Il 16 marzo ha preso ufficialmente avvio Youth Work Net, progetto di politiche attive del lavoro per i giovani tra i 18 e i 25 anni residenti nell’area torinese, promosso dalla Cooperativa Sociale Madiba e dalla Cooperativa Sociale I.So.La grazie al sostegno di Compagnia di San Paolo. Per capire i dettagli dell’iniziativa ne abbiamo parlato con i suoi responsabili: Enrico Da Vià, consigliere e project manager della Cooperativa Sociale I.So.La, con esperienza trentennale nel campo della cooperazione sociale ed educazione giovanile, Fabio di Falco, animatore e formatore, cofondatore e presidente della Cooperativa Sociale Madiba, e Andrea Panero Geymet, consulente presso la Cooperativa I.So.La, specializzato in educazione non-formale e nelle teorie di ricerc-azione in campo giovanile.
Cos’è il progetto Youth work net?
Youth Work Net è un progetto di politiche attive del lavoro realizzato con il sostegno di Compagnia di San Paolo e strutturato in due fasi: la prima prevede un percorso di formazione e orientamento; la seconda inserimenti lavorativi, tirocini e un accompagnamento all’avvio d’impresa. Il focus è l’Economia Solidale, Sostenibile ed Eticamente Orientata. L’intento è quello di implementare corsi di formazione e percorsi di inserimento lavorativo nell’ottica dell’ empowerment dei giovani beneficiari, privilegiando la loro partecipazione per creare un modello innovativo di ricerca e attivazione in proprio del lavoro, che sviluppi le soft skills, la creatività e che, attraverso un format dinamico e funzionale, li aiuti nella crescita professionale delle proprie idee trasformandole in progetti concreti, di valore sociale e imprenditoriale.
Quando è come è nata l’idea progettuale?
La genesi del progetto è complessa: la gestazione è iniziata a maggio 2015, quando si sono delineate due idee distinte promosse rispettivamente dalla Cooperativa I.So.La e dalla Cooperativa Sociale Madiba. A settembre 2015 le proposte si sono incontrate e da subito sono emersi punti in comune e una spiccata affinità di fondo. Ha preso così avvio una fase di fusione vera e propria dei due progetti, con un profondo lavoro di cooperazione e di co-progettazione che ha portato ad un nuovo progetto, completamente rivisto e integrato. Il processo molto laborioso ha dato origine ad una autentica soluzione condivisa attraverso un proficuo lavoro di rete. A dicembre 2015, quindi, la bella notizia del finanziamento del progetto, che durerà 2 anni, da parte di Compagnia di San Paolo.
Chi sono gli ideatori del progetto?
L’idea progettuale scaturisce dall’intuizione della Cooperativa Sociale Madiba e della Cooperativa Sociale I.So.La.
La Cooperativa Sociale Madiba nasce dalla volontà di quattro persone che decidono, nel febbraio del 2014, di unire diverse competenze ed esperienze in ambito educativo, animativo e formativo, per proseguire e sviluppare progetti rivolti a bambini, adolescenti e giovani in particolare sul territorio dell’area metropolitana a Sud-Ovest di Torino. E’ espressione del lavoro svolto negli anni passati sul territorio, in particolare del Sub Piano Locale Giovani (Sub-PLG) ImPrenditi Bene (2009-2013), dei Comuni di Beinasco, Bruino, Orbassano, Piossasco, Rivalta di Torino e Volvera. Nasce con il sostegno delle amministrazioni comunali e del progetto stesso, per non perdere l’importante lavoro svolto negli anni e per creare occasioni di lavoro per animatori, formatori ed educatori giovani del territorio.
