelle acque dell’East River come accadeva alla fine del 19° secolo. A Chicago grazie ai 60.000 dollari raccolti dalla campagna “Windy City Hoops” è stato invece realizzato un campionato di basket per i ragazzi delle aree più a rischio della città.

Più recentemente, il crowdfunding civico ha preso piede anche in alcuni Paesi europei.
A Rotterdam (Olanda) sono stati raccolti i fondi per realizzare il Luchtsingel, un ponte pedonale che ora unisce il centro finanziario con una delle principali stazioni ferroviarie della città, precedentemente separate da una superstrada. A Oestricht-Winkel (Germania) i volontari dei vigili del fuoco, di fronte all’impossibilità del Municipio di sostenere la spesa per intero, hanno raccolto circa 80.000 dollari per sostituire le vecchie radio analogiche con sistemi di comunicazione wi-fi.

Per quanto riguarda l’Italia, i casi forse più noti sono quelli della Città della Scienza di Napoli e del Portico di San Luca di Bologna. Il primo ha visto la Fondazione IDIS-Città della Scienza impegnata nella raccolta, grazie alla piattaforma DeRev, di 1.466.000 euro per ricostruire il polo scientifico distrutto nell’incendio doloso nel marzo 2013. Il secondo, di cui vi abbiamo raccontato ampiamente qui, riguarda invece il reperimento del denaro necessario alla ristrutturazione di uno dei monumenti più cari ai bolognesi. Accanto a queste e altre iniziative minori va ora segnalato il progetto del Comune di Milano, che come detto ha scelto di investire sul crowdfunding civico per sostenere progetti di secondo welfare sul territorio milanese.

Il civic crowdfunding meneghino

Il 27 dicembre la Giunta di Milano ha approvato una delibera per sperimentare azioni di crowdfunding finalizzate a realizzare progetti d’innovazione sociale, mettendo sul piatto 430.000 euro complessivi. La sperimentazione, della durata prevista di venti mesi (che durerà quindi fino a luglio 2016), prenderà il via con un avviso pubblico volto a individuare la piattaforma di crowdfunding che diventerà partner dell’iniziativa e che riceverà un contributo pari a 30.000 euro per il servizio di accompagnamento offerto al Comune. Una volta selezionata la piattaforma, tramite una call pubblica verranno selezionati i progetti di innovazione ed imprenditoria sociale che potranno accedere a questa speciale piattaforma. Queste le aree tematiche dei progetti individuate dalle linee guida:

  • Innovazioni tecnologiche per l’aumento della connettività, la riduzione del digital divide, associate all’istallazione di dispositivi nel territorio (per esempio smartlighting);
  • Progetti innovativi per favorire l’informazione su mobilità, eventi e attività che favoriscano il miglioramento della qualità della vita e l’aggregazione sociale;
  • Innovazione dei servizi per la cura e la conciliazione famiglia-lavoro per promuovere sul territorio (a livello di zona, quartiere, scuola, aziende) la ricomposizione delle risorse, l’aggregazione della domanda e la condivisione sociale della cura;
  • Valorizzazione e sviluppo delle reti sociali attivabili nella comunità per la realizzazione di servizi e iniziative fondati sulla collaborazione, sulla condivisione e sulla reciprocità.

Uno degli aspetti più interessanti del modello milanese è sicuramente quello del cofinanziamento. Le organizzazione che attraverso la piattaforma di crowdfunding riceveranno risorse pari almeno alla metà dell’importo complessivo previsto per la realizzazione dei propri progetti potranno infatti beneficiare di un contributo da parte dell’Amministrazione per la restante parte non coperta (di massimo 50.000 euro) fino ad esaurimento delle risorse disponibili, ovvero i 400.000 euro rimanenti dopo le spese per la realizzazione della piattaforma.


Elementi interessanti

Rispetto ad altre esperienze di crowdfunding civico sviluppate nel nostro Paese il progetto del Comune di Milano possiede sicuramente degli aspetti innovativi che è utile sottolineare.
In primo luogo, l’amministrazione meneghina ha scelto di sostenere la nascita di una piattaforma non dedicata a un progetto specifico – come ad esempio aveva fatto il Comune di Bologna con il Portico di San Luca – ma darà vita a uno strumento utilizzabile per finanziare più progetti, provenienti da diverse realtà, che potranno partecipare al processo finanziamento collettivo una volta che il dispositivo sarà attivato.

Secondariamente, il Comune non si è impegnato solo nella creazione della piattaforma in quanto tale, ma nella realizzazione di un sistema che permetterà di garantire risorse economiche aggiuntive a quei soggetti che utilizzeranno la piattaforma di crowdfunding sviluppata dall’amministrazione. Il crowdfunding in questo senso non è solo civico perché rivolto alla cittadinanza per sostenere progetti di pubblica utilità, ma è civico perché prevede anche un impegno diretto dell’amministrazione cittadina nel finanziamento di queste progettualità innovative.

Terzo, il progetto pur essendo una sperimentazione mette sul piatto una quota di risorse consistente che, presumibilmente, permetterà di sostenere un numero importante di progetti sui quali sarà possibile raccogliere dati utili a valutare la bontà dell’iniziativa. In questo senso, proprio perché sperimentale, si creeranno forse le condizioni per una replicabilità del modello qualora si rivelasse vincente.

Riferimenti

 

Delibera della Giunta per la sperimentazione di azioni di crowdfunding civico

Linee di indirizzo per Milano Smart City

Piano di sviluppo del Welfare della Città di Milano

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