La povertà cresce e colpisce sempre più famiglie – anche italiane – per le quali il semplice acquisto di beni di prima necessità diventa spesso un problema. Stanno così nascendo diverse iniziative a livello locale, dei supermercati solidali che facilitano l’accesso a tali beni e che presentano interessanti aspetti innovativi (vedi i nostri apporofndimenti su Emporio Parma e Banco Alimentare). Tra questi comincerà tra poco anche l’esperienza di Portobello, un progetto di comunità realizzato a Modena, in cui ciascuno – cittadini, imprese, associazioni ed istituzioni – è chiamato ad offrire quanto è nelle sue possibilità per aiutare la città a attraversare la crisi economica.
Il progetto: un welfare di comunità
Portobello è un luogo di raccolta e di distribuzione di beni alimentari e non, rivolto alle famiglie e agli individui in condizioni di povertà. Finalità del progetto è di contribuire a soddisfare il bisogno di generi di prima necessità (a pieno regime, dovrebbe fornire il fabbisogno di cibo per 350/400 famiglie l’anno), integrandolo con la cura delle relazioni, l’ascolto e l’offerta di altri servizi di sostegno.
Ma Portobello è anche un interessante progetto di comunità con il quale la comunità modenese, colpita dalla crisi economica, aiuta se stessa. Un luogo in cui si produce solidarietà e dove ciascuno – cittadini, imprese, associazioni e istituzioni – è chiamato ad offrire quanto è nelle sue possibilità: le aziende donano cibo, strumenti, servizi o denaro, i volontari il lavoro, la competenza e la passione, i cittadini possono donare il denaro per acquistare la spesa per altri in difficoltà o il cibo in occasione di raccolte organizzate, le istituzioni offrono gli spazi e la garanzia dell’equità, gli utenti il loro tempo e la loro abilità per azioni di volontariato. In questi giorni, ad esempio, artigiani e installatori stanno prestando la loro opera per allestire la struttura, gratuitamente o con fortissimi sconti, mentre Hera, società di servizi idrici e ambientali, allestisce la colonnina per fornire acqua minerale. In più c’è il software di gestione ideato e fornito gratis da Ingegneria senza Frontiere di Modena, che verrà poi regalato ai prossimi empori in via di costituzione a Sassuolo e forse a Soliera.
Non solo un supermercato “speciale”, quindi, ma un luogo in cui ci si mette a disposizione degli altri “come si può”, chi donando tempo o denaro, chi “ricambiando” quanto ricevuto dall’Emporio con una attività di volontariato da svolgere nella struttura o nelle associazioni del territorio.
Come funziona?
Portobello è simile a un normale supermarket: gli spazi e gli arredi ricordano infatti un tradizionale punto vendita, con la scelta di prodotti sugli scaffali (prime necessità, alimentari, igiene personale), aspetto che aiuta gli utenti a conservare una parvenza di normalità. A differenza di un normale supermercato però, i prodotti non hanno un prezzo in euro ma in punti. Ad ogni famiglia viene infatti assegnato un quantitativo di punti mensile caricato su una tessera – il codice fiscale – con la quale è possibile fare la spesa. L’ammontare dei punti viene stabilito dai Servizi Sociali del Comune di Modena in base a criteri precisi (valutazione ISEE ed altri parametri) ed il numero dei componenti della famiglia.
Ogni famiglia potrà accedere a Portobello per un tempo limitato, massimo due anni, trascorsi i quali l’aiuto non potrà più essere rinnovato, questo per incoraggiare gli utenti a raggiungere una propria autonomia. Nel caso le condizioni familiari migliorino l’opportunità verrà offerta ad altre famiglie.
La famiglia beneficiaria sarà coinvolta come volontaria presso l’emporio stesso o presso altre organizzazioni di volontariato, per fare in modo che sia responsabilizzata e si ponga come risorsa per la comunità. Non un obbligo per le famiglie che hanno accesso al progetto, ma un modo per responsabilizzare all’attenzione per l’altro.