La Cooperativa Sociale I.So.La, invece, lavora da oltre 20 anni nel campo del commercio equo, etico e sostenibile tramite tre negozi al dettaglio, Equamente e Baobab a Torino e Casa Wiwa a Collegno, offrendo servizi di vendite all’ingrosso, anche tramite il sostegno ai Gruppi di Acquisto Solidale e la fornitura di cialde di caffè equo e macchinette in comodato d’uso. I.So.La. è anche da sempre impegnata nella diffusione di una cultura di pace e nonviolenza attiva e collabora con scuole e altri enti pubblici e privati animando gruppi di interesse rivolti alle comunità locali e realizzando incontri di formazione e scambi giovanili internazionali. Le tematiche sulle quali I.So.La. opera – presenti anche nel progetto – sono il consumo critico, l’interculturalità, l’uso consapevole delle risorse, i beni comuni, i diritti umani, il risparmio partecipativo, l’approccio cooperativo al mondo del lavoro, l’autoproduzione, l’upcycling e il riuso, l’apprendimento interculturale, l’ambiente, la sostenibilità, la permacultura, la transizione, l’ agricoltura civica e sociale e la cooperazione internazionale. Utilizza metodologie diversificate quali roleplay e case history, open space, ricerca-azione, formazione a distanza e cooperative learning.
Potete descrivere brevemente i vari partner del progetto evidenziando il loro specifico contributo all’iniziativa?
La partnership principale del Capofila Madiba è composta dalle Associazioni Puzzle, Terracreativa, Worcup e dai 6 comuni di Beinasco, Bruino, Orbassano, Piossasco, Rivalta di Torino, Volvera, con la relativa rete di servizi del lavoro.
La partnership portata da I.So.La è invece composta da 6 realtà nel bacino torinese :
- Associazione Equamente che promuove la cooperazio-ne tra i popoli del Sud e del Nord del mondo con iniziative che, sul piano della solidarietà e sul piano culturale-formativo, permettano l’interscambio delle idee tra diverse culture, che favoriscano l’attenuarsi degli squilibri economici e che promuovano il formarsi di una vera cultura di mondialità e pace.
- Associazione GAS Torino che raggruppa i Gruppi di Acquisto Solidale di Torino e provincia. Si occupa di promozione e sostegno ai Gas e più in generale al consumo critico e all’economia solidale attraverso lo scambio di informazioni, il sostegno reciproco ed attività culturali.
- Cresco a casa è un’Associazione in cui assistenti sociali, psicologi, sociologi offrono supporto psicologico e legale a famiglie in difficoltà soprattutto per quanto riguarda l’allontanamento dei figli.
- Non mi annoio è un centro di vita associativa nell’ambito della quale è possibile sviluppare e partecipare a tantissime iniziative che sono espressione di cultura, divertimento, solidarietà e socializzazione. L’Associazione crea occasioni d’interesse e di condivisione per stimolare i giovani e non solo, a spendere il tempo libero in modo creativo, per non cadere vittime della noia, della depressione e del mito illusorio dello "sballo" per sentirsi vivi.
- Centro San Liborio-Fablab Pavone è un innovativo FABri-cation LABoratory, una sorta di “bottega artigianale digitale” dove sperimentare le più moderne tecnologie per creare e modificare oggetti di vario tipo, con diversi materiali,
- Laboratorio Corsaro è un’associazione polo di rife-rimento per i giovani, che concentra una parte delle sue energie sull’attività sociale, cercando di essere un punto di riferimento per il quartiere e la città. Ha numerosi sportelli sociali e di assistenza per giovani lavoratori, migranti e persone in difficoltà, garantisce attività di studio e di gioco continue per i bambini del quartiere e delle case popolari del territorio circostante.
La rete coinvolge anche 3 realtà internazionali: ADL Zavidovici (Bosnia-Erzegovina), Eine Welt e.v. (Germania) e System and Generation (Turchia).
Come si è resa possibile la realizzazione del progetto dal punto di vista economico?
Youth Work Net è uno dei 16 progetti vincitori del “Bando Giovani” della Compagnia di San Paolo. Avendo superato due selezioni che hanno ricevuto 150 e poi 50 proposte, il progetto Youth Work Net si è aggiudicato un finanziamento per sviluppare il programma di attività nel 2016 e 2017. Oltre ad un sostegno finanziario, la Compagnia di San Paolo offre ai vincitori un percorso di accompagnamento e tutoraggio organizzativo ad opera dell’Associazione di Promozione Sociale YEPP Italia.
