L’intesa operativa “Progetto APS-WHP (Workplace Health Promotion) Varese: Aziende che promuovono la salute” è stata firmata lunedì 11 febbraio dall’Azienda Sanitaria Locale di Varese, dall’Unione industriali della Provincia di Varese e dai Responsabili dei Dipartimenti Salute e Sicurezza dei sindacati Cigl, Cisl e Uil di Varese.
Si tratta di un piano per incoraggiare stili di vita sani nelle imprese varesine. L’obiettivo è incentivare interventi volontari dei datori di lavoro che vadano oltre gli obblighi imposti dalle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e i cui effetti vengano rilevati coinvolgendo i dipendenti. Il progetto origina dal Piano Regionale della Prevenzione 2010-2012 che – per migliorare la qualità della vita – promuove stili di vita salutari nella popolazione e modifiche degli ambienti di vita e di lavoro. Il progetto prevede anche la somministrazione di un questionario di rilevazione e valutazione degli stili di vita da distribuire tra i dipendenti delle aziende coinvolte.
Le aree di azione sono sei e riguardano l’alimentazione, la lotta al fumo, l’attività fisica, il contrasto alle forme di dipendenza, il benessere personale e sociale, e la sicurezza stradale. Si tratta di ambiti riconducibili ai dieci principali fattori di rischio per i Paesi a elevato reddito che portano a patologie di carattere cronico e provocano il 75% dei decessi e delle condizioni di grave disabilità e assorbono il 75% delle risorse sanitarie, secondo la World Health Organization. Per ciascuna la Asl indica delle buone pratiche, alcune obbligatorie altre facoltative, cui possono aggiungersi iniziative proposte dalle imprese stesse. Vediamo di seguito più nel dettaglio quali sono le azioni previste per ciascuna area.
• L’area della promozione di una giusta alimentazione prevede incontri di formazione con la partecipazione di almeno il 70% dei dipendenti ed esposizione nelle aree mensa di informazioni sulle corrette porzioni di alimenti da servire a tavola (azione obbligatoria); l’introduzione di frutta e verdura e pane a basso contenuto di sale e integrale; l’installazione di distributori automatici con frutta e verdura e almeno il 30 per cento di alimenti con requisiti nutrizionali corretti; l’affissione nelle aree refezione di cartelli per illustrare la piramide alimentare o il decalogo dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione; campagne con messaggi promozionali sull’alimentazione stampati sulle tovagliette o allegati alle buste paga.
• L’area del contrasto al fumo di tabacco prevede l’organizzazione di incontri di informazione sui danni del fumo con la partecipazione di almeno il 70% del personale, ove possibile gestiti dal personale della Asl (azione obbligatoria); corsi per smettere di fumare; concorsi aziendali “smetti e vinci”; campagne interne con manifesti sul tabacco e, infine, una policy scritta, diffusa e attuata di “azienda libera dal fumo”.
• La promozione dell’attività fisica è da realizzarsi tramite incontri di sensibilizzazione ai dipendenti; promozione dell’uso della bicicletta nei viaggi casa-lavoro con incentivi premiali, affissione di mappe con l’indicazione dei percorsi ciclabili e iniziative di informazione o comunicazione sui vantaggi dell’uso della bicicletta e sulla sicurezza; convenzioni o incentivi premiali per l’acquisto di abbigliamento o attrezzature sportive e abbonamenti per palestre, piscine, centri sportivi; campagna informativa interna sulla promozione dell’attività fisica con manifesti o messaggi in busta paga; iniziative sportive interne.
• L’area del contrasto alla dipendenza da alcol e sostanze stupefacenti e alla dipendenza da gioco prevede in primo luogo e come azione obbligatoria la stesura di un regolamento aziendale sull’alcol volto a definire l’assenza di vendita/somministrazione/possibilità di consumo di alcolici sul posto di lavoro e nell’area refezione aziendale oppure la fornitura di buoni pasto con esplicita esclusione degli alcolici; le procedure per la gestione dei casi di ubriachezza franca o sospetta; e l’individuazione formale e formazione delle figure preposte alle procedure dei primi due punti. Altre misure prevedono la formazione del medico competente aziendale al counselling motivazionale su alcol e sostanze stupefacenti e l’introduzione di programmi di contrasto alla dipendenza da gioco; corsi e campagne informative interne su alcol/sostanze e incidenti correlati e sulla dipendenza da gioco.
