L’Italia non è un Paese per mamme che lavorano, siano esse dipendenti o autonome. A tenere distanti le donne dal mondo del lavoro (anche) il basso investimento nei servizi di welfare, che dovrebbero favorire la conciliazione tra attività professionali e cura della famiglia. La spesa pubblica per aiutare le donne a far nascere e crescere i figli è complessivamnete pari a 20,3 miliardi, equivalente all’1,3% del Pil e inferiore del 39,3% rispetto alla media dei 27 Paesi Ue.
Il dato emerge dall’Osservatorio sull’imprenditoria femminile curato dall’Ufficio studi di Confartigianato per la 15esima Convention di Donne Impresa Confartigianato organizzata a Roma il 21 e 22 ottobre. L’analisi rivela, in particolare, che in Italia la spesa pubblica per le prestazioni a favore delle nascite è pari a 3,1 miliardi, inferiore del 26,6% rispetto alla media europea, quella a sostegno della crescita dei bambini è di 2,8 miliardi, più bassa del 51,2% rispetto alla media Ue, e quella a favore dei giovani under 18 è di 6,6 miliardi, inferiore del 51,5% rispetto all’Ue.
Il welfare italiano non aiuta la mamma che lavora
Corriere della Sera, 19 ottobre 2013