Entrando nel dettaglio, a chi si rivolge il progetto?
Youth Work Net si rivolge principalmente a giovani NEET dai 18 ai 25 anni residenti nei comuni di Torino, Beinasco, Bruino, Collegno, Orbassano, Piossasco, Rivalta di Torino e Volvera.
Nelle due annualità il progetto Youth Work Net prevede la partecipazione di 50 giovani dai 18 ai 25 anni per il percorso formativo nel campo dell’economia eticamente orientata; altrettanti riceveranno momenti di formazione all’autonomia e all’auto-promozione; infine 25 giovani dai 18 ai 25 anni riceveranno accompagnamento all’avvio di impresa o verranno inseriti in tirocini formativi.
Come si articola il percorso?
La prima fase da marzo a luglio 2016 consentirà di sviluppare competenze operative per affrontare da protagonisti il mercato del lavoro, stimolare la propria creatività e acquisire strumenti per la crescita individuale e professionale. La seconda, da settembre a dicembre 2016, prevederà un momento residenziale motivazionale e un periodo pratico di lavoro sul campo in diverse botteghe del commercio etico dislocate sul territorio piemontese, oltreché il tutoraggio nell’attivazione di start-up.
Rispetto ai tempi di realizzazione quando partirà il percorso e quale sarà la durata?
Il corso di formazione inizierà il 16 marzo 2016 e terminerà a giugno 2016 (qui il calendario provvisorio) presso i locali delle Officine Corsare, partner del progetto. Gli incontri di 3 ore verranno tenuti da professionisti appartenenti alle diverse organizzazioni componenti la partnership. Il progetto avrà una durata complessiva di 2 anni; al termine della prima annualità verrà fatta una valutazione di medio-termine e sarà creata una cabina di regia per la seconda annualità nella quale avranno parte centrali alcuni giovani particolarmente motivati che hanno partecipato alla prima annualità.
In che modo il progetto si colloca nell’orizzonte del secondo welfare?
Il progetto in sé, oltre a essere finanziato tramite risorse non pubbliche (ovvero da Fondazioni bancarie e con un cofinanziamento sia in denaro che in servizi da parte delle organizzazioni promotrici e partecipanti) garantisce un’opportunità di impegno e di auspicabile futuro auto-impiego a soggetti non categorizzati come vulnerabili e “svantaggiati” dalle leggi vigenti, vale a dire la fascia “grigia” di giovani NEET, più o meno qualificati e scolarizzati, ma comunque scoraggiati e demotivati per i più diversi motivi nella ricerca di un impiego. Il partenariato ha voluto poi tenere conto della diversità degli stakeholders – cooperative sociali sia di tipo A che di tipo B, associazioni giovanili, centri di incontro, professionisti nel settore dell’orientamento – in modo da poter meglio raggiungere e soddisfare il più gran numero di potenziali beneficiari in complementarietà e non in sostituzione degli interventi del primo welfare. In questo senso vi è un forte “ancoraggio” al territorio e un’attenzione particolare alle sue potenzialità anche in termini di innovazione sociale.
A vostro avviso qual è la natura dell’innovazione perseguita dal progetto?
Nel quadro della strategia “Europa 2020”, il progetto offre soluzioni innovative dal punto di vista sociale: l’accompagnamento alla costruzione di un impiego che tenga conto oltre che delle proprie esigenze economiche anche delle esigenze dell’ambiente e della società locale e una dimensione di ricerca-azione esplicitata attraverso buone pratiche proposte ai beneficiari durante la fase di formazione con l’invito esplicito a replicarle eventualmente migliorandole. In particolare, secondo la definizione di innovazione sociale adottata anche dall’associazione “Che fare?” nel proprio bando, ci proponiamo di “affrontare problemi complessi di natura orizzontale attraverso meccanismi di intervento di tipo reticolare, adottando l’intera gamma degli strumenti a disposizione, utilizzando forme di coordinamento e collaborazione piuttosto che forme verticali di controllo”.