In Europa ci sono circa due milioni di imprese attive nell’economia sociale, che rappresentano il 10 per cento del totale e danno lavoro a 11 milioni di persone: il 6 per cento dei lavoratori dipendenti Ue. Al di là delle svariate forme giuridiche, il tratto comune di queste imprese è che non distribuiscono profitti. Attenzione: non li distribuiscono, ma possono farli per reinvestirli. Molte sono «imprese sociali» in senso stretto, perseguono cioè obiettivi nel settore del welfare e dell’ambiente. Per questo molti sono convinti che l’economia sociale si collochi all’avanguardia sul fronte della sostenibilità.
Secondo Maurizio Ferrera, infatti, le imprese sociali hanno due caratteristiche che le collegano direttamente all’agenda dei Sustainable Development Goals (SDGs). La prima è che, non ricercando il profitto in quanto tale, queste organizzazioni sono molto aperte alla ridefinizione dei propri obiettivi in relazione al dibattito sulle sfide del futuro. Spesso si finanziano grazie a fondi espressamente dedicati al raggiungimento degli SDGs: lotta alla povertà, sviluppo locale, produzione e consumi responsabili, difesa dell’ambiente e contrasto ai fattori che determinano il cambiamento climatico. In secondo luogo la loro struttura e la loro modalità di funzionamento sono ispirate a logiche partecipative e inclusive nonché al principio della partnership, della formazioni di reti: modalità di azione espressamente raccomandate dal diciassettesimo obiettivo Sdg.
Infine, gli attori dell’economia sociale sono particolarmente attivi nella promozione di una delle chiavi di volta della sostenibilità: l’economia circolare. Si tratta di un nuovo modo di impostare il ciclo «produzione-consumo-smaltimento» in risposta alla pressione crescente che le modalità tradizionali esercitano sulle risorse disponibili, l’ambiente e il clima. Se ne parla in un interessante articolo uscito per Corriere Buone Notizie, inserto settimanale del Corriere della Sera.
La nuova economia a misura d’uomo e al servizio della società civile
Maurizio Ferrera, Corriere Buone Notizie, 21 settembre 2020