Save the Children ha pubblicato l’undicesima edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio, che quest’anno è interamente dedicato alla condizione delle bambine e delle ragazze. Come nelle edizioni precedenti, l’Atlante è estremamente ricco di contenuti e dati che affrontano la questione dell’infanzia da differenti punti di vista, oltre a dar voce a bambini e ragazzi.
C’è però da dire che, in questo complesso 2020, l’Atlante lascia l’amaro in bocca più degli altri anni perché porta all’attenzione del lettore come, ancora una volta, siano bambini e ragazzi a pagare il prezzo più alto di questa crisi. Nel rapporto si legge: “qualcuno si interroga su chi stia pagando il prezzo più alto delle crisi economica sociale e sanitaria scatenata dalla pandemia in una società che già prima viveva forti squilibri e ora appare polarizzata, con il solco delle disuguaglianze tramutatosi in baratro. La risposta non tarda a venire: sono le donne e i minori” (p.245).
Un colpo allo stomaco in un Paese che negli ultimi 12 anni ha visto quadruplicare i tassi di povertà assoluta minorile (3,1% nel 2007; 12,65 nel 2018 per poi scendere all’11,4% nel 2019); che si colloca al penultimo posto in Europa per tasso di occupazione femminile (52,5% contro una media UE del 66,5%); e in cui l’incidenza della povertà cresce in maniera direttamente proporzionale rispetto al numero di figli. Se nelle coppie con un figlio l’incidenza della povertà assoluta è pari al 4,4%, questo valore sale all’8% nel caso di due figli e al 13,4% se i figli sono tre o più.
E se l’Italia non è decisamente un Paese per bambini, ancor meno lo è per le bambine. Su questo, il quadro che consegna l’Atlante dovrebbe veramente far riflettere. Con il supporto di mappe e dati e grazie al contributo di diversi studiosi, Save the Children indaga i divari di genere che silenziosamente e in maniera quasi invisibile si aprono fin dalla prima infanzia (su questo particolarmente interessante è il capitolo dedicato agli stereotipi) per poi crescere nel corso del tempo e purtroppo deflagrare nell’ambito dell’attuale crisi.