Accesso
La selezione verrà effettuata dai Servizi Sociali del Comune di Modena attraverso un colloquio conoscitivo finalizzato a verificare i requisiti per l’accesso e l’entità del bisogno. Gli aventi diritto verranno selezionati in base a criteri precisi (valutazione ISEE ed altri parametri) ed il numero dei componenti della famiglia, con maggiore attenzione alle famiglie numerose. In particolare, il progetto è destinato a persone e famiglie che si trovano in difficoltà economica per: disoccupazione, mobilità, cassa integrazione, contratti di solidarietà, licenziamento per chiusura aziendale e riduzione del personale, lavoratori autonomi che hanno cessato l’attività con un calo di almeno il 30% del reddito, nuclei familiari con solo redditi da pensione, famiglie in cui vivono persone con handicap certificati, famiglie monogenitoriali. Un’attenzione speciale, quindi, per le povertà derivanti dal lavoro o, meglio, dalla mancanza di lavoro.
Non solo market
Oltre al market saranno organizzati un punto di ascolto per l’accoglienza e l’accompagnamento delle famiglie ammesse, nonché alcune attività di socializzazione e di orientamento ai servizi del territorio. Presso Portobello sarà infatti possibile trovare consulenti esperti nella gestione del bilancio familiare, nella rinegoziazione dei mutui, nell’analisi dell’indebitamento, nella scelta degli strumenti finanziari, nella difesa dei consumatori verso le aziende e i fornitori di servizi. Non solo spesa, dunque, ma anche un aiuto per migliorare la propria situazione economica, soprattutto nelle difficili fasi che seguono ad una crisi.
Oltre che per mezzo dell’offerta di beni di necessità, Portobello vuole contrastare la povertà riducendo lo spreco ed educando la cittadinanza al consumo sostenibile e al riuso. Per questo fungerà anche da magazzino e destinerà i prodotti in esubero ad altre realtà che ne hanno necessità.
I soggetti coinvolti: una rete in espansione
Tra gli obiettivi di Portobello c’è anche quello di mettere in rete i diversi soggetti che già lavorano per contrastare la povertà, evitando sprechi e sovrapposizioni e allargare il network dei sostenitori anche oltre il mondo no-profit. Coordina il progetto l’ente capofila, l’Associazione Servizi per il Volontariato Modena ONLUS (Asvm), intorno cui è stata tessuta una rete di 20 promotori appartenenti al mondo del volontariato e 30 partner del mondo delle istituzioni, delle imprese e dell’associazionismo.
Da segnalare il ruolo del Comune di Modena, che ha messo a disposizione, in comodato d’uso, l’immobile in cui verrà realizzato Portobello ed ha aiutato gli ideatori a individuare il target di utenza affinché il progetto diventi una risorsa aggiuntiva e specifica nel panorama del welfare locale e non un raddoppio di opportunità già presenti. Saranno inoltre i servizi sociali a definire quali persone avranno accesso e a quanto ammonta il valore in “punti” dell’aiuto di cui potranno disporre. Una sinergia che non sempre si riscontra nelle esperienze dei supermercati solidali, che spesso diventano delle strutture parallele a quelle esistenti, con evidente spreco di risorse.
Collaborano anche le aziende donatrici, che possono sostenere il progetto con donazioni finanziarie o attraverso i propri prodotti. Portobello affianca infatti alla propria mission di sostegno alle persone in difficoltà quella di lotta agli sprechi alimentari, ponendosi come soggetto disponibile ad accogliere eccedenze di produzione, giacenze e stock di prodotti prossimi alla scadenza o con confezioni danneggiate.
Infine, Portobello è un progetto di comunità, e come tale coinvolge tutti i cittadini, che possono partecipare attraverso varie iniziative, dal “Dona tempo”, diventando volontari lavorando nel market con le mansioni che più si adattano alle proprie inclinazioni (gestione del market, amministrazione, comunicazione, accoglienza utenti, consulenza famiglie, ecc.), al “Dona una Spesa”, pagando il corrispettivo per un periodo che va da un giorno a un anno.
Riferimenti
Sito di Portobello
Portobello, a Modena il supermercato per chi non può pagare, La Gazzetta di Modena, 27 marzo 2013
Video su Portobello
I nostri approfondimenti sul tema
L’esperienza di Emporio Parma tra povertà economica e relazionale
Il Banco Alimentare: "Condividere i bisogni per condividere il senso della vita"