• L’area della promozione del benessere personale e sociale include momenti formativi per il personale su temi inerenti il benessere; raccolta dei suggerimenti dei dipendenti e adozione di almeno uno dei suggerimenti all’anno; asilo nido aziendale o convenzioni; introduzione di forme supplementari a quelle previste per legge per il sostegno alla conciliazione famiglia-lavoro; almeno un’iniziativa di socializzazione aziendale con partecipazione di almeno il 50 per cento dei dipendenti; iniziative di sostegno allo studio per figli dei dipendenti; iniziative per l’integrazione per lavoratori stranieri (quali corsi di alfabetizzazione, nomina di un tutor aziendale con funzioni di interfaccia); attività di supporto sociale, come donazioni o investimenti, rivolte a enti o realtà locali; sponsorizzazione di formazioni/associazioni sportive giovanili del territorio o di eventi sportivi locali; sportello di ascolto sulle tematiche del benessere organizzativo ed individuale; agevolazioni per i dipendenti quali mutui a tasso agevolato o polizza sanitaria integrativa.
• Nell’area Sicurezza stradale e mobilità sostenibile sono inclusi la definizione di criteri scritti per l’acquisto dei nuovi veicoli aziendali e di procedure per la gestione del loro utilizzo (azione obbligatoria); incentivi premiali in tema di sicurezza stradale; l’organizzazione di un servizio di trasporto collettivo casa-lavoro, convenzioni o incentivi per l’uso di mezzi pubblici o creazione di sistemi di car sharing o car pooling; la partecipazione alla realizzazione di interventi volti al miglioramento della sicurezza delle infrastrutture stradali in prossimità del luogo di lavoro.
Conclusa la fase di sperimentazione su un gruppo pilota di aziende di grandi dimensioni, l’intento è coinvolgere un numero crescente di imprese, cui l’Asl riconoscerà un accreditamento come “Azienda che promuove la salute”. Il piano d’azione è triennale e, per ciascun anno, è richiesta la realizzazione di tre o più buone pratiche in almeno 2 aree tematiche nel primo anno, quattro aree tematiche nel secondo anno e in tutte le sei aree entro la fine del terzo anno. In fase di inserimento nel programma, e poi con cadenza regolare annuale, ai lavoratori dell’azienda sarà chiesto di rispondere a questionari anonimi on-line per misurare nel tempo l’efficacia delle iniziative.
Dalle parole dei rappresentanti dei soggetti coinvolti, Giovanni Daverio per Asl, Vittorio Gandini per Univa e Salvatore Minardi, Salvatore Manta e Pietro D’Antone per i sindacati Cgil, Cisl e Uil, emergono gli aspetti di valore e i vantaggi dell’iniziativa. Sono lodevoli, intanto, la volontarietà degli interventi, la logica di rete per condividere procedure e strumenti di lavoro già validati e per perseguire obiettivi istituzionali, l’intento di coinvolgere in ottica di solidarietà anche le piccole e medie imprese (pari al 94,8% secondo i dati Istat) e il passaggio da una cultura della cura e della prevenzione alla promozione del benessere psico-fisico. Il miglioramento della qualità della vita dei lavoratori, poi, ha degli effetti positivi anche per le aziende e per la società, come la riduzione delle malattie e dell’assenteismo, maggiore soddisfazione e motivazione dei dipendenti, aumento della produttività, ambienti aziendali più competitivi, riduzione dei costi di sanità pubblica e razionalizzazione delle risorse.
* Eleonora Maglia è dottoranda in Economia della Produzione e dello Sviluppo all’Università degli Studi dell’Insubria. Presso lo stesso Ateneo ha conseguito la Laurea in Economia e Commercio e il master in Innovazione Tecnologica e Sicurezza Informatica nelle Pubbliche Amministrazioni.
Riferimenti
Dipendenti sani e felici? L’azienda è da "bollino blu", VareseNews, 11 febbraio 2013